UN INNO ALLA BICICLETTA (15)

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un inno alla bicicletta

 

 

Anni sono – e in quel tempo ancora si calunniava il timido e raro

ciclista, ed era ben viva la parola ‘ciclofobo’, ricordiamo di aver

veduto offrire alla universale ammirazione la fotografica sembianza

di un curioso e grottesco essere antropomorfo, cui non umana

forma aveva data la fantasia morbosa di un figurinaio decadente. 

un inno alla bicicletta

Repulsivo e gibboso, gli occhi vitrei fissi sotto la bassa fronte

volgare, enorme la mandibola e la bocca ferina, enormi le braccia

villose, enormi le mani afferrate al manubrio d’una bicicletta

da corsa, il mostro era forse creato a raffigurare, più che il voluto

bicyclantropos curvatus, la sintesi della enormità paradossale.

Riprodotto da qualche periodo freddurista, ebbe il suo quarto

d’ora di celebrità.

Non più.

Chi oggi ricorda?

E chi pur ricordandolo può trattenere il sorriso indulgente? 

un inno alla bicicletta

….Vale tuttavia la pena di richiamare alla memoria quella

creazione strana, solo perché essa volle a’ suoi tempi rappresentare

lo spirito della ‘pubblica opinione’.

In ogni avvenimento anche isolato e in apparenza trascurabile, 

lo studioso e l’osservatore possono ritrovare il ‘fenomeno’ di

psicologia collettiva, che in una data epoca afflisse l’umanità…

di epidemie misoneiste.

La figurazione paradossale dell’homo non-sapiens in sembianza

ciclo-belluina venne ben presto dimenticata. 

La buona bicicletta – superiorum permissu – già trascorreva

liberamente per le vie cittadine, e i campanelli trillavano cortesi:

guardatela, la buona bicicletta, e non odiatela, che non merita 

il vostro odio.

E’ modesta, costa poco e rende moltissimo, poiché risparmia tanto

tempo e il tempo è denaro.

E’ piccolissima, comoda, leggera, non mangia, non sporca, non

scappa all’improvviso come i cavalli imbizziti. Quando lavora,

un palmo di strada le basta: quando riposa, si contenta di un

sottoscala. Perché non vorreste fare amicizia con lei?… 

un inno alla bicicletta

E il pedone rimase ancora poco come quel cattivo sordo perché

non voleva sentire; burbero, brontolone e pusillanime.

Ma in quei tempi era già nato il Touring; ancora in fasce, allevato

da buone mamme e da ottime balie, sapeva già andare in 

bicicletta.

I più feroci misoneisti osservarono il grazioso fenomeno,

ammirando, e si persuasero che il nuovissimo mostricino d’

acciaio, apparso sulla faccia della terra per gli uomini di buona

volontà, non doveva poi essere tanto malefico.

E vennero, ad uno ad uno, poi a cento, a mille, a far atto di 

contrizione sincera: giovinetti di primo e di primissimo pelo,

uomini maturi e posati, vecchi barbogi e donne gentili.

(Umberto Grioni, Il ciclista)

 

 

un inno alla bicicletta

 

UN INNO ALLA BICICLETTA (15)ultima modifica: 2011-10-12T15:00:00+02:00da giuliano106
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