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Dall’altro lato della Reye, nel Markt, sopra la Halle duecentesca si alzava la torre:
ora è alta ottanta metri, allora mancava ancora della parte superiore ottagonale
(costruita nel 1482); nella piazza che era la più grande del centro cittadino, si
teneva il mercato del pesce, altre due piazze non lontane erano destinate al
mercato del grano e a quello delle pelli. Ancora sul Markt vi era forse l’edificio
più sorprendente della città, la Waterhalle della fine del ‘ 200, costruita sopra il
fiume così che le imbarcazioni entravano nel fabbricato per il carico e lo scarico
delle merci al coperto.
Nella bella chiesa di Nostra Signora, luminosamente
gotica, si trascinava la costruzione dell’altissima torre
di mattoni; arriverà a 122 metri ma sarà finita soltanto
nel 1549. Al vicino ospedale di San Giovanni non era
ancora arrivato Memling a dipingere i suoi capolavori
(probabilmente è una leggenda che le monache l’abbian
accolto qual soldato ferito).
Un uomo come il Pigli della colta cerchia di Cosimo
si sarà certo incuriosito di quella che si usa chiamare
la scuola pittorica di Bruges, ossia i grandi artisti
fiamminghi del XV secolo che si iscrissero alla
ghilda cittadina dei pittori ma che per lo più non
erano nati a Bruges (Jan van Eyck probabilmente a Maaseik, Hugo van der Goes
a Gand, Memling nella regione di Magonza).
Il mercante lucchese Giovanni Arnolfini fatto cavaliere da Filippo il Buono, e la moglie
Giovanna Cenami tenevano nella loro casa lo splendido ritratto che si erano fatti dipingere
dodici anni prima da Jan van Eyck e nella chiesa di San Donaziano stava appesa, dello
stesso pittore, la Madonna in trono col Bambino tra san Donaziano e il donatore, un
canonico di quella chiesa di nome van der Paele, morto molto vecchio tre anni prima.
Il 3 maggio tutta la città andava in processione, ogni corporazione preceduta da tre
trombe d’argento.
Lo spasso durava quattro ore.
Ovviamente partecipava anche il ‘re degli arcieri e dei balestrieri’ che si era guadagnato
il rango due giorni prima, tirando a un pappagallo di legno in uno dei due giardini,
fuori città, dove quegli specialisti andavano ogni giorno festivo a esercitarsi nel tiro.
(L. Camusso, Guida ai viaggi nell’Europa del 1492)