LE SFIDE DELLA NATURA: la civiltà (migrazioni & relazioni) (7)

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Il colonnello & la gazza…. &

Religioni morale & politica…

Prosegue in:

Terza passeggiata &

Gente di passaggio…. &   Intermezzo casuale

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Migrazioni & Relazioni (5)  &  (6)  &

Intermezzo casuale….

Da:

i miei libri

Una notizia:

Prediche ai familiari… 

 

 

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…. L’istruzione come l’ignoranza ha la propria criminalità, poiché

l’istruzione va considerata più come una forza che come una ra-

gione morale, forza che indirizza più al bene che al male, ma che

può altresì essere abusata, ed anche in alcuni casi tornare indif-

ferente.

Altra cosa è saper leggere e scrivere, altro il possedere il grado

necessario di moralità (ugual questione di principio per il proble-

ma della Fede, così come nel ‘Beneficio’). Le cognizioni, dice

assai bene il Seymour, il presidente delle Associazioni carcera-

rie d’America, sono una potenza, non una virtù, e possono ser-

vire al bene, ma anche al male.

 

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Gli è, ripeterò io, in altre parole, che la semplice cognizione sen-

soria della forma delle lettere o del suono onde s’intitola un og-

getto, ed anche le nozioni dei grandi progressi tecnologici e

scientifici, non accrescono di una linea il peculio della morale, e

possono, alla lor volta, invece, essere un valido strumento del

maleficio, creando nuovi crimini, che più facilmente possono

sfuggire ai colpi della legge, rendendo più affilate e più micidiali le

armi onde si servono i rei; per esempio, insegnando a servirsi del-

le ferrovie, come appresero nel 1845 per la prima volta Thiebert;

 

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oppure sofisticati strumenti tecnologici quali telefonini e telecoman-

di così come fu per Falcone; o del telegrafo e delle lettere in cifra,

come usava il veneto Fangin, che con questo mezzo segnalava ai

seguaci la corriera da svaligiare; e tutti i delinquenti, poi, addottri-

nando colla lettura dei processi, di cui sono avidissimi, sulle arti dei

loro predecessori.

Onde per cui, fra i tanti problemi ‘sociali’, uno desta più il desiderio

di una soluzione sicura e precisa: quello della influenza che esercita

la civiltà del delitto e sulla violenza e sulla pazzia.. di conseguenza.

 

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Se noi ora come all’epoca del presente prezioso e valido ancor oggi,

scritto, ci atteniamo alle nude cifre, certo il problema par bello e risol-

to, perché esse ci mostrano un aumento nel numero dei delitti e del-

le pazzie, quasi per ogni anno che corre, aumento sproporzionato a

quello della popolazione.

Una cosa è certa che la civiltà abbia la sua, criminalità specifica, ed

una n’abbia, a sua volta, LA BARBARIE.

Questa, attundendo la sensibilità morale, scemando il ribrezzo agli

omicidi – ammirati spesso come atti d’eroe – considerando la ven-

detta un dovere, diritto la forza, aumenta i delitti di sangue, le asso-

ciazioni dei malfattori, come fra i pazzi le manie religiose, la demo-

nomania, le follie di imitazione.

 

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La ‘progredita civiltà’, centuplicando i desideri ed i bisogni e facili-

tando con la maggior ricchezza gli eccitamenti dei sensi, nei mani-

comi aumenta gli alcolismi e le paralisi generali e nelle carceri i rei

contro le proprietà e contro il buon costume.

Nel 1869, la popolazione delle città nostre e grosse borgate, che

non passava i 5 milioni e mezzo, diede una quota pressoché ugua-

le di delinquenti e delinquenze a quella dei piccoli borghi che tocca-

va gli 11 milioni; né reati contro l’ordine pubblico, contro il buon co-

stume la sorpassava del doppio, mentre uguagliava, anzi le era in-

feriore, nei delitti contro le persone.

 

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Chi esamina le belle carte grafiche, pubblicate dal Bodio nell’Italia

Economica trova un parallelismo tra il numero dei delitti contro le

proprietà, la densità della popolazione, e la coltura.

Così Milano, Livorno, Venezia, Torino offrono un maggior numero di

possibilità e indi di reati contro la proprietà, per non parlare in que-

sto luogo sulla migrazione dei capitali delle mafie, e presentano la

maggiore densità della popolazione, e più scarso numero di analfa-

beti.

GLI ABRUZZI, LE CALABRIE, LA SICILIA, Roma, con molti analfabe-

ti ed ignoranti, dànno le cifre massime di reati contro le persone.

 

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Che la civiltà non possa fare di più, che essa non possa altro che

cambiare l’indole, e forse accrescere il numero dei delitti, per quanto

spiacevole, sarà facile a comprendersi, da chi ha veduto, quanto po-

co giovi alla difesa e quanto più all’offesa la progredita ‘istruzione’.

La civiltà, grazie alle ferrovie, alle concentrazioni burocratiche, com-

merciali, ecc., tende sempre ad ingrandire i grossi centri, ed a popo-

lare sempre più i capo-luoghi.

E, come è noto, è in questi, che si condensa la maggior parte dei de-

linquenti abituali. Questo malaugurato concorso si spiega per i mag-

gior profitti o le maggiori immunità che offrono ai rei i grandi centri.

 

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Chi ha studiato l’uomo, o meglio ancora se stesso prima di esamina-

re gli altri…, in mezzo ai gruppi sociali, di qualunque genere siano, a-

vrà osservato come esso sovente vi si trasforma (e questo grazie e

soprattutto ai nuovi progressi della ‘comunicazione’..), e da onesto e

pudico, che egli era e che è tutt’ora da solo e nelle pareti domestiche,

si fa licenzioso, calunniatore, beffeggiatore della comune morale civi-

le fino ad arrivare ad una sgradevole immoralità legalizzata o meglio

‘istituzionalizzata’ (questo fu un problema anche del povero Nazzare-

no con gli scribi ed i farisei suoi più vili nemici suoi più acerrimi nemi-

ci…).

 

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La civiltà accumuna delitti e pazzie (di gruppo.. l’agnello sacrificale di-

venta testimonio oltre che di comportamento sociale anche di compor-

tamento ripetuto ed elevato ad istinto ad uso per appunto della civiltà…),

ed aumenta l’uso di droghe, quasi sconosciute al selvaggio (così come

lo era l’alcool per l’incivile indiano..); tanto che vediamo adesso in Inghil-

terra ed in America aggiungersi all’abuso di alcolici anche quello dell’op-

pio….

 

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La civiltà promuovendo la creazione e diffusione dei giornali (la casta de-

gli scribi…), che hanno diffuso sempre la cronaca scandalosa, qualche

volta anzi null’altro che questa, sono una causa di eccitare l’emulazione

e l’istinto imitativo dei criminali quanto delle persone comuni.

Le leggi politiche, e le nuove forme di governo popolare, imposte dall’ir-

rompere del moderno incivilimento, ed in parte anche da una vera con-

traffazione di libertà, favoriscono, in ogni modo la formazione di sodali-

zi, sotto specie di comuni tripudi, o di imprese politiche, amministrative,

o di mutuo soccorso…..

 

(Cesare Lombroso)

 

 

 

 

 

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