AL BALLO MASCHERATO NEI GIARDINI DI PRIMAVERA

 

FD 19

 

 

 

 

Precedenti capitoli:

Il ramo industrioso dell’uomo….

Prosegue in:

La prodigiosa sala degli specchi alla fotosintesi della vita posta…

Foto del blog:

Giochi di maschere & specchi…&

Memoria vegetale….

 

 

 

FD 21

 

 

 

 

Cristo drogato da troppe sconfitte
cede alla complicità
di Nobel che gli espone la praticità
di un’eventuale premio della bontà.

 

FD 6

 

Maria ignorata da un Edipo ormai scaltro
mima una sua nostalgia di natività,
io con la mia bomba porto la novità,
la bomba che debutta in società,
al ballo mascherato della celebrità.

 

FD 8

 

Dante alla porta di Paolo e Francesca
spia chi fa meglio di lui:
lì dietro si racconta un amore normale
ma lui saprà poi renderlo tanto geniale.

 

FD 13

 

E il viaggio all’inferno ora fallo da solo
con l’ultima invidia lasciata là sotto un lenzuolo,
sorpresa sulla porta d’una felicità
la bomba ha risparmiato la normalità,
al ballo mascherato della celebrità.

 

FD 2

 

La bomba non ha una natura gentile
ma spinta da imparzialità
sconvolge l’improbabile intimità
di un’apparente statua della Pietà.

 

FD 9

 

Grimilde di Manhattan, statua della libertà,
adesso non ha più rivali la tua vanità
e il gioco dello specchio non si ripeterà
‘Sono più bella io o la statua della Pietà’
dopo il ballo mascherato del celebrità.

 

FD 11

 

Nelson strappato al suo carnevale
rincorre la sua identità
e cerca la sua maschera, l’orgoglio, lo stile,
impegnati sempre a vincere e mai a morire.

 

FD 4

 

Poi dalla feluca ormai a brandelli
tenta di estrarre il consiglio della sua Trafalgar
e nella sua agonia, sparsa di qua, di là,
implora una Sant’Elena anche in comproprietà,
al ballo mascherato della celebrità.

 

FD 7

 

Mio padre pretende aspirina ed affetto
e inciampa nella sua autorità,
affida a una vestaglia il suo ultimo ruolo
ma lui esplode dopo, prima il suo decoro.

 

FD 3

 

Mia madre si approva in frantumi di specchio,
dovrebbe accettare la bomba con serenità,
il martirio è il suo mestiere, la sua vanità,
ma ora accetta di morire soltanto a metà
la sua parte ancora viva le fa tanta pietà,
al ballo mascherato della celebrità.

 

FD 12

 

Qualcuno ha lasciato la luna nel bagno
accesa soltanto a metà
quel poco che mi basta per contare i caduti,
stupirmi della loro fragilità,
e adesso puoi togliermi i piedi dal collo
amico che m’hai insegnato il ‘come si fa’
se no ti porto indietro di qualche minuto
ti metto a conversare, ti ci metto seduto
tra Nelson e la statua della Pietà,
al ballo mascherato della celebrità.

 

 

FD 16

 

 

 

 

Imputato ascolta!
noi ti abbiamo ascoltato….
Tu non sapevi di avere
una coscienza al fosforo
piantata tra l’aorta e l’intenzione,
noi ti abbiamo osservato
dal primo battere del cuore
fino ai ritmi più brevi
dell’ultima emozione
quando uccidevi,
favorendo il potere
i soci vitalizi del potere
ammucchiati in discesa
a difesa della loro celebrazione.
E se tu la credevi vendetta
il fosforo di guardia
segnalava la tua urgenza di potere
mentre ti emozionavi nel ruolo
più eccitante della legge
quello che non protegge
la parte del boia.
Imputato,
il dito più lungo della tua mano
è il medio
quello della mia
l’indice,
eppure anche tu hai giudicato.
Hai assolto e hai condannato
al di sopra di me,
ma al di sopra di me,
per quello che hai fatto,
per come lo hai rinnovato,
il potere ti è grato.
Ascolta!
Una volta un giudice come me
giudicò chi gli aveva
dettato la legge:
prima cambiarono il giudice
e subito dopo..
la legge.
Oggi, un giudice come me,
lo chiede al potere se può giudicare.
Tu sei il potere.
Vuoi essere giudicato?
Vuoi essere assolto o condannato?

(Fabrizio De Andrè)

 

 

 

 

 

FD 5

 

VISIONI FRA LE ROCCE (ritorno di un Re…)

 

VISIONI 8

 

 

 

 

Precedenti capitoli:

Un Fiore per…..

Prosegue in:

Più che una preghiera una più profonda riflessione…

 

 

 

 

Re Carlo tornava dalla guerra

lo accoglie la sua terra

cingendolo d’allor

al sol della calda primavera

lampeggia l’armatura

del sire vincitor

il sangue del pricipe del Moro

arrossano il ciniero

d’identico color

ma più del corpo le ferite

da Carlo son sentite

le bramosie d’amor

 

VISIONI 2

 

‘Se ansia di gloria o sete d’onore

spegne la guerra al vincitore

non ti concede un momento per fare l’amore

chi poi impone alla sposa soave castità

la cintura in me grave

in battaglia può correre il rischio

di perdere la chiave’.

Così si lamenta il Re cristiano

s’inchina intorno al grano

gli son corona i fior

 

VISIONI 4

 

lo specchio di chiara fontanella

riflette fiero in sella

dei mori il vincitor.

Quand’ecco nell’acqua si impone

mirabile visione

il simbol d’amor

nel folto di lunghe treccie bionde

il seno si confonde

ignudo in pieno sol

‘Mai non fu vista cosa più bella

mai io non colsi siffatta pulzella’

 

VISIONI 3

 

disse Re Carlo scendendo di sella

‘De’ cavaliere non v’accostate

già d’altri è gaudio quel che cercate

ad altra più facile fonte la sete calmate’.

Sorpreso da un dire così deciso

sentendosi deriso

Re Carlo s’arrestò

ma più dell’onor poté il digiuno

fremente l’elmo bruno

il sire si levò

codesta era l’arma sua segreta

 

VISIONI 6

 

da Carlo spesso usata

in gran difficoltà

alla donna apparve un gran nasone

e un volto da caprone

ma era sua maestà

‘Se voi non foste il mio sovrano’ 

Carlo si sfila il pesante spadone

‘Non celerei il disio di fuggirvi lontano

ma poiché siete il mio signore’

Carlo si toglie l’intero gabbione

 

0-2850633-marcel-meys-etude-de-nu-c3a0-la-plage-1920-via-ebay

 

‘Debbo concedermi spoglia ad ogni pudore’

Cavaliere egli era assai valente

ed anche in quel frangente

d’onor si ricoprì

e giunto alla fine della tenzone

incerto sull’arcione

tentò di risalir

veloce lo arpiona la pulzella

repente la parcella

presenta al suo signor

‘Beh proprio perché voi siete il sire

fan cinquemila lire

è un prezzo di favor’

 

Arlaud_17

 

‘E’ mai possibile o porco di un cane

che le avventure in questo reame

debban risolversi tutte con grandi puttane,

anche sul prezzo c’è poi da ridire

ben mi ricordo che pria di partire

v’eran tariffe inferiori alle tremila lire’ 

Così detto agì da gran cialtrone

con balzo da leone

in sella si lanciò

frustando il cavallo come un ciuco

fra i glicini e il sambuco

il re si dileguò

Re Carlo tornava dalla guerra

lo accoglie la sua terra

cingendolo d’allor

al sol della calda primavera

lampeggia l’armatura

del sire vincitor.

(Fabrizio de André, Carlo Martello)

 

 

 

 

VISIONI 7