LIBERAZIONE ANIMALE

Inoltre, non sono solo i visitatori delle aree naturali a guadagnare dalla loro

permanenza.

Il sostegno popolare alla protezione delle aree naturali non è certamente

espresso solo da chi le visita, anzi, è di gran lunga più vasto.

Sembra proprio che le persone vogliano sapere che la natura c’è,   uijhnbk.jpg

anche se l’hanno vista solo in televisione.  

Ma siamo sicuri che le generazioni future apprezzeranno

la natura?

Forse preferiranno starsene nei loro centri commerciali dotati

di aria condizionata a giocare con computer più sofisticati di quanto

noi possiamo immaginare.

Ciò è possibile, ma ci sono diverse ragioni per non attribuire troppo     polkijk.jpg

peso a una eventualità del genere.

Innanzitutto, la tendenza attuale sembra seguire la direzione

inversa: l’apprezzamento della natura non è mai stato elevato

come al giorno d’oggi, specialmente in quei paesi che hanno

superato i problemi della povertà e della fame e possiedono

relativamente poche aree naturali protette.

La natura viene apprezzata perché possiede un’immensa bellezza;

perché è una riserva di conoscenza scientifica non ancora esaurita;

per le opportunità ricreative uniche che offre; e perché molti

semplicemente amano pensare che c’è anche qualcosa di naturale e pinguini.jpg

sfiorato solo relativamente dalla civiltà moderna.

Se, come tutti speriamo, le generazioni future saranno in

grado di soddisfare i bisogni fondamentali della maggior

parte degli esseri umani, possiamo aspettarci che, per i

secoli a venire anch’esse attribuiranno alla natura lo stesso

valore che le attribuiamo noi oggi.

In secondo luogo, gli argomenti conservazionisti fondati sulla bellezza

della natura sono a volte trattati come se avessero poco peso, in quanto

‘meramente estetici’.

Ma questo è un errore.                                                                           kiujhnbhg.jpg

In realtà, facciamo molto per conservare i tesori artistici del

passato.

E’ difficile immaginare quale sia la somma adeguata a

compensare, per esempio, la distruzione dei dipinti

del Louvre:

ma come potremmo confrontare il valore estetico di una valle

fluviale boscosa o di una foresta vergine con quello dei dipinti

del Louvre?

Qui il giudizio deve diventare inevitabilmente soggettivo, e così mi 

limiterò a riferire le mie esperienze personali.

Io ho visitato il Louvre e parecchi tra gli altri grandi musei in                 65656.jpg

Europa e negli Stati Uniti e credo di avere un ragionevole

apprezzamento per le belle arti, eppure in nessun museo ho

avuto esperienze che hanno saziato il mio senso estetico

come quando cammino in una cornice naturale e mi fermo

 a contemplare il panorama da un picco montano che

sovrasta una valle boscosa, o quando me ne sto seduto

accanto a un torrente che scorre tra i massi muschiosi in mezzo

 a grandi cespugli di felci.

Non penso di essere il solo a pensarla così. 

Per molte persone, la natura è fonte del più profondo senso di appaga

mento estetico, e anche i non religiosi tendono a descriverla nei termini

di un’esperienza spirituale.                                                                             polkiujh.jpg

E’ vero comunque che questo genere di godimento della natura

potrebbe non essere condiviso dalle persone che vivranno tra uno

o due secoli.

Visto però che la natura può essere una così profonda fonte di gioia

e contentezza, si tratterebbe di una grande perdita.

Inoltre, sta a noi far sì che le generazioni apprezzino la natura;

perlomeno, è una cosa che possiamo influenzare.

Conservando le aree naturali, formiamo un’opportunità alle generazioni

a venire, e con i libri e i film che produciamo (compreso il presente)

creiamo una cultura che può essere trasmessa ai nostri figli ed ai figli dei

nostri figli.                                                                                                   oikjmnh.jpg

Se siamo convinti che una passeggiata nel bosco, con l’appagamento

che comporta per i nostri sensi, sia un modo assai più soddisfacente

di passare una giornata che non giocare al computer, e che

portarci dietro per una settimana il cibo e il riparo in uno zaino

facendo trekking in un ambiente naturale incontaminato farà di più 

per sviluppare il nostro carattere che non guardare la televisione per

un periodo equivalente, allora dovremmo incoraggiare le generazioni             8787676.jpg

future ad amare la natura; SE ESSE FINIRANNO PER

PREFERIRE I GIOCHI AL COMPUTER,

AVREMO FALLITO!     

(tutto ciò espresso è ostile al pensiero italico)

(P. Singer, La vita come si dovrebbe, il Saggiatore)

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INTERMEZZO NELLA MIGRAZIONE: VALORI AMBIENTALI

Da  http://giulianolazzari.myblog.it

      http://pietroautier.myblog.it

In confronto a società molto più stabili e tradizionaliste, il nostro moderno

‘ethos’ politico e culturale dimostra una forte difficoltà a riconoscere i valori

a lungo termine. Si sa che i politici guardano raramente oltre le prossime elezioni,

ma anche se lo fanno, i consiglieri economici suggeriranno loro che qualunque

bene ottenibile in prospettiva futura deve essere scontato, e a un tasso tale che

fa diventare facile sottovalutare il futuro a lungo termine.

Agli economisti è stato insegnato che a tutti  i beni futuri si deve applicare un tasso

di sconto: in altre parole: un milione di dollari tra vent’anni varrà meno di un

milione di dollari oggi. Gli economisti applicheranno al valore del milione di

dollari una certa percentuale di sconto, di solito corrispondente ai tassi

d’interesse reali a lungo termine.

La cosa, economicamente, ha un senso.

Se oggi possedessi mille dollari potrei investirli: quindi, in termini reali, i mille

dollari disponibili oggi sono ‘più’ di mille dollari disponibili tra vent’anni.

Ma l’applicazione di un tasso di sconto comporta che i beni ottenuti tra 100 anni

conteranno assai meno di quelli ottenuti oggi, mentre i beni ottenuti tra mille anni

quasi non conteranno nulla. E ciò non a causa di una qualunque incertezza riguardante

la presenza di esseri umani o creature senzienti sul nostro pianeta a quell’epoca,

ma semplicemente a causa dell’effetto cumulativo del tasso d’interesse sul denaro

investito oggi. Dal punto di vista dei valori senza prezzo e senza tempo dell’ambiente

naturale, però, l’applicazione di un tasso di sconto è la risposta sbagliata.

Esistono cose che, una volta perdute, non possono essere restituite con alcuna somma

di denaro. In tal modo, diviene problematico giustificare la distruzione di un’antica 

foresta sostenendo che l’esportazione del suo legno ci darà entrate sostanziali, anche

se potessimo investire quelle entrate incrementandole il valore di anno in anno; 

infatti, qualunque sia questo incremento, esso non potrà mai ricomprare il legame

con il passato rappresentato dalla foresta.

Questo argomento non dimostra che non esiste alcuna giustificazione per l’abbattimento

di una foresta vergine, però illustra che qualunque giustificazione del genere deve 

prendere in piena considerazione il valore delle foreste per le generazioni appartenenti

a un futuro non solo prossimo ma anche remoto. 

Questo valore sarà ovviamente correlato alla particolare rilevanza paesaggistica e

biologica della foresta, ma, siccome l’estensione delle distese naturali intatte si

assottiglia sempre più, ogni loro parte diventa significativa poiché le opportunità di

godere la natura diventano sempre più scarse e nello stesso tempo si riduce la probabilità

che una ragionevole selezione delle principali forme di vita selvaggia venga conservata.

(P. Singer, La vita come si dovrebbe, il Saggiatore)  

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