TUNGUSKA (2)

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Tunguska 1

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Tunguska 3 &

Cartesio: il genio e la contraddizione



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Oltre il noto evento di Tunguska, si debbono annoverare anche

altri due episodi di meteoriti con riscontri evidenti nell’ambien-

te, il primo avuto luogo in America del Sud, negli anni trenta,

nella foresta amazzonica, al confine tra il Brasile e il Perù; l’al-

tro nella Guyana britannica, nella regione di Rupunumi.

Del primo scrisse allora il giornale del Vaticano, l”Osservatore

Romano’. L’articolo era stato redatto da un testimone oculare

dell’esplosione, padre Fidele D’Alviano.

Un quotidiano inglese, ‘The Daily Herald’, riportò la notizia il

6 marzo 1931. Solo uno scienziato registrò l’evento e lo collegò

a quanto era successo a Tunguska ventidue anni prima: Leonid

Kulik, lo scienziato russo che aveva scoperto il sito dell’esplosio-

ne siberiana nel 1927, ne parlò nel 31 in un articolo per la pubbli-

 

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cazione dell’Accademia sovietica delle scienze. Poi, quasi sessant’-

anni dopo, nel 1989, in un articolo sul ‘Journal of International Me-

teor Organization’, due ricercatori sovietici, Nikolaj Vasiljev e Gen-

nadij Andreev, diedero conto di quanto aveva scritto Kulik in pro-

posito.

Solo alla fine degli anni 80, dunque, la comunità astronomica in-

ternazionale è stata messa a conoscenza dell’episodio brasiliano.

Era successo il 13 agosto del 1930, alle otto del mattino, al confine

nord-occidentale del Brasile con il Perù, non lontano dal Rio Cu-

raca.

Il sole – racconta D’Alviano – divenne rosso e il cielo si scurì rapi-

damente. All’improvviso una pioggia di cenere bianca si mise a

cadere fitta, poi si sentì un lungo, fortissimo fischio. Tre palle di

fuoco attraversarono il cielo ed esplosero.

Il frastuono fu udito a centinaia di chilometri di distanza.

La giungla brasiliana era in fiamme.

 

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I tre oggetti – sostiene l’astronomo britannico Mark Bailey, dell’-

osservatorio di Armagh, in Gran Bretagna, che sta cercando di

ottenere dal Vaticano i diari di padre d’Alviano per ricostruire

con più precisione l’accaduto – dovevano avere circa le dimen-

sioni di una casa.

L’energia sprigionata doveva essere di circa un megaton, un

decimo di quella che aveva devestato la taiga siberiana. Bailey

afferma che la stima di un evento tipo Tunguska ogni 100 anni

è probabilmente ottimistica e che sarebbe forse più realistico a-

spettarci simili bombardamenti cosmici sulla Terra con la fre-

quenza di tre-quattro per secolo. Anche l’astronomo australiano

Duncan Steele, dell’Osservatorio australiano-britannico di A-

delaide, un’autorità mondiale per quanto riguarda il pericolo

di impatti cosmici, è di questa opinione ma – avverte – non so-

no state fatte indagini approfondite sull’avvenimento. 

Alcune testimonianze sono in contraddizione con ciò che sap-

piamo sull’esplosione dei corpi cosmici in quota, ma questo è

successo anche per Tunguska che, in un certo senso, è proprio

l’evento che per primo ci ha indotti a rivedere tante nostre si-

curezze sul comportamento dei corpi cosmici.

(N. Riccobono, Tunguska)





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TUNGUSKA (2)ultima modifica: 2012-11-08T00:00:00+01:00da giuliano106
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