(Appunto dell’autore del BLOG:
l’economista e
divulgatore di cui
mi accingo a citare
alcuni passi
importanti, dopo un
seminario,
in una nota città
industriale,
ha raccolto i frutti
della ‘nuova prima
grande rivoluzione
biotecnologica’.
Forse è proprio
questo
– per talune economie –
il senso e il dovere della ‘parola’ apportata, ed il suo significato nella ‘specificità’ dell’idealismo.
Piantare quei ‘germi’ di nuova cultura BIOTECNOLOGICA spacciandola per ‘traguardo’,
per ciò che loro intendono progresso, e sviluppo economico, ma soprattutto, visto i
fallimentari risultati conseguiti, business e facile accesso a finanziamenti che non sono
‘traguardi sociali’ come troppo spesso vengono paventati all’ignara opinione pubblica,
ma sempre e solo sperpero di ‘denaro pubblico’. In Comuni e province dove i bilanci
di taluni amministrazioni sono irrimediabilmente ed incomprensibilmente in ‘ROSSO’,
e spesso i loro amministratori, coinvolti in aule di tribunali per corruzione e molto altro.
‘Buchi, sperperi, inefficienza,incompetenza, privilegio, nepotismo, corruzione,
falso in bilancio, SONO LE PAROLE D’ORDINE DI TALUNI AMMINISTRAZIONI,
di cui godono solo i valenti ed inefficienti amministratori pubblici e di cui nessuno
della cosidetta società civile ‘assapora’ i reali benefici sbandierati come traguardi conseguiti.
I traguardi spesso ‘spacciati’ per nuove frontiere del benessere, nel nostro caso, di progresso
BIOTECNOLOGICO, mèta di ambiziosi investimenti pubblici e privati. In sedi pubbliche dove
il ‘privato cittadino’ è costretto sempre e troppo spesso a ricorrere al ‘privato’ per i più
elementari accertamenti diagnostici, e dove troppo spesso, costosissimi ‘macchinari’ sono o
in disuso, o obliterati di lavoro, ove le liste di attesa sono interminabili a beneficio, sempre
più di strutture private o convenzionate, con alti costi per la cosiddetta sanità…pubblica.
Dove la sanità, appunto, per il comune e povero cittadino è ultimo traguardo di efficienza.
Efficiente SOLO E SEMPRE PER UNA RISTRETTA CERCHIA O CASTA DI ADDETTI AI
LAVORI, FACCENDIERI, POLITICI, PORTABORSE,E NON PER ULTIMI…ALTI PRELATI.
Mi accingo a riportare taluni passi salienti dell’economista, nonché divulgatore ed ecologista,
allo ‘SPACCIO DELLA BESTIA TRIONFANTE’….):
Mentre parte dell’attenzione dell’opinione pubblica è stata diretta verso l’inquinamento
agricolo e verso i potenziali effetti di un rilascio, accidentale o volontario, delle mortali
tossine e degli agenti patogeni negli esperimenti di guerra biologica, minore attenzione
è stata rivolta agli impatti dell’inquinamento genetico sulla salute degli animali, a
dispetto dei rapporti pubblicati sul marcato aumento delle sofferenze degli animali a
causa della ricerca condotta sugli animali trasgenici. Migliaia di animali transgenici,
chimerici e clonati, dai maiali ai primati, sono in questo stesso momento oggetto di
sperimentazioni in tutti i laboratori del mondo, allo scopo di migliorare l’allevamento
e di creare modi più efficienti per la produzione di farmaci e di prodotti chimici e di
trovare cure e terapie per le malattie che colpiscono l’uomo. L’inserimento di geni
estranei nel codice genetico di un animale può scatenare una serie di molteplici
reazioni e può essere la causa di una sofferenza per la creatura mai riscontrata in
passato.
Nello sviluppo degli animali transgenici, il ‘contesto’ è essenziale per qualsiasi
discussione morale. Quando il problema della creazione di animali transgenici viene
sollevato in un contesto commerciale per suscitare interesse nei probabili investitori di
Wall Street, i biologi molecolari spesso parlano delle potenzialità rivoluzionarie delle
nuove tecnologie. Essi si vantano della capacità di superare milioni di anni di evoluzione
e migliaia di anni di procreazione classica e di creare organismi interamente progettati
bioindustrialmente dagli illimitati utilizzi commerciali. Quando, invece, la stessa
sperimentazione sugli animali transgenici viene messa in dubbio dagli ambientalisti
e da quelli che difendono i diritti degli animali, i biologi molecolari assumono una
posizione molto più conservatrice, affermando che i loro sforzi rappresentano un
piccolo passo avanti rispetto alle convenzionali tecniche di procreazione.
Per la prima vola i biologi molecolari credono di avere il potere di controllare il
processo dell’evoluzione in sé, di dettare i termini, anche se in una forma veramente
primitiva, del ‘viaggio’ dello sviluppo della natura.
David Martin Jr., della facoltà di medicina dell’Università della California a San
Francisco, affermò: IL GENERE UMANO STA PARTECIPANDO AL PROCESSO
DELL’EVOLUZIONE. CON QUESTO INTENDO DIRE CHE LA NOSTRA CAPACITA’,
ACQUISITA ATTRAVERSO L’EVOLUZIONE, DI MANIPOLARE I GENOMI GRAZIE
ALLA PROCREAZIONE SELETTIVA E PIU’ RECENTEMENTE GRAZIE ALLE
TECNOLOGIE DI DNA RICOMBINATE, E’ PARTE INTEGRANTE DELL’EVOLUZIONE
STESSA E NON STA, ANCHE SE QUESTO E’ STATO AFFERMATO IN PASSATO,
‘ARMEGGIANDO CON L’EVOLUZIONE’. …INVECE E’ L’EVOLUZIONE.
Se questi nuovi strumenti transgenici conferiscono una sorta di paternità sulle altre
creature, molto in anticipo rispetto ai tipi di manipolazione con i quali siamo stati
abituati a sperimentare nel passato, allora la questione diventa stabilire se le altre
specie debbano o no essere appropriatamente il soggetto della totale riconfigurazione
secondo le nuove linee di sviluppo. In altre parole, è possibile dimostrare che la
‘specificità’ o la ‘realtà’ delle molte specie animali che esistono sulla Terra deve essere
onorata e rispettata?
Le nozioni di valore intrinseco e di ‘specificità’ furono animosamente rifiuatata dai
biologi molecolari, che pensavano che tali termini appartenessero al mondo del
‘misticismo’ e non avessero alcuna collocazione nella discussione sui problemi
scientifici. Non è difficile comprendere perché i biologi molecolari siano così contrari
all’idea di ‘specificità’. Attraversare i confini delle specie è l’essenza della nuova
rivoluzione biotecnologica. Per riconoscere anche la più remota possibilità di una
questione morale, etica o filosofica per la protezione delle specie bisogna chiedersi
quale sia la vera natura della tecnologia dell’ingegneria genetica.
Altro aspetto importante dei presunti traguardi conseguiti per la salute dell’uomo,
con l’apporto di biotecnologie è la tecnica dell’XENOTRAPIANTO. I timori di usare
gli organi dei babbuini e di altre scimmie per gli xenotrapianti hanno spinto le
industrie biotecnologiche a rivolgere la sperimentazione sugli organi dei maiali
come alternativa più valida e potenzialmente più sicura. I ricercatori affermano
che le scrofe, al contrario delle scimmie, sono state fatte crescere in ambienti privi
di agenti patogeni e, di conseguenza, sono libere dai virus pericolosi che potrebbero
essere trasmessi alla popolazione umana. La loro fiducia venne minata nel 1997
quando gli scienziati comunicarono la scoperta di un retrovirus endogeno suino (Perv)
che infettava le cellule umane in vitro, sollevando la possibilità che altri retrovirus
suini, non ancora scoperti, potessero superare i confini di specie ed essere causa
di insorgenza di nuove malattie nei pazienti. Ancora più inquietante è il fatto,
che molti retrovirus sono agenti patogeni trasmessi per via ematica o per via
sessuale supponendo che il Perv, come il virus dell’Aids, potrebbe essere trasmesso
attraverso il contatto diretto e dare origine a una vera e propria epidemia.
Allan sostiene che il risultato di queste ultime scoperte sui retrovirus dei suini
‘potrebbe obbligare le istituzioni sanitarie pubbliche, a considerare gli organi degli
animali trapiantati nell’uomo come un contenitore onnicomprensivo per i retrovirus,
i quali potrebbero dare luogo a virus ricombinati con caratteristiche patogene alterate’.
(Jeremy Rifkin, Il secolo Biotech)