L’IMPALATORE

DIARIO DI JONATHAN HARKER

21 Agosto

C’è una possibilità di fuga, o per lo meno di far giungere miei notizie a casa.

Un gruppo di Szgany è giunto al castello e si è accampato nel cortile.

Codesti Szgany sono ZINGARI; ne ho trovato notizia nel mio libro.

Sono tipici di queste regioni, per quanto apparentati con tutti gli altri ZINGARI

del mondo (urlano, sbraitano, ululano, corrono, bevono …..).

Ve ne sono migliaia qui nella terra del DRAGO e in tutta la regione della Transilvania,

e campano in margine alla legge (in quanto la legge è presa da ben altre tribù).

Di norma, si mettono al SERVIZIO DI QUALCHE ARISTOCRATICO o BOYAR,

di cui assumono il nome.

Sono impavidi e non hanno religione, ma solo superstiziosi, e parlano unicamente

i vari dialetti della lingua roman.

Scriverò qualche lettera (come le precedenti sotto riportate) indirizzata ai miei, e

cercherò di convincerli a spedirle. Ho già parlato con loro dalla finestra, tanto

per fare conoscenza, e quelli si son tolti il cappello e hanno abbozzato inchini, e

fatto molti altri gesti poi corrono come forsennati con i loro cavallini, NON HO

CAPITO PIU’ DI QUANTO COMPRENDA CIO’ CHE DICONO…FRASI SCONNESSE…

Ho scritto due lettere.

Quella a Mina è stenografata, e in quella indirizzata al signor Hawkins, gli chiedo

semplicemente di mettersi in contatto con lei, alla quale ho spiegato la situazione

in cui mi trovo, tralasciando però gli orrori che del resto posso solo sospettare.

Se dovessi scriverle a cuore aperto, la getterei nell’angoscia e nel più mortale dei 

terrori. 

Se le lettere non partissero, ebbene, il Conte non perverrà a conoscere il mio segreto

né l’entità di ciò che ho scoperto…..

Ho consegnato le lettere; le ho lanciate attraverso le sbarre della finestra insieme

ad una moneta d’oro, cercando di far capire, con tutti i gesti possibili, che dovevano

essere spedite. L’uomo che le ha raccolte se le è premute sul cuore, si è inchinato,

se le è messe nel berretto.

Di più non potevo fare.

Sono tornato in punta di piedi nello studio e mi sono messo a leggere.

Visto che il conte non veniva, ho vergato queste righe….

Il Conte è venuto.

Mi si è seduto accanto e, con la più garbata delle voci, aprendo due delle lettere ha

detto: “Gli Szigany m’hanno dato queste, non so donde provengano ma naturalmente

me ne accerterò…..”

(Bram Stoker, Dracula)

Da http://storiadiuneretico.myblog.it

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UN EBREO RAZZISTA: OMAGGIO A SARKO (2)

CATEGORIZZAZIONI RAZZIALI:

Nel 1936 il ministero degli Interni ordina la creazione di un istituto di ricerca

inteso a determinare la qualità razziale della popolazione zingara della Germania.

L’esigenza di individuare lo zingaro diventa stringente dopo la promulgazione delle

Leggi di Norimberga basate su criteri razziali.

L’Istituto di ricerca sull’igiene razziale e la biologia della popolazione era diretta da

Robet Ritter. Il suo obiettivo principale, definito dallo stesso Ritter nei primi mesi del

1940, era ‘fornire dati pratico-scientifici per l’adozione da parte dello Stato di provvedimenti

nel campo DELL’EUGENETICA E DELL’IGIENE RAZZIALE’.

Il 7 agosto 1941, il RKPA dirama istruzioni dettagliate su compilazione e utilizzazione

delle valutazioni razziali. Sulla base di queste perizie, si precisa, il RKPA classifica

un individuo come ZINGARO, girovago assimilabile agli zingari. La perizia poi trasmessa

agli uffici regionali della Kripo, conteneva una diagnosi razziale e indicazioni sulla

tribù di appartenenza dell’individuo esaminato. Essendo impossibile determinare con

assoluta precisione il grado di mescolanza razziale, la classificazione doveva far

riferimento al seguente schema semplificato:

1) ZINGARO puro o totale.

2) ZM+ con prevalenza di sangue zingaro.

3) ZM con parti uguali di sangue tedesco e di sangue zingaro.

4) ZM- con prevalenza di sangue tedesco.

5) NZ non zingaro.

La perizia doveva pure contenere l’indicazione della TRIBU’ di appartenenza dello

zingaro, perché, in molti casi, l’appartenenza tribale rendeva possibile determinare 

se l’individuo esaminato era tedesco o straniero. Andavano considerati zingari stranieri

quelli appartenenti alle tribù seguenti: ROM provenienti dall’Ungheria (CHE PRESENTANO

CARATTERISTICHE RAZZIALI IN COMUNE CON GLI EBREI), gelderari, lowari, 

lalleri e certi clan provenienti dai Balcani. 

L’istruzione del RKPA faceva presente che molti zingari stranieri avevano cognomi

e documenti d’identità tedeschi ai quali in realtà non avevano diritto. 

Tali documenti di identità dovevano essere sequestrati e gli zingari in questione trattati

come stranieri. Gli appartenenti alla tribù sinti erano tedeschi; molti di loro vivevano

in Germania da parecchie generazioni.

(Guenter Lewy, La persecuzione nazista degli zingari) 

(…Signori Rom guardatevi da tal zingaro di cui la foto vi propongo; nelle categorie 

razziali appena citate con la presente ‘circolare’ dovrebbe farvi compagnia in ugual 

aereo di rimpatrio, ma la politica è SOLO IL CIARLARE DI CIARLATANI IN 

MALAFFARE!) 

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UN EBREO RAZZISTA: OMAGGIO A SARKO

Quando la politica diventa comica, un omaggio storico a sangue tzigano ed ebreo.

Un articolo in

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/201008articoli/57755girata.asp

La Francia avvia l’espulsione dei rom….cenni storici:

Fu il concetto di illecito penale ad ampliarsi a partire dal 1933.

Il 14 dicembre 1937, Frick, ministro degli Interni ed esponente di spicco del

partito, emana un decreto relativo all’azione preventiva contro la criminalità da

parte della polizia. Oltre ai delinquenti abituali, la misura si applica a ‘chi, senza

essere un delinquente abituale o di professione, costituisce, per il suo comportamento

asociale, una minaccia per la popolazione’. Formula ripresa nelle norme applicative del

decreto emanate il 4 aprile 1938, che definiscono ‘asociali’ tutti coloro che ‘dimostrano

con il loro comportamento, ancorché non delinquenziale, di non volersi adeguare alla

vita della comunità’. 

Sono pertanto ‘asociali’: 1) coloro che commettono ripetutamente reati minori in violazione

dell’ordine stabilito dallo Stato NAZIONALSOCIALISTA, ‘per esempio mendicanti, vagabondi

(zingari), prostitute, alcolisti, affetti da morbi contagiosi, e in particolare malattie veneree, 

che rifiutano le cure; 2) gli individui, che pur non avendo precedenti penali, cercano di 

sottrarsi al dovere del lavoro dovendo di conseguenza ricorrere, per il proprio sostentamento,

all’assistenza pubblica, ‘per esempio, gli oziosi, quelli che si rifiutano di lavorare, gli 

alcolisti’. Le forze di polizia erano tenute a ricorrere alla custodia preventiva ‘in primo 

luogo nei confronti degli asociali privi di fissa dimora’. 

Secondo le citate norme applicative, coloro che venivano sottoposti al procedimento di

custodia preventiva dovevano essere inviati IN CAMPO DI CONCENTRAMENTO per 

una durata in linea di principio illimitata. I comandi di polizia periferici erano tenuti a

sottoporre i provvedimenti di custodia preventiva al comando della KRIMINALPOLIZEI

a Berlino, cui competeva la decisione finale in fatto di decorrenza temporale del 

provvedimento, che veniva riesaminato ogni dodici mesi. Non esisteva alcuna possibilità

di ricorso legale nei confronti di tali provvedimenti. 

Dato il carattere piuttosto elastico del concetto di ‘asociale’, era possibile farvi rientrare

chiunque non avesse fissa dimora o una fonte di reddito ben determinata. 

Nel 1942, il regime nazista ha ormai ampiamente abbandonato qualsiasi pretesa di 

GOVERNARE SU BASE LEGALE; ciò nonostante, le autorità locali continuano 

talvolta ad attenersi alla legalità procedurale.

In un’interessante analisi della dittatura nazista pubblicata negli Stati Uniti nel

1941, l’emigrato tedesco e scienziato della politica E. Fraenkel ha coniato l’espressione

DOPPELSTAAT (doppio stato) per designare uno Stato nel quale COESISTONO UN

SISTEMA DI DOMINIO DELL’ARBITRIO ASSOLUTO che non conosce limite in

alcuna garanzia giuridica e un sistema di governo che ASSICURA UN NUMERO

LIMITATO DI GARANZIE BASATE SUL DIRITTO E SUI PRIVILEGI.

Come abbiamo già osservato, il regime preferiva affrontare il ‘problema degli zingari’

mediante decreti ad hoc più che sulla base di una legislazione articolata, PROPRIO 

PER SFUGGIRE AL FONDAMENTALE PRINCIPIO GIURIDICO SECONDO IL 

QUALE E’ LECITO TUTTO CIO’ CHE NON E’ ESPLICITAMENTE VIETATO. 

L’adozione di provvedimenti intesi a ridurre lo status di uguaglianza giuridica degli

zingari si protrasse sino alla loro deportazione nel 1943. 

(Guenter Lewy, La persecuzione nazista degli zingari)

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