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Berigardo e Chiaramonte, amendue lettori in Pisa, mi hanno
scritto contro; questo per sua difesa, e quello, per quanto dice,
contro a sua voglia, ma per compiacere a persona che lo può favorire
nelle sue occorrenze, ma amendue molto languidamente.
Ma quello che è degno di considerazione, alcuni, vedendosi un
larghissimo campo di poter senza pericolo prevalersi dell’adulazione
per augumento de’ proprii interessi, si son lasciati tirare a scrivere
cose, che fuori dalle presenti occasioni sarebbero facilmente reputate
assai esorbitanti, se non temerarie.
Il Fremondo si ridusse a sommerger fin presso la bocca della terra
nell’eresia.
Ma ultimamente un Padre Gesuita ha stampato in Roma che tale
opinione è tanto horribile, perniziosa e scandalosa, che se bene si
permette che nelle cathedre, nei circoli, nelle pubbliche dispute e
nelle stampe, si portino argomenti contro ai principalissimi articoli
della fede, come contro all’immortalità dell’anima, alla creazione,
all’Incarnazione etc.., non però si deve permetter che si disputi
né si argomenti contro alla stabilità della terra; sì che questo solo
articolo sopra tutti si ha talmente a tener per sicuro, che in modo
alcuno si habbia, né anco per modo di disputa e per sua maggiore
corroborazione, a instargli contro.
Il titolo di questo libro è : Melchioris Inchofer, e Societate Iesus,
Tractatus syllepticus.
E’cci anco Antonio Rocco, che pur con termine poco civile mi
scrive contro in mantenimento della peripatetica dottrina et in
risposta cose da me impugnate contra Aristotile; il quale da
sé stesso si confessa ignudo dall’intelligenza di mathematica
et astronomia.
Questo è cervello stupido et nulla intelligente di quello che
io scrivo, ma ben arrogante e temerario al possibile.
(Galileo Galilei)