UN REO DE MUERTE

Quando un incomprensibile impulso a scrivere mi mise per la

prima volta la penna in mano per imbastire in forma di discorso

le mie idee, il teatro mi si presentò come primo bersaglio per quella

che molti hanno qualificato come la mia mordace maldicenza.

Non so se a un’attenta considerazione l’umanità abbia diritto a

lamentarsi di ogni tipo di critiche, né se di essa si possa dire tutto

il male che merita, ma poiché ci sono migliaia di pseudo-filantropi

che difendendo l’umanità pare che vogliano indennizzarla del fatto

di esserne componenti, non insisterò in questa riflessione.

Dal cosiddetto teatro per antonomasia mi lasciai scivolare dolcemente

verso il vero teatro: quella moltitudine in costante movimento, quella

società dove senza prove né previo avviso di cartelloni, e a volte in

modo gratuito quanto vano, si rappresentano tanti ruoli fra loro così

diversi.

Vi feci la mia discesa, e posso assicurare che comparando questo teatro

 al primo non poté che venirmi l’idea che quello era più consolante di

questo.

Perché, a essere sinceri, è triste contemplare sulla scena la civettuola,

l’avaro, l’ambizioso, la gelosa, la virtù decaduta e vilipendiata, gli 

incessanti intrighi, il crimine regnante e talvolta trionfante; ma uscendo

da una tragedia per rientrare nella società si può almeno esclamare

‘tutto ciò è falso, è pura invenzione, è un evento forgiato per divertirci’.

Nel mondo è tutto il contrario : l’immaginazione più accesa non riuscirà

mai ad abbracciare tutta l’orribile realtà.

(Mariano José De Larra, Un condannato a morte, Colonnese ed.)

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CONTRO IL DIALOGO 2

(Circa 13 secoli dopo, uno dei tanti dialoghi)

Da  http://pietroautier.myblog.it  &

       paginedistoria.myblog.it

 

Diciamo, pronuntiamo e dichiariamo che tu, Galileo sudetto,

per le cose dedotte in processo e da te confessate come sopra,

ti sei reso a questo S. Off.o vehementemente sospetto d’heresia,

cioè d’haver tenuto e creduto dottrina falsa e contraria alle Sacre

e divine Scritture, ch’il sole sia centro della terra e che non si muova

da oriente ad occidente, e che la terra si muova e non sia centro del 

mondo, e che si possa tener e difendere per probabile un’opinione 

dopo esser stata dichiarata diffinita per contraria alla Sacra Scrittura;

e conseguentemente sei incorso in tutte le censure e pene dai sacri 

canoni et altre constitutioni generali e particolari contro simili

delinquenti imposte e promulgate. Dalle quali siano contenti sii

assoluto, pur che prima, con cuor sincero e fede non finta, avanti

di noi abiuri, maledichi e detesti li sudetti errori et heresie et

qualunque altro errore et heresia contraria alla Cattolica ed

Apostolica Chiesa, nel modo e forma che da noi ti sarà data.

Et acciocché questo tuo grave e pernicioso errore e transgressione

non resti del tutto impunito, et sii più cauto nell’avvenire et assempio

all’altri che si astenghino da simili delitti, ordiniamo che per pubblico

editto sia prohibito il libro de’ Dialoghi….

Ti condanniamo al carcere formale in questo S.o Off.o ad arbitrio nostro;

e per penitenze t’imponiamo che per tre anni a venire dichi una volta la

settimana li sette Salmi penitentiali : riservando a noi facoltà di moderare,

mutare, o levar in tutto o parte le sodette pene e penitenze.

Ad nostro piacimento come meglio si aggrata alla nostra Sant.ma

inquisitione.

Et così diciamo, pronuntiamo, sententiamo, dichiaramo, ordiniamo e

reservamo in questo et in ogni altro meglior modo e forma che di ragione

potemo e dovemo, in codesto Italico paese.

(Documenti del processo)

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