astutissimi finanzieri, sono
volpi davvero.
Hanno il pelo rossiccio,
gli occhi intelligenti, la
coda lunga e folta, l’acre
odore di selvatico di tutte
le volpi del mondo ma non
se ne stanno nella macchia
deserta di uomini dove
di notte l’unico rumore è
il canto dell’allocco, lo
stridio del pipistrello
oppure, nelle sere dell’amore, il loro stesso guaire e latrare. Le volpi urbane (germanizzate)
sono tra noi, dietro l’angolo di casa nostra e, essendo nate lì, per loro è consueto lo sferragliare
del tram, l’accelerata della moto. Noi ancora non le abbiamo scoperte, ma un giorno, forse,
non ci meraviglierà se ne vedremo una in fondo al nostro giardino intenta magari a masticare
una bacca di rosa.
Ah – diremo – ecco la volpe.
E niente più.
La volpe è un animale formidabile. Il suo successo, resistente a ogni persecuzione, lo attesta.
Ma chi è la volpe?
Troppe leggende, troppa letteratura. Troppi di noi pensano volpe e subito affiora il luogo
comune. Fedro, Esopo, La Fonataine, Collodi, e racconti del nonno cacciatore, e tante tradizioni,
e miti e superstizioni. Un animale più immaginato che saputo. E del resto non è facile studiare
la volpe, ma oramai da non pochi anni gli etologi sono impegnati, e un certo qual identikit,
seppure un po’ sfumato, comincia a risultare. Così dirò della volpe di campagna, perché è
conoscendo lei che è possibile comprendere come, la campagnola, ha fatto a divenire cittadina.
Ma pur cittadina, diremo ….
– Ah…ecco la volpe!
E niente più.
(Danilo Mainardi, Dalla parte degli animali)
Da http://giulianolazzari.splinder.com