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Ma poi nel febbraio del 1939, tutto era cambiato di colpo.
Eichmann aveva convocato a Vienna i capi ebraici tedeschi
per spiegare loro il suo nuovo metodo di ‘ emigrazione forzata’.
Li aveva ricevuti seduto al tavolo in una grade sala del palazzo
Rothschild, e gli ebrei lo avevano riconosciuto, naturalmente, ma
l’avevano trovato completamente trasformato : – Dissi ai miei amici
che non ero certo che fosse proprio lui. Tanto terribile era il
cambiamento…
Qui trovai un uomo che si comportava come il signore della vita
e della morte.
Ci ricevette con fare insolente e rude.
Non permise che ci avvicinassimo al suo tavolo.
Dovevamo restare in piedi.
Tra il 1937 e il 1941 egli ebbe quattro promozioni; nel giro
di 14 mesi salì da sottotenente a capitano.
A Vienna aveva dato prova di decisione e ora veniva riconosciuto
non solo un ‘esperto di questioni ebraiche’, cioè negli intrighi
delle organizzazioni ebraiche e dei partiti sionisti, ma anche
un’autorità in fatto di emigrazione.
( H. Arendt, La banalità del male, Feltrinelli )