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Ciò che contraddistingueva i colpi ben organizzati delle rapine ai treni
attuati dal ‘mucchio selvaggio’ era l’assenza di morti e di molestie ai
viaggiatori e l’uso di enormi quantitativi di dinamite che solitamente
trasformavano i carri-merci in pile di detriti.
Le rapine ai treni nei pressi di Wilcox, Wyoming, il 2 giugno 1899, a
Folsom, Nuovo Messico, l’11 luglio 1899 e a Tipton, Wyoming, il 29
agosto 1900 vengono generalmente attribuite al ‘mucchio selvaggio’.
a ideare e realizzare i colpi. Elzy Lay, amico fraterno di Butch fu seriamente
ferito e catturato poco dopo la rapina di Folsom e condannato a passare
un bel po’ di anni nel penitenzario del Nuovo Messico.
Con gli investigatori di Pinkerton perennemente alle calcagna, presto
anche altri uomini della banda furono arrestati o eliminati.
Dopo la rapina al treno di Tipton, Butch e Sundance decisero di fare un
ultimo copo in banca prima di lasciare le amate Montagne Rocciose.
Scelsero una cittadina piuttosto sperduta del Nevada occidentale,
Winnemucca, e portarono con loro Bill Carver come terzo uomo.
A mezzogiorno del 19 settembre 1900, studiata la mappa della First
National Bank, entrarono in città a cavallo senza indossare maschere.
Nel giro di cinque minuti avevano preso più di 32.000 dollari e stavano
fuggendo da Winnemucca. Probabilmente, altri uomini della banda
come Harvey Logan e Ben Kilpatrick li aiutarono a fuggire rapidamente.
Cambiando continuamente i cavalli in tempi molto stretti si allontanarono
per centinaia di chilometri a nord della città mentre a Winnemucca stavano
ancora formando le squadre per andare a cercarli.
Giunti in Idaho, poi, presero ognuno una direzione differente. Dalle tracce
che lasciarono in seguito, sembra che si rendessero conto che quella
rapina avvenuta con successo sarebbe stata una delle ultime della gloriosa
banda. Seguendo ognuno una strada diversa, tutti abbandonarono le
montagne inespugnate dove avevano passato la loro giovinezza, e alcuni
mesi più tardi si ritrovarono per riprendere i contatti tra di loro a più
di 1500 chilometri di distanza, a Fort Worth nel Texas.
Lì si lanciarono in spese folli: comprarono abiti molto costosi, camicie,
scarpe alla moda e cappelli a bombetta che in quel periodo erano il
massimo dell’eleganza.
Butch acquistò anche una bicicletta su cui imparò a fare evoluzioni
acrobatiche.
Un giorno di dicembre, Carver, Logan, Kilpatrick, Butch e Sundance si
recarono insieme da Schwartz, il fotografo, vestiti con i loro completi
migliori per farsi scattare alcune foto. Ordinarono una dozzina di copie
delle fotografie e Butch che amava fare lo smargiasso, ne spedì una alla
First National Bank di Winnemucca, ringraziando i bancari per aver
permesso alla sua banda di comprare vestiti così eleganti.
Il fotografo, però, aveva messo gli investigatori sulle loro tracce e questi,
forse subodorando ciò che stava accadendo, si spostarono a San Antonio.
Fu probabilmente quando si trovarono a San Antonio da Fanny Porter
che Butch, Sundance e Harvey Logan pensarono di fuggire in Sudamerica.
Proprio Logan, pur non essendo entusiasta dell’idea, suggerì di fare
un’ultima rapina prima di lasciare il paese.
Il 3 luglio 1901 fermarono un espresso della Great Northern nei pressi
di Wagner, nel Montana, e fecero saltare il vagone merci portandosi via
migliaia di dollari in titoli bancari. Pochi mesi più tardi, mentre stava
cercando di cambiarli in banconote a corso regolare, Logan fu catturato
e messo in prigione.
Nel frattempo, Butch, Sundance ed Etta Place erano a folleggiare a New
York prima di partire per il Sudamerica. Pieni di soldi com’erano, comprarono
Etta e Sundance si fecero fare diverse fotografie presso lo studio che
De Young aveva a Broadway. Etta indossava una gonna di velluto ed
ostentava l’orologio acquistato da Tiffany. A guardarli, nessuno avrebbe
potuto sospettare che le loro origini fossero a ovest del fiume Hudson.
Se già è difficile ricostruire i movimenti di Butch e Sundance negli Stati
Uniti la loro vita in Sudamerica è piena di cambi d’identità, documenti
lacunosi, vicoli ciechi e il tutto è reso ancora più confuso dalla fantasiosa
prosa di molti giornalisti.
E’ rimasto integro il pezzo della lettera che Butch scrisse alla madre di
Elzy Lay. Era stata scritta il 10 agosto 1902 da Cholila, nella provincia
di Chubut, nell’Argentina meridionale. Sembra che i tre latitanti avessero
acquistato una fattoria vicino a Cholila con i nomi di George Parker, Harry
Longabaugh e Senora Longabaugh. In altre occasioni si faceva chiamare
Harry E. Place o Lewis Nelson. Butch si serviva di cognomi come Thompson,
Ryan, Maxwell o Gibbon.
Per qualche motivo, probabilmente perché avevano finito i soldi i tre lasciarono
l’Argentina all’inizio del 1906. Nel marzo di quell’anno ci fu una rapina a
Mercedes; si disse che una donna avesse tenuto i cavalli per i due bianchi.
Di tanto in tanto ci furono altre rapine tra la Bolivia e l’Argentina.
La leggenda narra che nel 1906 o 1907, Etta Place si ammalò e chiese a Sundance
di riportarla negli Stati Uniti. Spacciandosi per Mr. Harry E. Place e consorte,
raggiunsero New York dove fermarono per un po’, per poi proseguire per
Denver, dove Etta fu ricoverata in ospedale. Alcuni sostengono che avesse
un’appendicite, altri che fosse incinta. Comunque sia, pagò il conto dell’
ospedale e sparì fisicamente, entrando con questo nelle leggende delle
donne dei fuorilegge.
Sundance tornò in Sudamerica dove si unì a Butch in numerose rapine a
banche, convogli ferroviari e carovane che trasportavano oro.
Un giorno del 1908, i due audaci banditi entrarono con i loro cavalli a
San Vicente, in Bolivia, dove furono circondati dalla cavalleria boliviana.
Dopo tante e tante rapine senza mai uccidere nessuno, Butch Cassidy
fu costretto a fare la prima vittima.
Come si concluse la sparatoria che ne seguì non è chiaro.
Forse Butch e Sundance furono uccisi, forse Sundance fu ucciso e Butch
riuscì a scappare o forse riuscirono a scappare entrambi.
La verità è che, come nella mitologia dei più grandi banditi, Butch e
Sundance si rifiutarono di morire.
Per buona parte di quegli anni di inizio 900 si accavallarono voci riguardanti
la loro esistenza in vita. Qualche ricercatore affidabile sostiene che non
ci fu alcuna sparatoria a San Vicente e che entrambi erano tornati negli
Stati Uniti.
In un libro pubblicato presso una casa edistrice universitaria nel 1975, la
sorella affermò che Butch aveva visita alla sua famiglia nel 1925 e che
Sundance si riunì a Etta Place a Città del Messico, dove visse con lei per
un lungo periodo morendo poi nel 1957, venendo presumibilmente sepolto
a Casper, nel Wyoming.
Butch avrebbe preso il nome di William T. Phillis e sarebbe vissuto a
Spokane, nello Stato di Washington, finché non morì in una casa di riposo
il 20 luglio 1937.
(Dee Brown, Lungo le rive del Colorado)