SPETTRI

Da  http://giulianolazzari.myblog.it

      http://pietroautier.myblog.it

SPETTRO: Giurate

AMLETO: Ah, ah, ragazzo: sei proprio tu a dir questo?

sei lì, moneta sonante? Suvvìa avete sentito quel buon diavolo in cantina?

Vogliate giurare.

ORAZIO: Proponete la formula del giuramento, mio signore.

AMLETO: – Non parlar mai di quel che avete veduto.

Giurate per la mia spada.

SPETTRO: Giurate.

AMLETO: Hic et ubique? e allora cambieremo di posto.

Venite qui, signori, e ponete nuovamente le mani sulla mia spada:- Non parlar 

mai di quel che avete udito.

Giurate per la mia spada.

SPETTRO: Giurate.

AMLETO: Ben detto, vecchia talpa. Come fai a lavorare sottoterra così svelto?

sei un molto degno minatore. Spostiamoci di nuovo, buoni amici.

ORAZIO: Per il giorno e per la notte, questo è davvero molto strano.

AMLETO: E quindi, come a straniero, dategli il benvenuto.

Ci sono più cose in cielo e in terra. Orazio, di quante non se ne sognino nei 

nostri sistemi filosofici. Ma venite qui: e la grazia v’aiuti come dianzi.

Per quanto io mi comporti in modo strano e bizzarro, se, come può accadere,

crederò opportuno d’assumere un umor fantastico, e sia sorpreso da voi in 

tali occasioni, non dovete mai, o con le braccia conserte in questo modo, o

tentennando il capo in quest’altro, o pronunciando una frase ambigua come:

– Già, lo sappiamo, o anche: – Se volessimo, potremmo…

o anche: – Se avessimo voglia di parlare…., o ancora: – Ce ne son pure alcuni che…,

o con altre espressioni sibilline come queste, non dovrete mai, dico, far capire

che sapete qualcosa di me.

Questo dovete giurare di non farlo mai.

E così la grazia e la misericordia di Dio v’assistano nel momento del bisogno.

Giurate.

SPETTRO: Giurate.

AMLETO: Pace, pace, o spirito turbato!

E così signori, con tutto il mio affetto, protesto la mia devozione per voi.

E tutto quel che può fare un pov’uomo come Amleto per esprimere l’affetto e

l’amicizia che vi porta, con l’aiuto di Dio, non vi verrà mai a mancare.

Rientriamo insieme: e tenete sempre le dita sulle labbra, ve ne prego.

Il tempo è fuori di sesto. 

O qual dannata sorte, che proprio io dovessi esser nato per riconneterlo.

Suvvìa rientriamo insieme.

(W. Shakespeare, Amleto)

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