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j f k 3 &
Dialoghi con Pietro Autier 2 &
che la storia ricorderà
John Kennedy non solo
per quanto egli ha
compiuto, ma anche
per quello che ha
iniziato.
Le forze che egli
ha destate in questo
mondo saranno
avvertite per
generazioni.
L’esempio che
egli diede, agli
obiettivi che mostrò e gli uomini di valore che attrasse alla politica
e all’amministrazione dello stato influenzeranno la vita del nostro
paese per almeno un decennio.
Il popolo ricorderà non solo ciò che egli fece ma anche ciò che signi-
ficò, e anche questo può aiutare gli storici a giudicare la sua presi-
denza.
Egli significò la perfezione in un’era d’indifferenza, la speranza in
un’era di dubbio, l’anteposizione dell’interesse pubblico all’interes-
se privato, la riconciliazione fra Est ed Ovest, fra bianchi e neri,
fra manodopera e dirigenti.
Egli credette nell’uomo, e insegnò all’uomo a credere nel futuro.
Se i suoi sforzi furono ostacolati, questo fu essenzialmente dovuto
a un senso di sfiducia, al pensiero che le guerre, la recessione, la
povertà e i cattivi politicanti non si potevano evitare, e che tutti i
problemi del mondo erano troppo complessi per essere compresi
e risolti.
Penso che John Kennedy credesse che il suo compito di presiden-
te fosse quello di iniziare una nuova era di speranza: speranza in
una vita nella dignità e nell’uguaglianza, in un mondo in cui trion-
fassero la ragione e la pace e nel futuro …di tutti gli stati democra-
tici.
(Theodore C. Sorensen, Kennedy)