DIFFERENZIA CHE HA LA PITTURA CON LA POESIA

Da  http://pietroautier.myblog.it

       http://giulianolazzari.myblog.it

La pittura è una poesia che si vede e non si sente,

e la poesia è una pittura che si sente e non si vede.

Adonque queste due poesie, o voi dire due pitture,

hanno scambiati li sensi, per li quali esse dovrebbono

penetrare allo intelletto.

Perché se l’una e l’altra – è pittura-, dee passare al senso comune

per il senso più nobile, cioè l’occhio; e se l’una e l’altra è poesia,

esse hanno a passare per il senso meno nobile, cioè l’udito.

Adonque daremo la pittura del sordo nato, e la poesia sarà

giudicata dal cieco nato, e se la pittura sarà figurata con li

movimenti appropriati alli accidenti delle figure che operano

in qualonque caso, sanza dubbio il sordo nato intenderà le

operazioni et intenzioni de li operatori, ma  ‘l cieco nato non

intenderà mai cosa dimostri  ‘l poeta, la qual faccia onore a essa

poesia; con ciò sia che delle nobili sue parti è il figurare li gesti

e li componimenti delle istorie, e li siti ornati e dilettevoli con le

trasparenti acque, per le quali si vede li verdeggianti fondi delli

suoi corsi, scherzare l’onde sopra prati e minute giare, con l’erbe,

che con lor si mischiano insieme con li sguiscianti, e simili discrezioni,

le quali si potrebbero così dire ad un sasso, come a un cieco nato,

perchè mai vide nissuna cosa di che si compone la bellezza del mondo,

cioè luce, tenebre, colore, corpo, figura, sito, remozione, propinquità,

moto e quiete; le quali sono dieci ornamenti della natura.

Ma il sordo avendo perso il senso meno nobile, ancora ch’egli abbia

insieme persa la loquela, perché mai udì parlare, mai potè imparare alcun

linguaggio, ma questo intenderà bene ogni accidente che sia nelli corpi

umani, meglio che un che parli e che abbia udito, e similmente cognoscerà

 l’opere de’ pittori e quello che in esse si rappresenti, et  a  chi  tali

figure  sieno propriate.

( Leonardo da Vinci, Libro di Pittura, Giunti )

   

ghhnnjnbhg.jpg

SUPPLICA PER LUTERO

Item il venerdì prima di Pentecoste dell’anno 1521 appresi ad

Anversa che Martin Lutero era stato arrestato a tradimento.

Poiché gli era stato assegnato come scorta l’araldo dell’Imperatore

Carlo, munito di salvacondotto imperiale, egli si era fidato.

Ma l’araldo, non appena l’ebbe condotto in un luogo appartato

presso Eisenach, disse che la sua presenza non si rendeva più 

necessaria e si allontanò a cavallo.

Tosto giunsero 10 cavalieri e a tradimento portarono via quell’uomo

pio, illuminato dallo Spirito Santo, che in tal modo era stato venduto.

Era questi un discepolo di Cristo di autentica fede cristiana.

Se egli ancor viva o se sia stato assassinato, questo lo ignoro;

tuttavia egli avrà sofferto ciò per amore della verità cristiana e

per aver castigato un papato non più cristiano, il quale ostacola 

la nostra liberazione per opera del Lodo mediante un greve 

fardello di leggi umane, derubandoci e succhiandoci il sangue

e il sudore ; questi ci vengono così scandalosamente divorati da

tale genia viziosa e dedita all’ozio, a causa della quale i miseri

e gli afflitti devono morire di fame.

Ma ciò che più mi pesa è che Dio voglia forse lasciarci alla mercé di

questa dottrina falsa e cieca, fabbricata da quegli uomini chiamati

padri affinché la parola di Dio ci giunga in modo menzognero o

addirittura non ci giunga affatto.

O Dio del Cielo, abbi pietà del nostro Martin Lutero, cavaliere errante ! 

 ( A. Durer, Viaggio nei Paesi Bassi, Diabasis )

tttttthgbnvgf.jpg