EREMI

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Dialoghi con Pietro Autier 2: sui sentieri di ‘Celestino’

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Dialoghi con Pietro Autier 2 &

gli occhi di Atget

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….L’invasione araba di quest’ultima, nell’827, spinse molti

religiosi in Calabria.

Di qui alla Maiella il passo fu breve.

Secondo una diffusa leggenda, i primi a insediarvisi furono

i Sette Santi Eremiti, provenienti dal monastero calabrese di

Pesica.

Da allora, la concezione benedettina e ‘occidentale’ (monaci

sempre al lavoro, monasteri operosi proprietari di greggi e

di terre, la montagna vista come ‘deserto’ da riscattare e co-

lonizzare) è stata compresente sulla Maiella con quella ‘o-

rientale’ (monaci isolati o raccolti in piccoli cenobi, sempre

in preghiera…e studio, in povertà e nascosti negli angoli più

selvaggi dei monti…).

 

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Ma perché la Maiella?

Oggi lontana dalle vie più importanti, era in passato a portata

di mano sia per chi veniva dalla strada più comoda tra l’Adriati-

co e Roma, quella per le Gole di Popoli, sia per chi percorreva

la via dall’Aquila a Napoli attraverso Sulmona. La vicinanza

dell’Adriatico inoltre permetteva contatti con la Grecia e l’Orien-

te.

La struttura degli eremi riflette le due concezioni di cui parlava-

mo. I maggiori, come Santo Spirito o San Martino in Valle, era-

no dei veri e propri monasteri senza troppi problemi di accesso.

Altri, soprattutto quelli aggrappati alle rocce dell’Orfento, sono

romitori isolati, luoghi di preghiera lontano dalle tentazioni del

mondo. 

Un po’ ovunque, le cenge vertiginose, le scalinate intagliate nel-

la pietra, i microscopici giardini sospesi sono una straordinaria

lezione sulla capacità dei religiosi di adattarsi all’ambiente.

(prosegue….)

(Airone Parchi, Aprile 1997, Stefano Ardito)






 

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