Precedente capitolo:
lo-specchio-dellinquisitore.html
Prosegue in:
come-il-cavaliere-e-il-suo-scudiero.html
Foto del blog:
Appunti, dialoghi & rime….
il mio ultimo libro:
COME IL CAVALIERE E IL SUO SCUDIERO
ANDARONO A CHIEDERE PERDONO AL PAPA
E COME IL PAPA FINSE DI PERDONARLI
Dopo aver narrato per esteso come egli avesse disobbedito
al suo Creatore per le grandi delizie e piaceri mondani godu-
ti per lo spazio di 330 giorni, il papa rimase corrucciato e
dolente, pur essendo molto contento, d’altra parte, di vederlo
così pentito.
Sul momento non volle né perdonarlo né assolverlo.
Quindi assai rudemente, come uomo perduto, lo scacciò dalla
sua presenza. E ciò, non perché non volesse o potesse perdo-
narlo, ma per far conoscere a tutti il gravissimo peccato in cui
egli era per tanto tempo rimasto tra i vani piaceri di quella
regina Sibilla, e perché nessuno avesse speranza d’ottenere
facile perdono.
Il cavaliere se ne partì così sconfortato che nessuno poté nascon-
dere la pietà al vederlo e udirlo. Nei suoi pietosi lamenti egli
malediceva la sua dolcissima vita.
Vi fu allora un cardinale che n’ebbe pietà, lo fece venire in sua
presenza, lo confortò nel miglior modo possibile, lo distolse
dalla disperazione, e gli fece sperare di ottenergli il perdono.
Ne fece, infatti, ripetute richieste al papa; ma questi fingeva
di negarlo, affinché ciascuno prendesse esempio e lasciasse la
speranza di una facile grazia.
Il cavaliere che era tanto pentito da esser pronto a sopportare
qualsiasi pena pur di ottenere il perdono, andava e veniva
spesso dai cardinali, dai prelati e da altre personalità.
Ma il diavolo che è astuto, e giorno e notte non smette di fuor-
viare gli amici di Dio, mise nel cuore dello scudiero una tale
brama di ritornare, che non passava un’ora senza desiderare
e rimpiangere i grandi piaceri che aveva lasciato.
Si lamentava di giorno e di notte e tanto insistette, che fece an-
noiare il cavaliere per il gran ritardo del suo perdono.
Tuttavia egli avrebbe ancora pazientato, se lo scudiero, per
tentazione del demonio, non l’avesse una volta convinto, e
le altre volte persuaso, a ritornare nella grotta.
Per riuscire al suo scopo, lo scudiero si presentò al cavaliere
correndo con grande finzione, e dicendo, come se l’inseguis-
sero: – Ah! Signore, per carità, salviamoci! Ho incontrato
poco fa molti vostri amici, il tale e il tale, che vi cercano per
avvertirvi che il papa ha fatto il processo e che ci fa cercare
per farci morire.
(prosegue in: come-il-cavaliere-e-il-suo-scudiero.html)