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DIARIO DI JONATHAN HARKER
Mezzanotte:
Ho avuto una lunga conversazione
con il Conte.
Gli ho posto alcune domande sulla
storia della…Transilvania, e l’argomento
lo ha interessato moltissimo.
Parlando di cose e persone, ma soprattutto
(sempre e solo di morti..in) di battaglie, lo
faceva come se ne fosse stato sempre
testimone oculare (è ovunque..).
Me l’ha spiegato dicendomi che, per un
boyar, l’orgoglio della CASATA e del nome
è il suo stesso orgoglio, che la loro
gloria è la sua gloria, il loro fato il suo fato.
Parlando della sua casata, diceva sempre ‘noi’,
quasi col plurale majestatis, come un sovrano.
Mi piacerebbe riuscire a trascrivere esattamente
tutto ciò che ha detto (e fatto): per me è stato estremamente affascinante.
Mi sembra che ci sia dentro l’intera storia del paese.
Parlando, il Conte si è eccitato, e ha preso a passeggiare su e giù per la
stanza, tirandosi i lunghi baffi bianchi e dando di piglio a quanto gli capitava
sottomano, quasi a volerlo stritolare con quella sua forza terribile.
E una cosa, ha detto, che desidero
mettere su carta con la maggior
fedeltà possibile, poiché
riassume, in certo qual modo
la storia della stirpe:
” Noi Szekely abbiamo il
diritto di essere orgogliosi,
perché nelle nostre vene scorre
il sangue di molte razze valorose
che hanno combattuto come leoni
per la signoria.
Qui, nel calderone delle razze europee, le tribù ugre hanno portato
dall’Islanda lo spirito combattivo conferito loro da Thor e da Odino,
e di cui i loro guerrieri (ora nostra guerrieri) furibondi han dato prova,
con tanta selvaggia furia, sulle rive dei mari, non solo d’Europa, ma
anche d’Asia e d’Africa, al punto da far credere alle genti che fossero
E qui, quando giunsero, trovarono
gli Unni, il cui guerresco furore
aveva spazzato la terra come
vivida fiamma, tanto che i popoli
agonizzanti pensarono che nelle
vene di quelli scorresse il sangue
di quelle antiche streghe che,
scacciate dalla Scizia, si erano
accoppiate con i demoni del
deserto.
Quale dèmone, quale strega può
essere grande come Attila, il cui
sangue scorre in queste mie vene?
E nel pronunciarlo ha levato alte
le braccia.
“E’ forse da stupirsi che fossimo una
razza di conquistatori, che ne fossimo
fieri, che allorché i Magiari, i Longobardi,
gli Avari, i Bulgari o i Turchi si riversavano
a migliaia sulle nostre frontiere, noi li respingessimo?
E’ forse strano che quando Arpad e le sue legioni invasero la patria magiara
trovasse noi qui, a guardia del confine, e che qui si sia compiuto l’Honfoglalas?
E quando la marea ungara dilagò verso est, gli Szekely vennero proclamati
consanguinei dai Magiari vittoriosi, e a noi per secoli fu affidata la guardia alla
frontiera con la terra dei Turchi, ma che dico: LA GUARDIA IN ETERNO perché,
come affermano i Turchi stessi, ‘l’acqua dorme ma il nemico veglia’ “.
(Bram Stoker, Dracula)