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Ora, da Città del Messico all’Honduras c’erano 800 miglia,
e Cortés conosceva bene tale percorso per esser sbarcato
in Yucatàn poco prima dell’avanzata del 1519 contro Montezuma.
Ma Cortés conosceva solo la costa; nessuno conosceva per
esperienza diretta l’entroterra, ma era noto che la maggior
parte dei fiumi di laggiù scorreva sottoterra, ciò che
avrebbe reso spaventosa una marcia da quelle parti.
I funzionari del re tentarono quindi di dissuaderlo, e
molti degli ex compagni dichiararono di non essere
disposti a seguirlo.
La ‘spedizione punitiva’ fu nondimeno allestita, e in grande
stile.
Assicurandosi che il Messico fosse in buone mani, Cortés diresse
la sua grande armata alla volta di Vera Cruz. Era il 12 ottobre del
1524.
Cortés viaggiava alla grande, col lusso e la stravaganza di un principe
rinascimentale. Il suo corteggio era composto da un sovrintendente
(8.000.000 euro annui), due annunciatori dei brindisi (200.000 euro annui),
un maggiordomo (180.000 euro annui), un pasticciere (80.000 euro annui),
un addetto alla posateria d’oro e d’argento (Rai, 75.000 euro annui),
un ciambellano (o avvocato di corte 1.000.000 euro annui), un medico
(60.000 euro annui), un chirurgo ( 85.000 euro annui),
due paggi alibardieri (dichiarazione non presentata),
otto palafrenieri (costo medio auto blu comprensiva autista:
25 o 30.000 euro annui), due falconieri (danni causati dalla caccia
ed affini 1.000.000.000 e più annui), cinque musici (vedi alla
voce Festival San Remo), due giocolieri (dichiarazione non pervenuta),
tre mulattieri (stipendio vigile urbano : 30.000 euro annui), e per ultimi
un enorme branco di maiali (con relativi porcari), che formavano una specie
di dispensa ambulante per l’armata.
Dopo un anno di marcia attraverso un territorio dei più spaventosi
Cortés giunse alla colonia spagnola di Las Hiberias-Honduras.
Cristobàl de Olid, la causa della spedizione punitiva, era già morto
impiccato dai suoi uomini.
Cortés ordinò la costruzione di una piccola fortezza a Omoa, e rimase
sul posto il tempo necessario a riorganizzare la colonia.
Omoa era il capolinea di una ferrovia, costruita nel 1868, la quale risaliva
per breve tratto la valle de fiume Ulua.
La valle era in pratica un mare di banane; miglia
e miglia di piantagioni controllate e gestite direttamente
dalla United Fruit Company, con sede a Boston
(la compagnia).
Il mercato della banana era nato in quella zona perché a un
bostoniano di nome Tudor era venuta l’idea di vender
ghiaccio a Cuba e in altre isole tropicali.
Il bostoniano prosperò fino a diventare noto come il ‘Re del ghiaccio’:
e, dovendo tornare a Boston con la nave piena di qualcosa, decise per
le banane.
Così anche il commercio delle banane prosperò, finché, dato che la
popolazione degli Stati Uniti cresceva senza sosta, la domanda superò
di gran lunga l’offerta.
Risultato: poco prima dell’apertura del Canal di Panama, l’industria
del Re del ghiaccio generò a Boston la United Fruit Company.
La Compagnia acquistò vaste estensioni di terreno in Guatemala,
Costa Rica e Honduras, divenendo nota localmente come
‘la piovra’ per il modo da essa usato nel procurarsi i terreni,
che era quello dello strangolamento dei piccoli proprietari, e
adoperando gente locale come bassa manovalanza per gli scopi,
rivelandosi poi un organismo dei più potenti così in America
( V.V. Hagen, Alla ricerca del sacro Quetzal)