E DOPO AVER SCOPERTO LA MIA ALTEZZA

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forse fu proprio quella che mutò nome alla mia statura

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tanti chiodi piantarano alla mia vita







Saliti i gradini dell’ingresso, entrai nel Tempio vero e

proprio…….

Oltre il primo portale c’era un grande cortile in cui tutti

potevano trafficare con denaro o merci.

Non si poteva far a meno di ammirare le barbe di que-

sti uomini di Mammona!

Erano state arricciate con un ferro caldo ed erano orgo-

gliosamente immacolate. Insomma, questi usurai sem-

bravano dei pavoni. Anche i sacerdoti che si aggiravano

tra di loro sembravano pavoni.

Tutto era vanità!

A casa, costoro dovevano avere ricche mense, mentre i

poveri rannicchiavano nei vicoletti puzzolenti della cit-

tà.

Feci del silenzio un sacro manto che gli altri non avrebbe-

ro osato toccare. Sedetti tutto solo su una panca di pietra

e osservarli il modo in cui questa gente buttava denaro

nella cassetta delle elemosine.

Chi era ricco ne metteva molto.

Poi sopraggiunse una povera donna con uno scialle tutto

logoro che vi infilò una monetina. Il cuore mi balzò in pet-

to.

Chiamai i discepoli più vicini e dissi:

– Questa povera donna ha messo più di tutti i ricchi. Ha

dato quello che aveva per vivere. E così ha trasformato

il denaro in un tributo a Dio.

I ricchi fanno oboli solo per mettersi in mostra tra di loro.

Pensai al denaro e a quanto fosse simile a una bestia im-

monda. Consumava tutto ciò che gli veniva offerto, con

sbavante cupidigia.

Pensai ai ricchi, soffocati dal peso dell’oro, nei cui giardi-

ni non crescono mai frutti che li soddisfino.

Nell’aria grava un profumo che opprime, e i fiori del ric-

co non portano mai felicità. Poiché il vicino è più ricco

di lui e il suo giardino più bello.

I ricchi provano invidia per l’oro altrui.

Qui, nel cortile più esterno del Tempio, in mezzo a que-

sti usurai, mi rivolsi a tutti, e la voce era solo mia.

Dissi:

– Nessuno può servire due padroni. Perché si attaccherà

a quello di cui ha bisogno e, in segreto, disprezzerà l’altro.

Non potete servire Dio e Mammona.

Poi, per la prima da quando ero stato con lui sulla monta-

gna, il diavolo mi parlò.

Disse:

– Prima della fine, i ricchi possederanno anche te. Metteran-

no la tua immagine su ogni parete. Le elemosine raccolte in

tuo nome aumenteranno i tesori di chiese potenti; gli uomi-

ni ti adoreranno di più quando sarai con me che quando

sarai con Lui. Il che è giusto. Perché io sono pari a Lui.

….E scoppiò a ridere, sì aveva gli occhi ma non vedeva……

(Norma Mailer, Il Vangelo secondo il figlio)

(prosegue tanti chiodi piantarono alla mia vita)




 

e dopo