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In un articolo pubblicato su ‘Civiltà Cattolica’ del 1960 padre Des Places esaminava
le valenze di ‘separazione’, ‘entusiasmo’, ‘scossa’, ‘stupore’, ‘delirio’ e ‘pazzia’ nell’
antica GRECIA e concludeva che in essa vi furono forti esperienze estatiche con
un retroterra molto simile in parte al mondo spirituale dell’Asia centrale e della
Siberia, e in parte all’India vedica.
Nuccio d’Anna riconosce in EPIMENIDE DI CRETA un tipico rappresentante di
estatico vagante greco, al quale si attribuivano una vita spirituale fatta di dure
ascesi, digiuni e l’uso di sostanze allucinogene come l’asfoledo e l’alimon;
questi elementi assieme ai caratteri di indovino, purificatore, consigliere politico
oltreché l’uso di tatuaggi richiamano ad una figura molto arcaica d’estatico la
cui tipologia è tipicamente sciamanica centroasiatica.
Per un aprofondimento dell’idea di uomo come microcosmo nelle culture
precristiane e sciamaniche non possiamo non rimandare all’opera del benedettino
C.K. Krasinski intitolata ‘Microcosmo e Macrocosmo nella storia delle religioni’.
L’autore, esperto di filosofia medica tibetana, scrive: “Il complesso rituale vedico
e brahmano dell’altare, la speculazione astrologica dell’antica Mesopotamia,
l’architettura dello stupa nel buddismo e gli edifici culturali chorten del lamaismo
tibetano, il monumentale sacrificio celeste degli imperatori cinesi, nonché quello
dei nomadi Na-Khi cinesi-tibetani, la primitiva tenda culturale degli sciamani
siberiani, l’adattamento cerimoniale degli indiani sioux, ma anche quello mosaico
delle dodici tribù ebree nel deserto, o i misteri della creazione degli indiani Algonchini:
sono tutte evidenti variazioni dell’unico e identico tema della ‘corrispondenza’ intrinseca
fra l’uomo inserito nel microcosmo dell’evento culturale e il ‘grande mondo’ che lo
circonda”.
E’ in quest’ottica che abbiamo considerato sia l’utilizzo della musica nelle sedute
sciamaniche, sia la lettura del folclore poetico e musicale dei popoli ugro-finnici
ed altaici, essendo la musica una scienza che si fonda anch’essa su leggi numeriche ed
analogiche.
CANTA CANTA……
‘Canta, canta’, ripetete voi,
supponendo che sia una cosa semplice;
‘Parla, parla’, ripetete voi,
supponendo che sia una cosa semplice….
se bisogna cantare, si canti,
mettendovi il proprio cuore,
se bisogna parlare, si parli
con tutto il proprio spirito.
Cantare senza mettervi il proprio cuore,
non è possibile!
Raccontare senza tutto il proprio spirito,
non è possibile!
Di che potrebbe bene
raccontarvi la storia?
Su che si potrebbe bene
cantare una canzone?
E’ di altri tempi
che io vi parlerò.
che io vi canterò!
Le parole delle mie storie,
le arie delle mie canzoni
quando ero piccolo
gli anziani le cantavano
gli anziani le hanno dette,
le hanno messe in un sacco (di scorza di tiglio)
L’hanno chiuso con una ritorta
di tiglio solido,
hanno introdotto il sacco
proprio nel fondo di un krez,
hanno nascosto il krez,
nella cavità di un tiglio,
per trovare il tiglio (e il mulino),
bisogna sapere la strada;
per conoscere la strada
bisogna bere una buona sorsata:
l’arak mette il cuore d’umor leggero.
(G. Bardini, Musica e Sciamanesimo in Eurasia)
…è di altri tempi che io vi parlerò…..
http://www.culture.gouv.fr/culture/arcnat/chauvet/fr/index.html