Da http://giulianolazzari.myblog.it
Se il predominio etrusco e la diretta colonizzazione occupano soltanto una
parte dell’Italia continentale, l’attività commerciale e l’influenza culturale degli
etruschi si estendono assai più largamente.
L’Etruria rappresenta infatti nel centro della penisola il solo faro di civiltà che
irraggi da un’epoca piuttosto remota su popolazioni generalmente arretrate.
Una vasta corrente di merci fu allora convogliata dalle città etrusche della
Padania di là delle Alpi, molto prima che i romani conoscessero anche solo
il nome di quei paesi.
Sparse per tutta Europa si trovano le tracce che solo nei passati decenni ritornarono
sempre più numerose in luce, testimonianze di un primo grande mercato comune
ai primi albori dell’Occidente, di cui andò perduta ogni notizia.
Beni d’esportazione etrusca furono rinvenuti in Austria e in Francia, in Ungheria
e in Polonia, in Svizzera e in Renania. Né mancano in Scandinavia: ad Hassle, in
Svezia, si rinvenne la traccia più settentrionale, sotto forma di un piccolo Tesoro
rettangolare con bronzi etruschi.
Già molto presto, prima dell’occupazione della Padania e prima ancora del 600
a.C. quando gli esuli greci di Focea si stabilirono sul delta del Rodano fondandovi
Massilia, l’Etruria possedeva ramificazioni commerciali nei paesi nordalpini.
Resti che risalgono al settimo secolo a.C. rivelano, di là dalle Alpi, influssi e
contatti etruschi.
E’ il tempo in cui nasce, nella parte sud-occidenatale dell’Europa centrale, un
nuovo grande popolo le cui tribù appaiono per la prima volta alla ribalta,
riconoscibili per un coerente contesto culturale e linguistico: i celti.
Una cosa è indiscutibile e sicura: l’influsso etrusco si fa chiaramente riconoscibile a
partire dal sesto secolo a.C.. Dalla valle padana si avvia per i passi alpini un più
ampio flusso di merci d’ogni genere; i mercanti etruschi esportano prodotti della
loro industria e artigianato artistico e vino!
La lista delle offerte etrusche contempla anche – articolo prediletto e ricercato dagli
etruschi stessi – prodotti greci, soprattutto vasi attici che riscuotevano il massimo
favore anche presso i rozzi guerrieri del nord.
Il commercio estero etrusco si esercitò soprattutto con le tribù celtiche dell’alto corso
del Danubio prima, e poi con la Renania centrale e la Borgogna. Fra le importazioni
del sud primeggiava il vino, che riscosse tanto successo da divenire il primo concorrente
della birra celtica. Gustatolo una volta, i principi guerrieri ne ordinavano in quantità sempre
maggiori, neppure le loro belle dame ne disdegnavano il buon sapore.
L’introduzione del vino segnò l’apertura di un altro mercato, quello dei contenitori
destinati a contenerlo: anfore, coppe, boccali ecc, di fattura etrusca e greca.
Il trasporto era spesso faticoso ma redditizio, perché i celti pagavano in oro, metalli e
schiavi.
I celti del medio Reno ricevettero dagli etruschi lo stimolo della costruzione di monumenti
di pietra lavorata a scalpello e assunsero molto probabilmente dalla stessa anche il
motivo dell’immagine bifronte, una sorta di Giano.
Solo un esame di tutti i reperti a nord delle Alpi e oggi dispersi in innumerevoli collezioni
e musei, consentirà un giorno un quadro più esatto dell’entità dell’influsso etrusco
oltralpe.
Solo vagamente si intravede oggi per la prima volta quanto l’Europa centrale debba
al ‘popolo dimenticato’ in fatto di civiltà e cultura, molto prima dell’inizio della storia.
Anche l’arte del leggere e dello scrivere insegnarono infatti gli etruschi agli abitanti
della Padania, che prima l’ignoravano. Al così detto alfabeto estrusco settentrionale
adottato nella valle del Po dalla fine del sesto secolo, si riportarono le scritture dei
veneti, dei reti, dei leponzi, e di altre popolazioni alpine.
Persino un grande e noto popolo nordalpino, i GERMANI, deve la scrittura ai signori
della Lega delle dodici città padane, cosa fino a poco fa contestata.
Siamo finalmente certi che le rune risalgono all’alfabeto nord-etrusco il quale fu
portato dalle tribù abitanti la zona alpina, e, a sentire Livio, gli etruschi vissero in
seguito nelle Alpi orientali.
Viktor von Scheffel durante uno dei suoi viaggi nei Grigioni, esclamò infatti lietamente:
– Salve a te, vecchia terra degli etruschi, Engadina dai molti enigmi!
(W. Keller, La civiltà etrusca)
…siti consigliati….
http://www.canino.info/inserti/monografie/etruschi/musei/vulci