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Nel tardo Miocene vi erano innumerevoli specie di scimmie antropomorfe in Africa.
Perché di punto in bianco una di esse cominciò rapidamente a evolvere in una
direzione molto diversa da quella delle altre antropomorfe e, anzi, di tutti gli
altri mammiferi?
Che cosa indusse quella particolare specie a imboccare una nuova, singolare
direzione evolutiva che la portò in breve tempo a diventare bipede, poi intelligente
e infine glabra?
Quando l’evoluzione prende in maniera rapida e apparentemente arbitraria una
direzione strana, secondo me il motivo è sempre lo stesso: la selezione sessuale.
Ed è a questo punto che dobbiamo ascoltare il pavone.
Perché il pavone ha una coda al cui confronto il resto del corpo scompare?
Una coda che tremola e sfavilla al sole, con penne che culminano nella magnificenza
di splendidi ‘occhi’ verdi e viola?
Semplice: generazioni di pavonesse hanno scelto pavoni che sfoggiavano gli
equivalenti ancestrali di questi appariscenti ‘cartelloni pubblicitari’.
Secondo una particolare versione della teoria, la scelta del compagno (in questo caso
fatta dalle femmine) è dettata dall’arbitrio e dal capriccio, per esempio, alla
scelta del cibo o dell’habitat. Ma allora viene naturale chiedersi il perché di
questo arbitrio?
Il concetto fondamentale è che l’aspetto del maschio e il gusto della femmina
si evolvono insieme in una sorta di relazione a catena esplosiva.
Innovazioni nel comune gusto femminile di una specie e corrispondenti mutamenti
d’aspetto del maschio si potenziano a vicenda, in un processo travolgente che
li lega in maniera indissolubile e li trascina in una determinata direzione. Non c’è
nessuna ragione precisa perché sia scelta quella particolare direzione: semplicemente,
è la direzione che ha preso fin dall’inizio la tendenza evolutiva. Le antenate delle
pavonesse cominciarono a prediligere un ventaglio più grande e questo bastò a
innescare il meccanismo esplosivo della selezione sessuale. Il meccanismo scattò e,
in un tempo brevissimo rispetto ai parametri evolutivi, i pavoni sfoggiarono
ventagli sempre più grandi e iridescenti di cui le femmine erano assolutamente
entusiaste.
L’importanza per il nostro discorso, è che, secondo una valida teoria matematica,
la selezione sessuale ha indotto l’evoluzione a prendere direzioni arbitrarie e a
spingersi verso eccessi non utilitari.
Le selezione sessuale, e la sua capacità di indirizzare l’evoluzionein direzioni arbitrarie
non UTILITARIE, è il primo ingrediente della mia teoria dell’evoluzione della
stazione retta.
Il secondo ingrediente è la tendenza all’imitazione.
In alcune lingue, come l’inglese ‘to ape’ o l’italiano ‘scimmiottare’, esistono verbi che
significano ‘imitare, come fanno le scimmie’, anche se non sono così sicuro che
dipingano un’effettiva realtà. Tra tutte le scimmie antropomorfe, gli uomini sono
i più dediti all’imitazione, ma anche gli scimpanzè copiano e non c’è motivo di
pensare che le Australopitecine non lo facessero. Il terzo ingrediente è la diffusa
abitudine che hanno le scimmie antropomorfe di alzarsi per brevi periodi sulle zampe
posteriori, per esempio per le esibizioni di sessualità e aggressività.
Considerati tutti questi elementi, formulo la seguente ipotesi sull’origine della
stazione eretta umana. Come altre scimmie antropomorfe, i nostri progenitori,
quando non stavano sugli alberi, erano quadrupedi, ma ogni tanto, come fanno
tutte le scimmie antropomorfe e non antropomorfe moderne, si alzavano sulle
zampe posteriori per fare una specie di danza della pioggia, cogliere frutti dai
rami, spostarsi da una posizione accovacciata all’altra, guadare fiumi.
Si instaurò così la moda di camminare eretti, e si instaurò con la tipica fretta
e capricciosità delle mode.
L’ultima fase del ragionamento segue la teoria della selezione sessuale.
Le femmine che scelgono secondo un gusto conforme a quello della maggioranza
tendono ad avere figli che, grazie alla scelta del compagno fatta dalle madri,
ereditano la capacità di camminare eretti.
Veniamo adesso all’altro grande progresso nell’evoluzione umana, l’aumento delle
dimensioni del cervello.
Una femmina che voglia leggere in maniera soddisfacente e completa la qualità
dei geni di un maschio farà bene a concentrarsi sul suo cervello.
Siccome non può analizzare concretamente il cervello, dovrà guardare le sue opere.
E, se è vera la teoria secondo la quale i maschi facilitano il compito delle femmine
pubblicizzando le proprie qualità, i maschi con cui ha a che fare quella particolare
femmina non nasconderanno la fiaccola delle loro facoltà mentali sotto il moggio,
ma la metteranno bene in vista. Dunque danzeranno, canteranno, diranno cose
dolci, racconteranno barzellette, comporranno canzoni e poesie, suoneranno le une
e reciteranno le altre, pittureranno pareti di caverne o affrescheranno soffitti di
cappelle……
Secondo questa teoria, la mente umana è una coda di pavone mentale, e il cervello
si espande sotto l’influenza della stessa selezione sessuale che portò al potenziamento
della coda del pavone.
(e una miriade di altre considerazioni posso formulare…., Giuliano)
(R. Dawkins, Il racconto dell’antenato)