LA FUGA 3

Dovevamo essere nell’ultima settimana di gennaio del

941, dopo circa 40 giorni di marcia, allorché giunse impetuosa

e furibonda dal nord la terza tormenta, che fece finalmente

bloccare nella neve gli automezzi.

Il convoglio aveva ormai percorso oltre 1000 chilometri da     

quando aveva lasciato Irkutsk; e avevamo attraversato due

grandi fiumi: il Vitim e, pochi giorni avanti, la possente Lena,

entrambi coperti di lastroni di ghiaccio, simili a larghe , lisce

strade che si snodassero per il loro lungo corso attraverso

l’immensità della Siberia.

Ci pareva dunque incredibile che gli automezzi potessero mai

cessare di procedere lentamente verso nord.

Con i volti frustati dall’asciutta neve farinosa che il vento faceva

mulinare, soldati e prigionieri lavorarono all’unisono per

disincagliare il primo autocarro; giunse tuttavia il giorno in cui

nessuno sforzo umano servì : la lunga fila di veicoli e di esseri

umani si arrestò disordinatamente.

Durante tutto il viaggio era stato seguito il sistema di affidare

a turno a ogni automezzo il duro compito di guidare la

colonna.

(Slavomir Rawicz, La lunga marcia, Rizzoli)

             

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