UNA TENDA NELLA BUFERA

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Ogni pezzo di questa terra è sacro per il mio popolo.

Ogni collina, ogni valle,

ogni pianura e boschetto

sono stati consacrati

da un ricordo felice

o da una triste esperienza della mia tribù.

Persino le rocce

che sembrano giacere mute

ed essere oppresse dal sole lungo la silenziosa spiaggia,

in solenne grandezza

palpitano per i ricordi degli eventi passati

collegati al destino del mio popolo,

e la stessa polvere sotto i vostri piedi

risponde più teneramente ai nostri passi che ai vostri,

perché essa è le ceneri dei nostri antenati,

e i nostri piedi nudi sono consapevoli

di questo contatto affettuoso,

poiché il terreno è ricco della vita dei nostri simili.

I tetri guerrieri, le tenere madri, le liete fanciulle,

e i bimbi che vissero e gioirono qui,

e i cui stessi nomi sono ormai dimenticati,

amano ancora queste solitudini,

e al vespro le loro certezze più profonde

diventano vaghe per la presenza di foschi spiriti.

E quando sulla terra

l’ultimo uomo rosso sarà morto

e il suo ricordo tra gli uomini bianchi

sarà divenuto un mito,

queste rive pulluleranno dei morti invisibili della mia tribù,

e quando i figli dei vostri figli

penseranno di essere soli

nei campi, nelle botteghe, nei negozi, sulle strade

o nel silenzio dei boschi,

essi non saranno soli.

(Luther Standing, Orso In Piedi, Lakota)

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LA DONNA E IL CANE

Disse il Profeta:” C’era una donna dai costumi depravati, peccatrice,

impudica, insudiciata.

Un giorno che attraversava la campagna, scorse sul suo cammino

un pozzo al cui bordo un cane ansava per la sete, la lingua penzolante;

piena di tenerezza, lei rinunciò a quel che doveva fare.

Fatto un secchio delle scarpe, e corda del mantello,

attinse l’acqua e la diede a bere al cane.

Nei due mondi la esaltò Iddio, per questa buona azione.

La notte che compii la mia ascesa, io la vidi, bella come la luna,

che abitava il paradiso”.

Una così grande ricompensa ebbe da Dio una donna depravata,

per aver dato da bere a un cane.

Tu, se un solo istante consoli il cuore di un altro, più grande

dei due mondi sarà la tua ricompensa.

(‘Attar)

(Pietre di luce illuminano la via…)

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L’ESSENZA MERAVIGLIOSA

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Destinato come sei alla polvere fin dalla nascita, perché in

questo basso mondo erigere palazzi elevati?

Nella polvere sarai calpestato; a che pro costruire un palazzo

alto quanto il cielo?

Anche se ammassi l’oro e l’argento, non potrai senza dolore

bere un sorso d’acqua.

Compiangi il tuo stato, poiché nessuno supplirà alla tua 

negligenza!

Alla polvere è votato il tuo corpo; ma non la tua anima, se è

pura.

Gli angeli non si sono forse prosternati davanti a te?

Forse non rechi la corona del ‘vicario di Allah’?

Successore del vicario di Allah, lascia i luoghi impuri; scuoti

dal torpore la tua anima, e merita il Paradiso!

La sovranità ti attende in Egitto. Perché, come Giuseppe, restare

in fondo al pozzo? 

Se non hai imperio sulla tua anima, invece di Salomone vuol 

dire che vi regna il demonio.

Il sovrano sei tu, al principio e alla fine. Ma, ahimé, l’uomo

vede doppio.

In luogo di uno, vedi due; in luogo di due, vedi cento.

Uno due o cento, tu sei tutto.

Tu non hai, o sventurato, che un solo cuore carico di cento fardelli.

Come potrai sgravarti di tanti pesi?

Fino a quando manterrai la preoccupazione delle vesti e del

pane, e la aura della disgrazia, e l’amore della fama?

Dotato in origine di un’essenza meravigliosa, hai rattoppato

di cenci la tua veste di raso.

Se ti sforzerai in ogni istante di accadere alla Presenza, meriterai

l’abito d’onore e udrai questo apello: ” Prosternati e ravvicinati!”. 

(Farid ad-Din ‘Attar)

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