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Tre ponti per attraversare un fiume?
Consultate una cartina. Quando la diga del Glen Canyon bloccò il Colorado, le acque
tornarono indietro sommergendo Hite, il molo del traghetto e cinquanta chilometri
di canyon più su del traghetto. Il posto migliore per traversare il fiume (oggi il lago
Powell) era risalire la corrente fino al Narrow Canyon. Per raggiungere il ponte sul
Narrow Canyon era necessario passare il ponte sul White Canyon a est e quello sul
Dirty Devil Canyon a ovest.
Totale, tre ponti.
Hayduke e Smith smisero di ispezionare il ponte sul White Canyon.
Questo, come glia altri due, era ad arco e di proporzioni massicce, costruito per durare.
Le teste dei bulloni sulle aste diagonali della travata erano grandi come il pugno di
un uomo.
George Hayduke si mosse lentamente per alcuni minuti sotto le imposte ad arco, dove
i nomadi, a dispetto della recentissima costruzione del ponte, avevano già lasciato segni
del loro passaggio con scritte di vernice spray sul pilone di cemento ed escrementi, seccati
e rimpiccioliti, nella polvere.
Risalì scuotendo la testa.
– Non lo so, dice, – non lo so. Questo stronzo è davvero grande.
– Ce n’è un altro più grande, dice Smith.
Guardarono giù, oltre il parapetto, sessanta metri più in basso, il corso sinuoso del ruscello
intermittente del White Canyon, rigidamente stagionale.
Le loro lattine di birra veleggiavano leggere come bicchieri di carta nel buio della gola.
La prima corrente estiva le avrebbe trascinate con sé, insieme a tutti gli altri detriti del
genere, fino al bacino artificiale del lago Powell, dove l’immondizia raccolta lungo l’alveo
trovava una sistemazione ideale.
Avanti verso il ponte centrale.
Stavamo scendendo, andando giù, eppure è così grande la scala delle cose qui, così complesso
il terreno, che nè il fiume né il canyon centrale sono visibili fino a che il viaggiatore non giunge
quasi sul bordo del canyon.
Prima videro il ponte, un doppio arco decisamente gradevole che s’innalzava in acciaio
argentato parecchio al di sopra del livello della sua strada. Poi poterono vedere le pareti
stratificate del Narrow Canyon. Smith parcheggiò il camion; scesero e camminarono lungo
il ponte.
La prima cosa che notarono fu che lì il fiume era scomparso.
Qualcuno si era portato via il Colorado.
Questa non era una novità per Smith, ma per Hayduke, che lo conosceva soltanto per
sentito dire, la scoperta che il fiume in realtà era sparito fu come una scarica elettrica.
Al posto del fiume, quello che vedeva era un corpo immobile di liquido verde, morto,
stagnante, spento, con una pellicola di petrolio che galleggiava sulla sua superficie.
Sulle pareti del canyon una patina di limo e sali minerali, come in una vasca da bagno,
ricordava il livello raggiunto dalla piena.
Lago Powell: bacino artificiale, trappola di limo, serbatoio di evaporazione e discarica
indifferenziata, fogna nazionale di 300 chilometri.
Fissarono giù.
Alcuni pesci morti galleggiavano ventre all’aria sulla superficie oleosa tra bucce d’arancia
e piatti da picnic. Un albero trasportato dall’acqua, un pericolo per la navigazione, sfidava
le leggi della statica in una posizione paurosamente inclinata. Il fetore della decomposizione,
debole ma inconfondibile, saliva per 140 metri fino alle loro narici. Da qualche parte sotto
quella superficie immobile, già dove l’oscuro limo si stava depositando , dovevano ancora
esserci i pioppi sommersi, i rami morti gravati dalle alghe, le loro antiche ginocchia appesantite
dal fango. Da qualche parte sotto il pesante fardello dell’acqua che non va da nessuna parte,
sotto il silenzio, le vecchie pietre del fiume aspettavano la resurrezione promessa.
Promessa da chi?
(Edward Abbey,The Monkey Wrench Gang)