UN BIVACCO DI MORTI

Lassù, nel cuore degli Allegheny, nella contea di Pocahontas, nella Virginia

occidentale, si estende una piccola valle amena attraversata dalla

biforcazione orientale del fiume Grenbrier.

Nel punto in cui la carregiata che scende lungo la valle incrocia la

vecchia strada di Staunton e Parkersburg, via di grande traffico ai

suoi tempi d’oro, sorge un ufficio postale collocato all’interno di una

fattoria.

Il posto si chiama Il riposo dei viandanti, poiché un tempo era una

taverna.

Sulle cime di alcune collinnette a un tiro di schioppo dalla casa ci sono

delle lunghe linee di vecchie fortificazioni dei Confederati, progettate

con perizia e conservate così bene che basterebbe un’ora di lavoro di

una brigata per rimetterle in sesto per la prossima guerra civile.

In questo posto ebbe luogo una battaglia, o meglio, quella che venne

definita una battaglia agli inizi della grande ribellione.

Una brigata di truppe federali, tra le quali era compreso il reggimento di

chi scrive, giunse sul monte Cheat, a una ventina di chilometri più a ovest

e, serrando i ranghi intorno alla piccola valle, saggiò per tutto il giorno la

forza del nemico, mentre il nemico saggiava la sua.

Ci fu uno scontro spietato a suon di cannoni in cui, in entrambi gli

schieramenti, perì una dozzina di soldati; poi, avendo trovato il posto

troppo resistente agli assalti, i Federali dichiararono la faccenda una

ricognizione in forze e, dopo aver seppellito i morti, si ritirarono nel

luogo più confortevole dal quale erano venuti.

I morti giacciono ora nel bel cimitero nazionale di Grafton, debitamente

registrati, perlomeno quelli di loro che erano stati identificati, e sono

stati raggiunti da altri morti federali, raccolti nei diversi accampamenti

e campi di battaglia della Virginia occidentale.

Il soldato caduto ( a quanto pare, il termine ‘eroe’ è stato coniato in seguito)

gode di umili onori che è possibile tributargli.

                               Di tutto lo splendore che rivive

                               sulla catena delle colline estive,

                               il verde sepolcro sol lo consola.

In realtà più della metà dei sepolcri verdi del cimitero di Grafton è contrassegnata

dalla scritta ‘Ignoto’, e talvolta capita di soffermarsi sulla contraddizione insita

nell’espressione ‘onorare la memoria’ di qualcuno di cui non è rimasta nessuna

memoria da onorare; ma ciò non sembra aver recato grossi danni ai vivi, nemmeno

a quelli razionali.

(A. Bierce, I racconti di guerra, Fanucci ed.)

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UN BIVACCO DI MORTIultima modifica: 2011-06-28T06:00:00+02:00da giuliano106
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