DISCESA NEGLI INFERI (19)

 

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Precedenti capitoli:

L’Inferno della…. Compagnia…. (18/1)

Prosegue nell’:

….Antiferno… (20)

 

 

 

(Confessioni di una amica… ora ricoverata presso il reparto

neuro-psichiatrico dell’Università di Basilea…. assieme a Sonia

inseparabile sua amica….)

 

La loro casa! La loro casa!                                                                  

L’avevano persa!

Dolore, disperazione, rabbia lo travolsero…

Che cos’era, di fronte a questa spietata,

straziante realtà, qualunque timore nutrito in carcere?

Di fronte alla vista di gente sconosciuta che viveva nella sua casa,

che appendeva le proprie tendine alle sue finestre, che lo squadrava

con occhi ostili?

Era mostruoso, era incredibile…. Non potevano farlo….

Non poteva esser vero! Se pensava a quel che aveva passato per quella

casa…

le miserie che tutti avevano sofferto per quella casa….il prezzo che ave-

vano pagato pur di averla!…

 

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Gli tornò alla mente il ricordo di tutta la lunga agonia.

I sacrifici, quei trecento dollari che erano riusciti a mettere insieme, tutto quel

che avevano al mondo, tutto quello che li separava dalla morte per inedia!

E poi la fatica quotidiana, mese dopo mese , per racimolare i dodici dollari,

oltre gli interessi, e poi le tasse e le altre spese e le riparazioni e che altro!

CI AVEVANO MESSO L’ANIMA per pagarsi quella casa, l’avevano pagata

con il loro sudore, con le loro lacrime…. Di più, il loro sangue.

Dede Antanas era morto in quella lotta per metter da parte il denaro…

Sarebbe stato ancora vivo e arzillo, oggi se non fosse dovuto andare a lavo-

rare nei bui sotterranei della Durham, per guadagnare la sua parte.

 

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E Ona, anche lei aveva dato salute ed energie per pagare la casa…  

E ora, era a pezzi, distrutta; e lui pure, che non più di tre anni fa era un

giovane grande e grosso e ora se ne stava seduto lì, tremante, spezzato

nel morale, vinto, a piangere come un bimbo isterico.

Ah, avevano gettato tutti se stessi, nella lotta; e avevano perso, avevano

perso! 

Tutto quel che avevano sborsato, era andato in fumo, centesimo dopo

centesimo.

Anche la casa era andata in fumo: erano tornati al punto di partenza, di nuovo

per strada a morir di fame e di gelo!

Ora, Jurgis riusciva a vedere tutta la verità; poteva vedersi, attraverso quella

lunga sequenza d’avvenimenti, vittima d’avvoltoi famelici che s’erano gettati su

di  lui, strappandogli quanto aveva di vitale, divorandolo; di demoni che non

gli avevano dato tregua, che l’avevano torturato senza perder l’occasione di

deriderlo, di sghignazzarli in faccia.

 

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Ah, Dio, l’orrore di quella storia, la mostruosa, l’orrenda, la demoniaca

perversione di tutto quanto! Lui e la sua famiglia, donne e bambini indifesi,

che lottavano per sopravvivere, ignorati, abbandonati a sé, sperduti, e intorno,

quei nemici in agguato, pronti a balzar loro addosso, che li incalzavano da pres-

so assetati del loro sangue!

Quel primo maledetto volantino pieno di falsità!

Quel maledetto agente immobiliare, untuoso e mielato!

E poi la trappola delle spese extra, degli interessi,  di tutti quei contributi che non

avevano alcuna possibilità di versare, che nemmeno si sarebbero provati a pagare!

E gli imbrogli degli industriali conservatori, loro padroni e loro tiranni….

 

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Le serrate e la mancanza di lavoro, gli orari irregolari, gli spietati aumenti di

produttività, il taglio dei salari, il rialzo dei prezzi! E la crudeltà della natura

intorno, il caldo e il freddo, la pioggia e la neve; la spietatezza della città, del

paese in cui erano andati a vivere, delle sue leggi e delle sue convenzioni che

non riuscivano a comprendere!

Tutte queste cose avevano congiurato insieme contro di loro e a favore della

compagnia, che li aveva segnati come proprie prede e aspettava solo l’occa-

sione buona per colpirli.

E adesso, con quell’ultima ingiustizia, l’occasione era giunta – armi e bagaglio –

erano stati buttati fuori, la casa era stata loro tolta e rivenduta come nuova!

E non potevano farci nulla legati com’erano mani e piedi…

……E Sonia perdeva perfino la boutique…

(U. Sinclair, La giungla)

 

 

 

 

DISCESA NEGLI INFERI 2