CON AFFETTO AL CACCIATORE (un po’ cialtrone, un po’ guardone, …e un po’ idiota….colla sua doppietta)

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Frammenti in rima


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In condizioni ambientali normali, non influenzate dall’-

uomo, gli uccelli migratori non sono più minacciati degli

stanziali, almeno non più degli uccelli annuali che vivono

alle latitudini geografiche più elevate; al contrario. 

Molti dei nostri uccelli stanziali, per mantenere stabili le

loro popolazioni, devono portare a termine più cove all’-

anno, mentre molti migratori di lungo percorso riescono

ad assicurare la propria continuità con una sola cova all’-

anno e con una prole relativamente ridotta; o almeno ci

riuscivano.

I migratori di lungo percorso, grazie ai loro spostamenti

periodici, trascorrono spesso l’intero anno in condizioni

ambientali favorevoli, mentre gli stanziali superiori sono

esposti ai pericoli delle due condizioni invernali, che a

volte causano grandi perdite.

 

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L’espansione dell’uomo in quasi tutte le regioni della terra,

il forte aumento della popolazione umana e la sua sempre 

maggiore manipolazione della natura hanno prodotto la

generale riduzione delle altre specie animali e vegetali, un

processo che continua con accelerazione crescente.

Dal 1600 a oggi, oltre 140 delle circa 10.000 specie di uccel-

li che vivevano sulla terra sono state sterminate, e un buon

12% sono oggi minacciate nella loro sopravvivenza.

 

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L’ultima ‘lista rossa’ delle specie avicole nella Repubblica

Federale Tedesca definisce ‘minacciato’ il 55% delle specie;

fra gli stanziali puri è minacciato il 68%, fra i migratori del-

le specie.

Ne deriva che i nostri migratori sono attualmente sottoposti

a minacce ben più gravi del passato.

La causa di ciò risiede nel fatto che essi si trovano esposti in

misura crescente a fattori di pericolo nelle tre diverse aree

che formano il loro spazio vitale, ossia nei quartieri riprodut-

tivi, nelle aree di attraversamento e nelle regioni di sverna-

mento: da qui la particolare gravità delle minacce.

Per proteggere adeguatamente i migratori, si dovrebbero in 

molti casi garantire condizioni di vita soddisfacenti in tutte

e tre le aree, mentre per la protezione delle specie stanziali

si può limitare l’intervento alle regioni riproduttive.

 

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La caccia e la cattura dei migratori, in parte legale e in

parte illegale, continuano a svolgere un ruolo rilevante,

e in certi casi crescente, nelle regioni di transito come in

quelle di svernamento, e anche in alcuni quartieri ripro-

duttivi delle regioni artiche.

Ancora nel 1998, per esempio, il parlamento francese ha

deciso di prolungare la stagione venatoria per gli uccelli

acquatici e limicoli, a onta delle molte critiche che su que-

sto punto si erano già levate in passato.

Secondo le rassegne di Woldhek e McCulloch, soltanto nel-

l’area mediterranea, parecchie centinaia di milioni di mi-

gratori ogni anno vengono abbattute, o gli animali vengo-

no catturati per essere uccisi o rivenduti.

In Italia, secondo stime attendibili, sono circa 190 milioni. 

L’Italia ha in Europa la massima densità di cacciatori, e

insieme con la Francia la più alta percentuale di cacciatori

in rapporto alla popolazione.

(P. Berthold) 



 

 

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