IL SINDACATO (2)

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A volte succede che i testimoni                                               robert kennedy2.jpg

si mettano nei guai con le loro

stesse mani; ricordo un

episodio del genere,

molto spassoso.

Fu durante le sedute del 1959

mentre interrogavamo

Hoffa a proposito della sua

ventilata alleanza con Harry

Bridges, il cui Sindacato

lavoratori portuali della

costa del Pacifico, la

West Coast Longshore-

men’s Union, era stato

espulso dalla confederazione perché seguiva una politica comunista.

Stavo leggendo ad alta voce passi di editoriali sulla rivista dei Teamsters, che attaccavano

l’infiltrazione comunista nel movimento sindacale. Hoffa volle sapere chi li aveva firmati

e io glielo dissi: Dave Beck. 

– Ora capisco, sogghignò.

Poi lessi un altro passo.                                                          hoffa1.jpg

– Se i sindacati comunisti

riusciranno a conquistare

una posizione tale da 

esercitare un’influenza

sulle rotte mondiali dei

trasporti, sarà un duro

colpo per il mondo

libero.

– Chi ha scritto questa frase,

secondo lei?

– Io non mi interesso di 

politica e di teorie,

rispose Hoffa.

– Io mi occupo dei lavoratori.

– Lavoro duramente 10-12 ore al giorno.

– Ma è d’accordo? chiesi.

– No, disse Hoffa, non sono d’accordo.

– E lei sa chi ha fatto questa affermazione? E quale editore l’ha pubblicata?

– Non lo so, rispose. Poi aggiunse in tono sprezzante:” Probabilmente Beck, David 

Beck giù al sud….Mi sembra farina del suo sacco”.

– E’ stato il signor James Riddle Hoffa, gli dissi.

Hoffa fece un balzo fin quasi al soffitto.

– Me lo faccia vedere, gridò.

– Non lo legga fuori dal suo contesto. Me lo lasci vedere. So benissimo quello che ho

scritto e quello che non ho scritto.

– Ma l’editore sembra che le abbia pagato anche delle percentuali, replicai io…,

sorridendo.

(Robert F. Kennedy, Il nemico in casa)

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500 post: DEDICATO AD UNA DONNA

C’è differenza fra una coppia

…che fa l’amore,

ed una donna che si masturba

con solo l’orgasmo

di un uomo che presta

il suo istinto…che mai muore.

C’è differenza fra un uomo che crea,

e una donna che canta

la sua lunga preghiera,

convinta della forma

cosa assai bella

di un’anima inquieta,

che sicura della propria

bellezza,

si dona piacere

..senza natura che vede…

la vera forma

di chi confonde

ogni goccia di neve,

di chi inganna perfino la bufera,

di chi ode la mia preghiera

per barattarla in nera tortura

che nulla più crea.

Mentre ruba la bellezza

di una diversa donna

che mai mente,

che è tutta la natura

che si spoglia e giammai si cura

della sua forma,

principio che sgorga

dalla sua crosta,

bellezza che avanza

a passo di danza,

verità che illumina

ogni mia stanza.

Cella segreta di una donna,

convinta

della sua …grande

ed immensa bellezza…

Bugia che avanza

per ogni svelata sostanza,

elemento che muore

per ogni suo dolore.

Vi è differenza

fra quelle due donne,

una ricca e piena di rancore,

l’altra povera

e colma dell’odio

che vuol essere solo amore….

E pian piano

vedo morire

nel lento orgasmo

di una donna che pensa

ma mai ha colto

né conosciuto l’amore.

(Pietro Autier)

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NORD EUROPA

Nella Scandinavia di                                           larsson1.jpg

Munch la tradizione

pesaggistica del

romanticismo del Nord,

con le sue immagini

sublimi di abissi, di

cateratte torrenziali

e di tempeste, perdura

ben oltre la metà del

XIX secolo.

Già alla fine del

700, l’artista svedese

Elias Martin aveva

dipinto scene

raffiguranti

pini piegati dal vento

in vasti e nebbiosi passi                                             dahl3.jpeg

di montagna, scene in

grado di rivaleggiare

con le immagini più

sublimi della tradizione

britannica che

Martin aveva potuto

assorbire durante due

soggiorni in Inghilterra;

e all’inizio del XIX

secolo il norvegese

Johan Christian                                                               dahl4.jpg

Claussen Dahl aveva

stabilito stretti legami

con l’arte di Friedrich.

Da contemplare

un’opera di questo

artista dipinta nel

1849, una betulla

sferzata dal vento e

agonizzante, come

esempio tardivo e

particolarmente

convincente della

‘pathetic fallacy’.

In effetti, le tradizioni

del paesaggio romantico

si mantennero nell’arte

scandinava ben oltre                                                                 larsson2.jpg

il 1848, un anno

cruciale per la storia

della pittura francese.

Ne sono un esempio le

drammatiche tele dello

svedese Markus

Larsson, che

perpetuano fin

oltre la metà del

secolo scene di

foreste vergini e

selvagge e di

tempeste sul mare

sotto la luce della

luna.                                                                       larsson3.jpg

Senza dubbio,

questo romanticismo

ormai profondamente

radicato fu messo in

discussione negli anni

70 e 80 da artisti più

giovani e maggiormente

legati all’ambiente di

Parigi che tentarono

una rivoluzione realista;

ma le tradizioni native

del paesaggio

romantico erano

così salde che

possiamo ritenere che                                   munch1.jpg

un artista come

Munch, malgrado la

sua adesione giovanile

a un’estetica realista,

abbia semplicemente

prolungato più che

resuscitato lo spirito,

le ambizioni e le forme

dell’arte romantica.

Come Van Gogh,

Munch apporta

profonde modifiche

esteriori alle sue

opere, dopo

aver assimilato il

vocabolario artistico

più recente che

egli aveva potuto sudiare durante i suoi frequenti soggiorni in Francia a partire dal 1885.

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