(….Cari amici, fratelli, camerati
..e compagni, nell’attesa di qual
sivoglia evento, e visto la stagione
propizia, prepariamoci al rito
antico della castagna.
In attesa di una nuova guerra,
e di una nuova volpe,
prepariamoci, qui nelle nostre
trincee cittadine al rito antico
del buon sapore….
Il vostro Pietro Autier…)
Il segreto, in fin dei conti, sta
in una sola parola: plasticità.
Il comportamento delle volpi è stato studiato
in varie parti del mondo e s’è visto che,
entro certi limiti, niente c’è di fisso e di definito.
La volpe ad esempio è animale solitario:
ogni adulto se ne sta per considerevole
periodo dell’anno solo in un suo territorio
e sviluppa una sua relativa socialità
soprattutto in rapporto con la riproduzione.
Il maschio e la femmina cioè per un po’
convivono monogamicamente; un po’ poi
il maschio dà una mano a tirar su la
figliolanza. La mamma, per parte sua,
coll’allegra ed esplorativa cucciolata spende
ancora più mesi. I giovani, divenuti quasi
adulti, sentono infine crescer dentro una
forte tendenza a disperdersi, a cercarsi, ciascuno, una sua propria, individuale, area
abitativa. Ebbene, a seconda della situazione ambientale, sia la dimensione di quest’area
sia la disponibilità a convivere con altri varia notevolmente. Così la monogamia può
qualche volta tramutarsi in poligamia. Può anche succedere che più adulti, pur
frequentandosi poco, indipendentemente da motivi sessuali, stiano insieme nello stesso
territorio. A condizionare la socialità è, in definitiva, la disponibilità e la qualità, e
anche la distribuzione, delle risorse alimentari. E’ questo infatti il punto interessante.
La volpe può apprendere a nutrirsi quasi del tutto, animali e vegetali; sa, in caso di
abbondanza, far scorte nascondendo una parte del cibo in previsione dei momenti
duri. Dimostra, infine, una sorta particolare di altruismo. Così: soprattutto ispezionando
intorno alle discariche studia con attenzione ciò che può essere cibo e che, invece,
cibo non è. Ebbene, durante questa sua attività da spazzino marca coll’urina ogni
oggetto apparentemente commestibile ma in realtà non valutato tale. Così, quando
poi un’altra volpe passa vicino a una sostanza già marcata, il segnale lasciato
annunzia ‘niente cibo’. La volpe ‘legge’ e passa via…..
(Danilo Mainardi, Dalla parte degli animali)
Da http://giulianolazzari.splinder.com