LA CAPPELLA NERA

Il segreto del Graal deve essere celato

E mai da uomo alcun rivelato,

Poiché appena questo si ode,

Potrebbe accadere ad uno sì prode,

Se una donna ha chi lo dice

Per la vita non avrà più pace

Se Master Blihis non mente,

Questo segreto nessun deve mai dire.

Ma la meraviglia che qui trovò

Per cui spesso di spavento tremò,

Non deve mai a nessuno rivelare,

Chi lo dirà avrà da penare,

Poiché del Graal è questo il segnale

Che in pena langua ed in ogni male

Chi ad alcuni riveli il suo segreto.

(…….)

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IL MELOGRANO: OVVERO L’ETERNO RITORNO (4)

Dialoghi con Pietro in:

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Già Pausania aveva descritto una                                 

statua di Era in Argo, maestosa sul                         melograno2.jpg

trono, che portava sul capo una corona

dov’erano scolpite Cariti e Ore, in una

mano il frutto e nell’altra lo scettro.

Quale significato avesse la melagrana

lo scrittore greco non volle svelarlo,

limitandosi a dire che ‘la tradizione è

di quelle di cui è meno lecito parlare’.

Anche altre dee furono ritratte con

questo simbolo vegetale:

Atena, protettrice della città di Atene

nella sua funzione di divinità vittoriosa,

Afrodite nell’isola di Cipro, dove secondo

un mito avrebbe piantato per la prima volta

l’albero, e infine Core-Persefone, Signora

degli inferi e delle piante.

I Latini chiavano il frutto ‘malum punicum’, melo

fenicio, perché si diceva che provenisse dall’area siro-fenicia dove una mitica Side, altro

nome greco della melagrana, veniva considerata l’eroina fondatrice di Sidone che ne aveva

ripreso anche etimologicamente il nome.

L’alberello, detto botanicamente ‘Punica granatum’, proviene in realtà da una zona che si

estendeva dal Punjab, in India, ai territori a sud del Caucaso; ma fin dall’antichità si era

diffuso in Asia Minore e poi nei Paesi mediterranei.

E’ una delle piante del mio minuscolo giardino che dalla primavera all’inizio dell’inverno,

quando perde le foglie caduche di un verde brillante, offre incanti misteriosi. All’inizio

della primavera nascono le foglioline di un colore rossiccio ruginoso che poi a poco a poco

trascolora nel verde. Nel segno dei gemelli sbocciano i primi fiori, simili a campanule,

che si aprano come una stella a sei punte: anch’essi rossi, ma di un rosso che trascolora

nell’arancio. Dai fiori fecondati crescerà il frutto, simile a una grossa bacca che, giunta

a maturazione nell’autunno, sarà sovrastata da una coroncina e assumerà varie gradazioni

di rosso, dal più tenue al più acceso, svelando al suo interno gli innumerevoli semi

sanguigni: feconda e regale.

(Florario, Miti, leggende e simboli di fiori e piante)

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