DOVE SI NARRA

 

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COME IL CAVALIERE E IL SUO SCUDIERO

ANDARONO A CHIEDERE PERDONO AL PAPA

E COME IL PAPA FINSE DI PERDONARLI



Dopo aver narrato per esteso come egli avesse disobbedito

al suo Creatore per le grandi delizie e piaceri mondani godu-

ti per lo spazio di 330 giorni, il papa rimase corrucciato e

dolente, pur essendo molto contento, d’altra parte, di vederlo

così pentito.

Sul momento non volle né perdonarlo né assolverlo.

Quindi assai rudemente, come uomo perduto, lo scacciò dalla

sua presenza. E ciò, non perché non volesse o potesse perdo-

narlo, ma per far conoscere a tutti il gravissimo peccato in cui

egli era per tanto tempo rimasto tra i vani piaceri di quella

regina Sibilla, e perché nessuno avesse speranza d’ottenere

facile perdono.

Il cavaliere se ne partì così sconfortato che nessuno poté nascon-

dere la pietà al vederlo e udirlo. Nei suoi pietosi lamenti egli

malediceva la sua dolcissima vita.

Vi fu allora un cardinale che n’ebbe pietà, lo fece venire in sua

presenza, lo confortò nel miglior modo possibile, lo distolse

dalla disperazione, e gli fece sperare di ottenergli il perdono. 

Ne fece, infatti, ripetute richieste al papa; ma questi fingeva

di negarlo, affinché ciascuno prendesse esempio e lasciasse la

speranza di una facile grazia.

 

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Il cavaliere che era tanto pentito da esser pronto a sopportare

qualsiasi pena pur di ottenere il perdono, andava e veniva

spesso dai cardinali, dai prelati e da altre personalità.

Ma il diavolo che è astuto, e giorno e notte non smette di fuor-

viare gli amici di Dio, mise nel cuore dello scudiero una tale

brama di ritornare, che non passava un’ora senza desiderare

e rimpiangere i grandi piaceri che aveva lasciato.

Si lamentava di giorno e di notte e tanto insistette, che fece an-

noiare il cavaliere per il gran ritardo del suo perdono.

Tuttavia egli avrebbe ancora pazientato, se lo scudiero, per

tentazione del demonio, non l’avesse una volta convinto, e

le altre volte persuaso, a ritornare nella grotta.

Per riuscire al suo scopo, lo scudiero si presentò al cavaliere

correndo con grande finzione, e dicendo, come se l’inseguis-

sero: – Ah! Signore, per carità, salviamoci! Ho incontrato

poco fa molti vostri amici, il tale e il tale, che vi cercano per

avvertirvi che il papa ha fatto il processo e che ci fa cercare

per farci morire.

(prosegue in: come-il-cavaliere-e-il-suo-scudiero.html)





 

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DOVE SI NARRAultima modifica: 2012-06-09T13:00:00+02:00da giuliano106
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