MERCOLEDI NOTTE DA QUALCHE PARTE

Quando stavano a rota e volevano rimediare una pera,

colpivano persino i loro compagni di buco con un sasso

sulla testa.

Il più selvaggio di tutti si chiamava Il Sinistro.

Tutti lo chiamavano Il Sinistro perché era veramente il tipo

più sinistro del giro.

Quando gli spacciatori lo vedevano scappavano ancora più

veloci di quando c’era una retata. Perché quando riusciva a

mettere le mani su un piccolo spacciatore lui semplicemente

si prendeva la roba.

Nessuo osava opporglisi, men che meno i piccoli bucomani.

Una volta mi è capitato di vedere Il Sinistro in piena azione.

Mi ero appena chiusa in un gabinetto per donne, per farmi una

pera, e qualcuno mi piomba letteralmente addosso saltando la

parete divisoria del cesso.

Era Il Sinistro.

Sapevo già dai racconti degli altri come lui si organizzava: aspettava

nei gabinetti per donne finchè arrivava una ragazzina fornita di ero.

E sapevo quanto poteva essere brutale.

Gli diedi quindi la mia siringa e la mia roba.

Lui uscì subito dal cesso e si mise di fronte allo specchio.

Non aveva più paura di niente.

Quindi si sparò il buco nel collo. 

Non gli era rimasto un punto in tutto il corpo nel quale 

poteva bucarsi.

Sanguinava davvero come un porco.

( Christiane F., Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino, Rizzoli )

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LE TENTAZIONI DELL’ OCCIDENTE

Rimasi peciò sconcertato quando la dottoressa Jalal, seduta in

una stanza buia e freddissima, esprimendosi in un inglese lento

e preciso, criticò duramente le elezioni e il processo di registrazione

degli elettori che le aveva precedute : le definì una truffa perpetrata

ai danni dei cittadini, una sorta di show messo in atto dal governo

statunitense per far colpo sull’elettorato americano nell’anno della

presidenza USA.

Nel gabinetto di Karzai dominavano corrotti signori della guerra

e non c’era posto o quasi per ‘persone qualificate’.

Con il passare dei giorni, infatti, man mano che viaggiavo in

nuove zone del paese, scoprivo realtà inquietanti : le ville appena

costruite, dalle ardite architetture degne di Los Angels, appartenevano

ai funzionari pubblici corrotti e sorgevano spesso su lotti di terreno

sottratti ad afgani indigenti; il governatore provinciale che parlava in

termini eloquenti di ‘pace’, ‘ricostruzione’, ‘comunità internazionale’

e ‘ sradicamento della cultura dei papaveri’ era un truffatore e un 

trafficante di droga.

L’adozione di una nuova strategia nel 2001 aveva costretto gli Stati 

Uniti a reclutare mercenari sul posto. Le risorse più facilmente dispo

nibili le offrivano i signori della guerra antitalebani riuniti nella

cosiddetta Alleanza del Nord, una coalizione composta soprattutto 

da tajiki, hazara, uzbeki e turkmeni già più volte sconfitti dai talebani

a predominanza pasthun. 

In passato, la CIA aveva contribuito a fornire armi a molti di questi 

signori della guerra durante la jihad sovietica. una volta concluso il 

conflitto con i russi, i servizi segreti americani e il ministero degli 

esteri USA si erano ritirati per lasciare il campi all’ISI pachistano e

ai principi sauditi, che in precedenza avevano esortato i mussulmani

di tutto il mondo a unirsi nella jihad contro il regime comunista di 

Kabul e che ora tentavano di insediare al potere gli esponenti più 

oltranzisti del radicalismo islamico. 

E così, i miliardi di dollari versati al fisco dai contribuenti statunitensi

erano andati a finanziare una spietata congrega antiamericana di 

fondamentalisti musulmani e spie pachistane. 

La nuova libertà conquistata da Hazrat Ali e dagli altri signori della 

guerra spalleggiati dagli americani spiega in parte perché la coltura

dei papaveri da oppio, drasticamente ridotta nel 2000 e nel 2001 

grazie al bando imposto dai talebani, sia balzata di colpo a una 

percentuale del 64% tra il 2003 e il 2004; spiega anche il motivo per 

cui nel 2004 l’Afghanistan ha contribuito alla produzione mondiale

di eroina per una quota pari  all’ 87%. 

Se a suo tempo il radicalismo islamico sponsorizzato dalla CIA aveva

messo il paese a contatto con il mondo moderno, i signori della guerra

protetti dall’America l’hanno introdotto nell’economia globale.

Chi è Hazrat Ali ?

E’ uno dei leader più in vista fra i signori della guerra, e forse il più

potente, con un seguito di 18000 uomini armati. Si conquistò una fama

effimera negli ultimi mesi del 2001, quando le forze speciali americane

gli affidarono il compito di dare la caccia a Osama bin Laden, nascosto

nelle caverne di Tora Bora, nella provincia orientale del Nangarhar.

Non fu possibile appurare se Osama si trovasse davvero a Tora Bora: i

B-52 degli Stati Uniti ridussero in polvere l’intera zona e i comandanti

locali amavano sbalordire gli emissari della stampa raccontando storie di

terroristi annidati in grotte ad alta tecnologia nelle viscere delle montagne.

Gli agricoltori con cui parlai nella regione del Nangarhar, alcuni dei due

milioni e trecentomila afgani attivi nell’industria degli stupefacenti, mi

descrissero la sollecitudine con la quale Ali incoraggiava e seguiva da

vicino la produzione e il commercio dell’oppio.

I suoi uomini arrivavano nei villaggi a bordo di pick-up e compravano

il raccolto di papaveri, che non veniva più lavorato in Pakistan come

una volta, ma era trasformato in eroina nei laboratori della provincia.

Qui la droga, contrabbandata attraverso il Dubai e il Pakista,

approdava nelle strade di Londra,  Parigi, e Berlino.

( P. Mishra, La tentazione dell’occidente, Guanda ed. )

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MERCOLEDI MATTINA

Da http://pietroautier.myblog.it

     http://giulianolazzari.myblog.it

Drrrrrin !

Lo squillo fece sobbalzare tutti gli uomini che erano nella

stanza, scuotendoli dal loro torpore.

Mitchell alzò una mano per rassicurarli, mentre con l’altra

mano sollevava il ricevitore.

Si muoveva con la scioltezza di un atleta o di una macchina

ben lubrificata.

– 493-7282

– Parla Condor. E’ quasi finita.

– Bene. Allora perché non..

– Ho detto quasi. Ora ascoltami, e ascoltami bene. Maronick,

Weatherby e la loro gang lavoravano agli ordini di un certo

Atwood. Cercavano di coprire un’operazione di contrabbando

effettuata dal 68 al 90. Mascheravano le spedizioni servendosi

della Agency.

Heidegger l’aveva scoperto.

Tutto il resto è stato una conseguenza naturale.

– Mi è rimasto un lavoretto da sbrigare. Se mi va male lo saprete.

In ogni modo ho spedito due lettere alla mia amica.

Farete bene a ritirarle. Arriveranno questa mattina.

– Sarà bene che mandiate una squadra in gamba a casa di Atwood.

E tirateli fuori da lì…per Dio…

( J. Grady, I sei giorni del condor, Bur ed. )

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