CIGNO

Il Cigno è certamente la più tipica                                           klnbdc.jpg

costellazione del cielo estivo.

Per la sua forma, popolarmente

è anche nota come ‘croce del

nord’. Nella mitologia questo

gruppo di stelle si ricolegga

al cigno nel quale si era trasformato

Giove per conquistare i favori di Leda.

Una diversa tradizione si rifà invece al mito di Fetonte e al suo sfortunato

viaggio con il carro infuocato del Sole.

Non sempre però queste stelle sono state associate a vicende così eccezionali

o a un uccello così elegante. Gli arabi vedevano in esse una gallina, e questa

denominazione fu usata per tutto il medioevo, finché con il Rinascimento si

affermò la versione latina del Cigno: LA PIU’ BELLA, LA PIU’ APPARISCENTE.

Alfa Cygni è Deneb, nome che richiama le origini meno nobili della costellazione

in quanto deriva dall’arabo ‘Dhanab al Dajajah’, che significa ‘la coda della gallina’.

Di magnitudine 1,26, al diciannovesimo posto per luminosità in tutto il cielo, Deneb

è una delle maggiori supergiganti conosciute, con una massa stimata tra 12 e 25 volte

quella del Sole e una luminosità 60.000 volte maggiore di quella della nostra stella.

Forse la più bella costellazione.

La distanza è intorno a 1600 anni-luce: fra le stelle brillanti è una delle più lontane che

ci sia concesso vedere. Se il Sole si trovasse al suo posto apparirebbe appena di magnitudine

13,3 e occorrerebbe un telescopio da 20 centimetri per poterlo vedere in quanto risulterebbe

oltre 800 volte più debole delle più deboli stelle osservabili ad occhio nudo.

Di magnitudine assoluta -7,1, Deneb è una stella bianco-azzurra con un diametro di

85 milioni di chilometri, quasi quanto l’orbita di Mercurio.

Eppure con un piccolo telescopio appare poco più grande di una pulce.

Gli strati superficiali sono molto rarefatti e hanno una temperatura di 9700 gradi Kelvin.

In questa rovente atmosfera avvengono grandiosi moti turbolenti, che danno luogo a

una pulsazione con periodo di 11,7 giorni e parallelamente a un lieve variazione luminosa

di 5 centesimi di magnitudine.

In effetti però la situazione è più intricata.

L’oscillazione di circa 12 giorni (nella borsa mercato di siffatto Universo) deriva dalla

sovrapposizione e composizione di una quindicina di periodi compresi tra 5 e 10 giorni,

tutti con ampiezze inferiori al decimo di magnitudine. Su grande scala avviene un po’

ciò che si osserva nel Sole, con i suoi moti oscillatori di 5 minuti, di 50 minuti e di 2 ore

e 40.

Lo spettro della luce di Deneb è stato analizzato a fondo da Paddock all’Osservatorio

di Lick tra il 1927 e il 1933 per ricavarne con estrema precisione i moti radiali corrispondenti

alle sue pulsazioni (simili e simmetrici ad altre costellazioni a lei affini….).

In base a 447 misure ottenute con il rifrattore da 91 centimetri si è trovata una prima

oscillazione con periodo di 800 giorni e con un moto di 6 chilometri al secondo, interpretabile

anche come effetto di una compagna che farebbe di Deneb UNA DOPPIA SPETTROSCOPICA.

Il valore della massa di Deneb rimane molto incerto.

L’osservatorio ‘Factus’ attesta ed accetta quello di 25 MASSE SOLARI.

Terrius nel 1976 ha proposto 12 MASSE SOLARI.

La stima più recente, fornita da Figaro de Sarko, nel 1980, conferma di 17 masse solari.

Gli Inglesi stanno valutando più dettagliatamente.

Le turbolenze osservate negli strati superficiali di Deneb sono soltanto un piccolo

segnale dell’inquietudine che serpeggia tipica delle stelle massicce, e quindi così

irruenti nel riversare fiumi di energia nello spazio.

La pressione della radiazione che affiora dalla FORNACE nucleare nascosta  nel

‘CORE’ della stella è così elevata da produrre un ‘TRAVOLGENTE VENTO STELLARE’.

Il satellite IUE per l’osservazione del cielo nell’ultravioletto, tra il 1978 e il 79 ha messo

in evidenza un ‘vento’ di particelle nucleari che soffia da Deneb a 240 chilometri al

secondo e che si trascina nello spazio da 1 a 7 centomilionesimi di massa solare

all’anno.

(P. Bianucci, Stella per stella)

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VOLPETTA

Da http://pietroautier.myblog.it

     http://giulianolazzari.myblog.it

     http://lazzari.myblog.it

     www.giulianolazzari.com

L’estate ha notti brevi, comprese                                               klnbdc.jpg

tra un interminabile crepuscolo

e un precoce albeggiare.

Ma le poche ore di buio

totale consentono di ammirare

il meraviglioso spettacolo della

Via Lattea (il suo candore…la

sua naturale bellezza…) che si

rivelò a Galileo quando esplorò questa nube chiara con il suo cannochiale.

Un binocolo è ancora il migliore strumento per contemplare dalla lontana

terra la magnificenza della Via Lattea, con i suoi …fitti addensamenti di

stelle e i suoi deserti oscuri, dove la luce è assorbita da nubi di gas e detriti

interstellari …che viaggiano veloci….nello spazio infinito.

Una biforcazione nel chiarore diffuso della Via Lattea (che talvolta nella sua

‘naturale bellezza’ ci piega i ginocchi) parte proprio dalla più bella tra le

costellazioni estive: IL CIGNO. E in particolare dai pressi di Deneb, la sua

stella principale. Deneb, insieme con Vega nella Lira e Altair nell’Aquila,

forma nel cielo d’estate un grande inconfondibile TRIANGOLO.

Se lo si assume come punto di riferimento è facile trovare le altre principali

costellazioni della stagione, le quali con il loro chiarore eccitano lo sguardo

…del mite osservatore! 

Sul proseguimento della linea Deneb-Vega si incontra un trapezio di stelle

più deboli che costituiscono la parte centrale di Ercole. Simmetrica alla

costellazione della Lira, al di là del Cigno, si trova VOLPETTA.

Iniziamo codesta osservazione da lei….

E’ una PICCOLA COSTELLAZIONE inventata nel 1660 (tempi oscuri per la

nascente astronomia) da Hevelius astronomo di Danzica, per colmare il vuoto

….di stagione tra il Cigno e la Freccia. Comprende soltanto stelle sotto la quarta

magnitudine, poco luminose, ma questo angolo di cielo è particolarmente attraente

se visto al binocolo, perché si trova lungo la Via Lattea.

Hevelius collocò qui anche la costellazione dell’OCA, poi scomparsa….e assorbita

da VOLPETTA.

ALFA VULPECULAE si chiama ‘ANSER’ (in latino ‘oca’, appunto, perché cadeva

nell’altra costellazione ideata a collo di bottiglia…da Hevelius) ed è di magnitudine

4,63. Rossastra, di classe M, si trova a circa 280 anni-luce. E’ 80 volte più luminosa

del Sole…forse illumina altri mondi diversi dal nostro.

T Vulpecolae è una cefide bianca che in 4 giorni e mezzo oscilla tra magnitudine 5,2

e 6,4 (come un gamberetto luminoso…).

M 27 è senza dubbio la maggior attrazione della Volpetta. Con M57 della Lira, è la

più bella e tipica nebulosa planetaria. Detta popolarmente anche ‘bettacchio di campana’,

‘campana muta’ per la sua forma allungata con due (loschi ..) lobi simmetrici, fu

scoperta da Messier nel 1764 per i suoi prolungati impulsi elettromagnetici. 

In effetti il suo aspetto varia a seconda della potenza del telescopio.

Se lo strumento è abbastanza potente, acquista una simmetria ovoidale emanando flussi

di calore a getto continuo, originato dall’esplosione….di stelle che hanno esaurito il 

combustibile nucleare. 

(P. Bianucci, Stella per stella)

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