UN EBREO RAZZISTA: OMAGGIO A SARKO (2)

CATEGORIZZAZIONI RAZZIALI:

Nel 1936 il ministero degli Interni ordina la creazione di un istituto di ricerca

inteso a determinare la qualità razziale della popolazione zingara della Germania.

L’esigenza di individuare lo zingaro diventa stringente dopo la promulgazione delle

Leggi di Norimberga basate su criteri razziali.

L’Istituto di ricerca sull’igiene razziale e la biologia della popolazione era diretta da

Robet Ritter. Il suo obiettivo principale, definito dallo stesso Ritter nei primi mesi del

1940, era ‘fornire dati pratico-scientifici per l’adozione da parte dello Stato di provvedimenti

nel campo DELL’EUGENETICA E DELL’IGIENE RAZZIALE’.

Il 7 agosto 1941, il RKPA dirama istruzioni dettagliate su compilazione e utilizzazione

delle valutazioni razziali. Sulla base di queste perizie, si precisa, il RKPA classifica

un individuo come ZINGARO, girovago assimilabile agli zingari. La perizia poi trasmessa

agli uffici regionali della Kripo, conteneva una diagnosi razziale e indicazioni sulla

tribù di appartenenza dell’individuo esaminato. Essendo impossibile determinare con

assoluta precisione il grado di mescolanza razziale, la classificazione doveva far

riferimento al seguente schema semplificato:

1) ZINGARO puro o totale.

2) ZM+ con prevalenza di sangue zingaro.

3) ZM con parti uguali di sangue tedesco e di sangue zingaro.

4) ZM- con prevalenza di sangue tedesco.

5) NZ non zingaro.

La perizia doveva pure contenere l’indicazione della TRIBU’ di appartenenza dello

zingaro, perché, in molti casi, l’appartenenza tribale rendeva possibile determinare 

se l’individuo esaminato era tedesco o straniero. Andavano considerati zingari stranieri

quelli appartenenti alle tribù seguenti: ROM provenienti dall’Ungheria (CHE PRESENTANO

CARATTERISTICHE RAZZIALI IN COMUNE CON GLI EBREI), gelderari, lowari, 

lalleri e certi clan provenienti dai Balcani. 

L’istruzione del RKPA faceva presente che molti zingari stranieri avevano cognomi

e documenti d’identità tedeschi ai quali in realtà non avevano diritto. 

Tali documenti di identità dovevano essere sequestrati e gli zingari in questione trattati

come stranieri. Gli appartenenti alla tribù sinti erano tedeschi; molti di loro vivevano

in Germania da parecchie generazioni.

(Guenter Lewy, La persecuzione nazista degli zingari) 

(…Signori Rom guardatevi da tal zingaro di cui la foto vi propongo; nelle categorie 

razziali appena citate con la presente ‘circolare’ dovrebbe farvi compagnia in ugual 

aereo di rimpatrio, ma la politica è SOLO IL CIARLARE DI CIARLATANI IN 

MALAFFARE!) 

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UN EBREO RAZZISTA: OMAGGIO A SARKO

Quando la politica diventa comica, un omaggio storico a sangue tzigano ed ebreo.

Un articolo in

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/201008articoli/57755girata.asp

La Francia avvia l’espulsione dei rom….cenni storici:

Fu il concetto di illecito penale ad ampliarsi a partire dal 1933.

Il 14 dicembre 1937, Frick, ministro degli Interni ed esponente di spicco del

partito, emana un decreto relativo all’azione preventiva contro la criminalità da

parte della polizia. Oltre ai delinquenti abituali, la misura si applica a ‘chi, senza

essere un delinquente abituale o di professione, costituisce, per il suo comportamento

asociale, una minaccia per la popolazione’. Formula ripresa nelle norme applicative del

decreto emanate il 4 aprile 1938, che definiscono ‘asociali’ tutti coloro che ‘dimostrano

con il loro comportamento, ancorché non delinquenziale, di non volersi adeguare alla

vita della comunità’. 

Sono pertanto ‘asociali’: 1) coloro che commettono ripetutamente reati minori in violazione

dell’ordine stabilito dallo Stato NAZIONALSOCIALISTA, ‘per esempio mendicanti, vagabondi

(zingari), prostitute, alcolisti, affetti da morbi contagiosi, e in particolare malattie veneree, 

che rifiutano le cure; 2) gli individui, che pur non avendo precedenti penali, cercano di 

sottrarsi al dovere del lavoro dovendo di conseguenza ricorrere, per il proprio sostentamento,

all’assistenza pubblica, ‘per esempio, gli oziosi, quelli che si rifiutano di lavorare, gli 

alcolisti’. Le forze di polizia erano tenute a ricorrere alla custodia preventiva ‘in primo 

luogo nei confronti degli asociali privi di fissa dimora’. 

Secondo le citate norme applicative, coloro che venivano sottoposti al procedimento di

custodia preventiva dovevano essere inviati IN CAMPO DI CONCENTRAMENTO per 

una durata in linea di principio illimitata. I comandi di polizia periferici erano tenuti a

sottoporre i provvedimenti di custodia preventiva al comando della KRIMINALPOLIZEI

a Berlino, cui competeva la decisione finale in fatto di decorrenza temporale del 

provvedimento, che veniva riesaminato ogni dodici mesi. Non esisteva alcuna possibilità

di ricorso legale nei confronti di tali provvedimenti. 

Dato il carattere piuttosto elastico del concetto di ‘asociale’, era possibile farvi rientrare

chiunque non avesse fissa dimora o una fonte di reddito ben determinata. 

Nel 1942, il regime nazista ha ormai ampiamente abbandonato qualsiasi pretesa di 

GOVERNARE SU BASE LEGALE; ciò nonostante, le autorità locali continuano 

talvolta ad attenersi alla legalità procedurale.

In un’interessante analisi della dittatura nazista pubblicata negli Stati Uniti nel

1941, l’emigrato tedesco e scienziato della politica E. Fraenkel ha coniato l’espressione

DOPPELSTAAT (doppio stato) per designare uno Stato nel quale COESISTONO UN

SISTEMA DI DOMINIO DELL’ARBITRIO ASSOLUTO che non conosce limite in

alcuna garanzia giuridica e un sistema di governo che ASSICURA UN NUMERO

LIMITATO DI GARANZIE BASATE SUL DIRITTO E SUI PRIVILEGI.

Come abbiamo già osservato, il regime preferiva affrontare il ‘problema degli zingari’

mediante decreti ad hoc più che sulla base di una legislazione articolata, PROPRIO 

PER SFUGGIRE AL FONDAMENTALE PRINCIPIO GIURIDICO SECONDO IL 

QUALE E’ LECITO TUTTO CIO’ CHE NON E’ ESPLICITAMENTE VIETATO. 

L’adozione di provvedimenti intesi a ridurre lo status di uguaglianza giuridica degli

zingari si protrasse sino alla loro deportazione nel 1943. 

(Guenter Lewy, La persecuzione nazista degli zingari)

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GUERRA E PACE 2

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Se lo scopo della Conferenza, come risulta dalle ultime informazioni, è il

prescrivere l’impiego dei mezzi di distruzione che sembrano troppo crudeli agli

uomini, perché in questo caso non eliminare l’intercettare le lettere, la falsificazione

dei dispacci, lo spionaggio e tutte le odiose canagliate che sono le condizioni

indispensabili della difesa militare?

In tutti i casi l’interdizione di trarre partito da tutti i mezzi di combattimento che

s’impiegano oggi è tanto impossibile quanto il proibire agli uomini che si battono

in una lotta corpo a corpo, di toccare le parti più sensibili. E perchè la ferita o la

morte causata da una palla esplosiva è essa peggio del colpo portato, in un punto

vulnerabile, da una palla semplice o da una scheggia di obice che causano le più

orribili sofferenze e danno ugualmente la morte?

E’ sorprendente che degli uomini maturi e normalmente sani possano esprimere

seriamente idee così bizzarre. E’ vero che i diplomatici, che consacrano la loro

vita alla menzogna, vivono e agiscono costantemente in questa densa atmosfera

di ipocrisia e vi sono talmente abituati che non si accorgono nemmeno dell’insanità

delle loro proposte.

Ma come i semplici mortali fra gli onesti, non quelli che per piacere allo zar, vantano 

il suo progetto ridicolo, non si accorgono che la Conferenza non potrebbe avere altro

risultato che la fortificazione della menzogna nella quale i governi mantengono i

loro sudditi, come ciò ebbe già luogo al tempo della ‘Santa Alleanza’ di Alessandro I?

La Conferenza avrà per scopo di stabilire non la pace, ma di nascondere agli uomini il

solo mezzo di liberarli dai mali della guerra, mezzo consistente nel rifiuto di partecipare

agli omicidi militari.

Ecco perché la Conferenza non potrebbe discutere questa questione.

(Lev Tolstoj, Una rondine fa primavera)

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GUERRA E PACE

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E’ vero che i diplomatici, che consacrarono la loro vita alla menzogna, sono

talmente abituati all’ipocrisia da non accorgersi nemmeno dell’insanità

delle loro proposte, ma come fanno i semplici mortali a non capire che

una conferenza internazionale per il disarmo non ha per scopo la pace

bensì nascondere agli uomini il solo mezzo di liberarli dai mali della

guerra, vale a dire il rifiuto di partecipare agli omicidi militari?

Si assicura che i conflitti fra governi saranno regolati da un tribunale di

arbitrio.

Ma oltre i conflitti saranno giudicati non dai rappresentanti del popolo,

ma da quelli dei governi, e che così niente garantirà l’equità di queste

decisioni, chi eseguirà le sentenze di questa corte?

Gli eserciti.

Gli eserciti di chi?

Quelli di tutte le potenze.

Ma le loro forze non sono uguali.

Chi, per esempio, assicurerà, sui continenti, l’esecuzione della sentenza svantaggiosa

per la Germania, la Russia e la Francia alleate fra loro?

Oppure, chi applicherà, sul mare, la decisione contraria agli interessi dell’Inghilterra,

della Francia, dell’America?

Così, le decisioni della corte di arbitrato contro la violenza militare saranno applicate

dalla forza militare; diversamente detto: la forza che si deve limitare servirà da mezzo

di limitazione. Per prendere l’uccello, bisogna mettergli il sale sulla coda.

Io, mi ricordo che un giorno l’assedio di Sebastopoli, dove io mi trovavo fra gli aiutanti

di campo del generale Saken capo della guarnigione, nel salone di ricevimento, entrò

il principe Usarov, ufficiale molto bravo, originalissimo e nello stesso tempo uno

dei migliori giocatori di scacchi di tutta l’Europa a quella epoca.

Egli dichiarò di dover parlare al generale. L’aiutante di campo l’introdusse nel gabinetto

di quest’ultimo. Dieci minuti dopo, Usarov passava innanzi a noi, coll’aria scontenta.

L’ufficiale che l’aveva accompagnato ritornò verso noi, e ridendo ci raccontò il momento

della visita di Usarov a Saken. Egli era venuto a dirgli di proporre agli inglesi un torneo

a scacchi avente come posta di gioco la prima trincea situata innanzi al quinto bastione,

che molte volte era passata da un campo all’altro ed era costata qualche centinaio di vite.

Evidentemente, sarebbe stato preferibile giocare la trincea agli scacchi che uccidere

degli uomini; ma Saken non accettò la proposta di Usarov, comprendendo benissimo

che, per giocare la trincea agli scacchi, sarebbe bisognato soprattutto che vi fosse stata

confidenza reciproca nell’esecuzione della clausola.

Ora, la presenza degli eserciti schierati innanzi la trincea e i cannoni diretti su di essa 

mostravano che questa cofidenza non esisteva. Finché vi erano delle truppe dall’una

e dall’altra parte, era chiaro che l’affare si doveva decidere, non cogli scacchi, ma colla

punta delle baionette.

Lo stesso avviene per ciò che riguarda le questioni internazionali.

Perché esse possano essere regolate da una corte arbitrale, deve esistere fra gli Stati

una confidenza intera e reciproca nell’esecuzione delle decisioni della corte.

Se questa confidenza esiste, gli eserciti sono inutili, se esistono degli eserciti la 

confidenza non v’è più, e le questioni internazionali non possono essere regolate che 

dalla forza.

Finché vi saranno degli eserciti, essi saranno impiegati, non solo ad acquistare nuovi 

territori, come fanno ora tutte le nazioni, sia in Asia, sia in Africa, sia in Europa, ma

ancora a conservare con la forza ciò che è stato acquistato con la forza. 

Ora, non si potrebbe fare delle conquiste e conservarle che trionfando degli altri; i

trionfi non si acquistano che mediante ‘grossi battaglioni’. E’ per questo che se il 

governo ha un esercito deve averlo il più che possibile potente: e questo è per esso

un dovere. Se non adempie, esso è inutile come governo. Può fare molto nell’

amministrazione interna: liberare, istruire, arricchire il popolo; costruire strade,

canali, rendere abitabili dei paesi deserti, eseguire lavori di utilità pubblica, ma 

vi è una sola cosa che il governo non può fare, proprio quella per cui si riunisce

la Conferenza: RIDURRE LE FORZE MILITARI.

(Lev Tolstoj, Una rondine fa primavera)

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IL RITIRO DEI MACELLAI: IL GATTO E LA VOLPE NEL PAESE DEI BALOCCHI E DEI TANTI POZZI

Governare e legiferare!                                                                           iuijkhgfvcj.jpg

Pensavo fossero, queste, professioni

rispettabili; abbiamo udito di questi

uomini celestiali, di quei Numa,

Licurgo e Solone, nature celesti

nella storia del mondo i cui

nomi indicano modelli di

legislatori ideali; ma PENSARE

DI LEGIFERARE PER

REGOLAMENTARE

la procreazione degli schiavi o la produzione del tabacco?

Che cosa hanno a che fare i divini legislatori umani con 

l’importazione o l’esportazione del tabacco?

Che cosa hanno a che fare i legislatori umani con la procreazione

degli schiavi (o del petrolio)?

Immagina di dover sottoporre                                                              iokjmnl.jpg

la domanda a ogni figlio di

Dio – e se non avesse figli

nel XIX secolo?

E se si fosse estinta la famiglia?

In quali condizioni vorreste 

ricostruirla?

Cosa potrebbe mai dire uno 

Stato come la Virginia nel giorno

del giudizio finale, uno Stato i cui prodotti principali sono 

SCHIAVI E TABACCO (E PETROLIO)?

Come si può essere patrioti se si vive in un simile STATO?

E queste informazioni le ho prese dalle tavole statistiche che

gli stessi Stati hanno reso noto.

UN COMMERCIO che imbianca ogni mare alla ricerca di 

NOCI E UVA, e che per questo scopo riduce alla schiavitù

i suoi stessi marinai!

L’altro giorno ho visto una nave che aveva fatto naufragio, 

e insieme alle molte vite perdute vidi il suo carico di CENCI 

E VIVERI DI GINEPRO E MANDORLE secche disseminate

lungo la spiaggia.

Difficilmente tutto questo sembra                                          989i87u.jpg 

valere il tempo necessario per 

affrontare i pericoli del mare 

tra Leghorn e New York,

solo per un carico di bacche

di ginepro e di mandorle 

secche!

L’America che vende al vecchio

mondo i suoi amari!

Non sono la salamoia del mare o il naufragio della nave abbastanza

amari per svuotare lì, sul posto, il calice della vita?

Eppure è questo, in un certo senso, il nostro commercio marittimo;

e ci sono quelli autoproclamatisi STATISTI E FILOSOFI, che sono così

ciechi da pensare che il progresso e la civilizzazione dipendono 

esattamente da questo tipo                                                                    oikjmjhy.JPG

di attività e di trasporti 

– dell’attività delle mosche

INTORNO AI BARILOTTI

DI MELASSA.

Sarebbe una buona descrizione,

si potrebbe pensare, se gli 

uomini fossero ostriche.                                                                                  oikjuhjg.jpg

E sarebbe ottima, aggiungo io,

se gli uomini fossero mosche.

Il tenente Herndon, che il nostro

governo ha mandato in esplorazione

in Amazzonia, per estendere l’area

della schiavitù, osservò che in 

quel paese c’era la necessità di

‘un’industriosa e attiva popolazione,

che sapesse cosa fossero i comodi                                               oikjtres.jpg

della vita e che avesse bisogni 

artificiali al fine di ottenere le 

grandi risorse del paese’.  

Ma quali sono I BISOGNI

ARTIFICIALI DA PRUOMOVERE?

Non credo siano i beni di lusso, 

quello del tabacco e degli schiavi

della sua natìa Virginia, nè l’amore                                                                    iujhgfvc.jpg

del ghiaccio e del granito o di altre

ricchezze naturali della nostra 

natìa NUOVA INGHILTERRA; 

né ‘le grandi risorse del Paese’

sono quelle fertilità o sterilità

del suolo che LE PRODUCONO.

In ogni Stato in cui ho messo

piede, ho notato che la cosa più                                                                oikjhytgf.jpg

essenziale di tutte è un ELEVATO

E INTEGRO PROPOSITO DEI 

SUOI ABITANTI. Esso soltanto

è capace di estrarre ‘le grandi

ricchezze’ DELLA NATURA e

al limite tassarla al di là del suo

reddito; perché l’uomo di per 

sé muore, se è lontana da lei. 

Solo quando vorremmo più cultura che patate e più lumi che dolci, 

avremo tassato e ricavato le grandi risorse del mondo e il risultato,

o la produzione alimentare, non saranno schiavi né operai , ma 

uomini, quei rari frutti chiamati eroi, santi, poeti, filosofi e redentori.

Così come si forma un cumulo di neve quando per un momento c’è 

calma di vento, allo stesso modo possiamo dire che, quando la 

verità è in stasi, allora nasce un’istituzione. Ma ciònonostante la 

verità prenderà a soffiare proprio lì sopra, e finirà con l’abbattere

quell’istituzione.                                              kijkjhygt.jpg

Ciò che viene chiamata                    

politica è al confronto

qualcosa di così superficiale 

e inumano, e di fatto io non

l’ho mai veramente capita,

né mi ha mai interessato.

Ma vedo che I GIORNALI

dedicano alcune delle loro

colonne alla politica o al                                                                              iouiuyrdf.jpg 

governo senza cura alcuna

e questo, si potrebbe dire,

è tutto ciò che la salva; ma

come amo la lettaratura e 

per certi VERSI ANCHE 

LA VERITA’, devo dire 

che non ho mai LETTO

QUELLE  COLONNE.

Non voglio ottundere il mio senso di giustizia fino a questo punto.

Non voglio dover rendere conto per AVER LETTO ANCHE SOLO 

UN MESSAGGINO DEL PRESIDENTE!

(H.D. Thoreau, Uomini non sudditi)

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INDIETRO NEL TEMPO

Da http://storiadiuneretico.myblog.it

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La vostra idea di una macchina per viaggiare nel tempo è ottima perché,

a parte Wells, ness’opera veramente soddisfacente è stata mai scritta su 

questo argomento.

La debolezza della maggior parte dei racconti su questo tema, consiste 

nel fatto che essi non provvedono alla registrazione storica degli inspiegabili

avvenimenti del passato che furono causati dai viaggi indietro nel tempo di 

persone del presente o del futuro.

Bisogna ricordare che, se un uomo del 1930 viaggia all’indietro fino al 400 a.C.,

lo strano fenomeno della sua apparizione ‘è avvenuto realmente’ nel 400 a.C.,

e deve aver provocato scalpore quando ha avuto luogo.

Naturalmente, un modo per aggirare questo intoppo è far nascondere il viaggiatore

quando questi arriva nel passato, essendo consapevole di quanto la cosa possa 

apparire anormale. O meglio, egli dovrebbe semplicemente nascondere la propria

‘identità’, celando le prove della sua appartenenza al futuro e mescolandosi quanto 

meglio possibile agli antichi sul loro piano.

Sarebbe un’ottima cosa che egli sapesse in anticipo della sua apparizione nel passato

prima di intraprendere il viaggio. 

Facciamogli, per esempio, trovare un documento del passato in cui si riferisce dell’

avvento di un misterioso straniero, che è innegabilmente egli stesso.

Questo potrebbe essere l’impulso al suo viaggio, cioè l’impulso cosciente.

Un fatto affascinante da introdurre, potrebbe essere che un uomo moderno scopre, 

tra i documenti esumati da una città preistorica sepolta, un papiro a brandelli ‘scritto

in inglese e nella sua grafia’ che narra uno strano racconto e desta – nel misto di 

stupore, orrore e semi incredulità – un senso fievole, remoto, di familiarità, che 

diviene sempre più invitante e provocatorio a MANO A MANO che le corde 

della memoria inconscia continuano a vibrare. 

La rilettura desta ancora altri ricordi, finché si rende inevitabile una condotta definita,

e così via e così via. 

Quest’idea dorme da secoli nel mio taccuino d’appunti; e, se la potete utilizzare voi,

siete certamente il benvenuto. Io potrei non svilupparla mai per anni ed anni.

Naturalmente, si crea una serie di condizioni interamente a carico dello sfortunato 

sperimentatore della Compagnia stipulatrice….. se si estende il periodo del viaggio

nel tempo – sia in avanti sia indietro – al di là della durata del sistema solare e della

Terra.

Potreste far raggiungere all’esploratore una fase di esistenza ‘in cui la materia non esiste’,

provocando, di conseguenza, la distruzione della macchina e di lui stesso, e rendendogli 

necessario inviare le sue COMUNICAZIONI ATTRAVERSO ‘LA MEDIUM BAYROLLES’.

O forse, dopo la distruzione, le onde dell’etere che ne risultano potrebbero arrivare ad 

un altro regno dell’essere, dove esse – o parte di esse – potrebbero stranamente 

‘reintegrarsi’.

Ma voi …forti della vostra esperienza dai tempi di Arkam e Salem o Provvidence siete 

in grado di elaborare questo genere di artificiose esibizioni molto meglio di me! 

(Lovecraft)

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IL BACIO DEL CONTE: L’AGONIA (2)

I Puritani della Nuova Inghilterra                                                 indiano.jpg

diedero inizio al loro regno del

terrore con i massacri legati alla

conquista dei territori Pequot.

Pieterszoon de Vries ci ha

lasciato una memorabile

descrizione del modo in cui

agirono i mercenati olandesi,

per ordine di Willem Kieft

governatore della Nuova Olanda,

allo scopo di costringere con il terrore gli Indiani a pagare un tributo:

“Verso mezzanotte udii delle grida e corsi sui bastioni del forte, guardando in

direzione di Pavonia. Non vidi che il fuoco delle deflagrazioni e udii le urla degli

Indiani mentre venivano massacrati nel sonno. Quando si fece giorno, i soldati

tornarono al forte dopo aver massacrato e trucidato ottanta Indiani, convinti di

aver compiuto un gesto valoroso degno degli antichi Romani con l’uccisione di

così tanti nemici nel sonno. I piccoli erano stati strappati dal seno delle madri e

fatti a pezzi in presenza dei genitori; i brani dei cadaveri vennero gettati nel fuoco

o nell’acqua, mentre altri bambini, legati ad assicelle, vennero feriti, tormentati

con le lame, trafitti e infine miseramente massacrati, tanto da destare compassione

anche in un cuore di pietra. Alcuni di loro furono gettati nel fiume, ma quando i

padri e le madri cercarono di salvarli, i soldati non li lasciarono raggiungere la

riva, ma fecero annegare sia i genitori che i figli – i bambini avevano cinque o

sei anni e vi erano anche vecchi e anziani privi di forze. Molti indiani fuggirono

di fronte a questa tragedia e si nascosero tra i carici tutt’intorno al villaggio; al

mattino, però, uscirono per chiedere un tozzo di pane e avere il permesso di

riscaldarsi, ma anch’essi furono uccisi a sangue freddo e gettati nell’acqua.

Alcuni di loro attraversando il nostro territorio fuggirono verso l’interno,

chi con le mani, chi con le gambe mozzate, chi tenendo in mano le proprie

interiora; altri ancora avevano subito ferite e sfregi così orribili che peggio non

sarebbe stato possibile”.

E così proseguiva:” Non appena gli Indiani seppero che gli Olandesi avevano 

commesso tali atrocità, uccisero chiunque incontrassero nelle fattorie; ma non 

abbiamo udito di donne e bambini uccisi dagli Indiani”.

Le abitudini e le tecniche di guerra mutarono col passare dei decenni anche per

quanto riguardava la cattura degli scalpi, che, seppur probabilmente di origine

indiana, nel XVII secolo era ignorata a molte tribù.

Nella Nuova Inghilterra, per esempio questa consuetudine pare essersi affermata

solo perché si trattava di un pratico espediente per poter guadagnare i premi 

concessi dai coloni delle province per ogni testa catturata, senza per questo trascinarsi

dietro quanto di ingombrante era attaccato allo scalpo. 

Non solo gli Indiani, anche gli Inglesi catturavano le teste dei nemici come trofei e le 

mostravano in pubblico; la consuetudine di dare un premio per ogni testa catturata era

un’antica tradizione per gli Inglesi, particolarmente rilevante nel XIII e XIV secolo durante

le spedizioni in Irlanda.

Nel XVI secolo Sir Humphrey Gilbert aveva terrorizzato gli Irlandesi ordinando che 

“le teste di tutti coloro che fossero stati uccisi in gionata dovessero essere spiccate dal

tronco e portate presso il luogo dell’accampamento notturno, e lì dovessero essere 

appoggiate per terra, allineate su entrambi i lati del passaggio che portava alla sua 

tenda, cosicché nessuno potesse entrare da lui per qualsiasi motivo senza dover passare

attraverso questo sentiero di teste. Questo era uno stratagemma appositamente studiato

per terrorizzarli. E il popolo fu enormemente terrorizzato, quando vide le teste dei padri

e dei fratelli, dei figli dei parenti e degli amici, tutti morti”. 

Come gli Europei avevano insegnato agli Indiani molti aspetti solitamente attribuiti al 

mondo dei selvaggi di far guerra, così anche la loro intrusione nella società indiana creò

situazioni del tutto nuove, di fronte alle quali gli Indiani adattarono di loro iniziativa le

proprie risposte culturali.

Lo stato di continua e logorante conflittualità tipica del periodo coloniale giustificava

effettivamente l’accusa mossa agli Indiani da Kroeber, di essersi integrati a tal punto 

nella cultura dell’avversario da non essere più capaci a uscirne; ma non fu la cultura 

indiana precoloniale ad esserne drammaticamente colpita. Si trattava ormai di una cultura

in cui le cause e gli obiettivi bellici ispirati dagli Europei moltiplicavano a dismisura sia

i pretesti per combattere che le vittime delle guerre. 

Nel periodo coloniale si registrarono quattro tipi di conflitti: Europei contro Europei, 

Indiani contro Indiani, alleati indiani di una potenza contro alleati indiani dell’altra e,

più di rado, Europei contro Indiani.

In tutti i casi è assai chiara l’influenza delle ISTITUZIONI POLITICHE O ECONOMICHE

EUROPEE . 

Gran parte dei conflitti intertribali erano in realtà guerre FRA POTENZE EUROPEE in cui

gli Indiani RICOPRIVANO IL RUOLO INVOLONTARIO DI PEDINE DA SACRIFICARE

ALLA PRIMA OCCASIONE. 

I freni e i limiti ben precisi stabiliti dalle consuetudini tribali non avevano alcun potere

sugli Europei e alcune tribù dovettero rassegnarsi a una condizione di dipendenza o

‘ambidipendenza’ di vario genere nei confronti di certe colonie.

La costante pressione e le continue iniziative esercitate dagli Europei per scatenare nuovi

motivi di conflitto produssero un MACROSISTEMA CULTURALE in cui la BELLICOSITA’

tribale diventava veramente in determinate circostanze l’unica via per sopravvivere, pur 

rivelandosi catastrofica per l’intera cultura.

NON VI ERANO DIFFERENZE INTRINSECHE TRA INDIANI ED EUROPEI NELLA 

LORO PREDISPOSIZIONE ALLA GUERRA E NEL MODO DI CONDURLA.

LE UNICHE DIFFERENZE ERANO TECNOLOGICHE E POLITICHE.

(F. Jennings, L’nvasione dell’America)

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IL BACIO DEL CONTE: L’AGONIA (1)

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Le romantiche circostanze che                                         iujhnbkmlo.jpg

accompagnarono la caduta della

civiltà azteca colpirono a lungo la

fantasia degli Europei.

Certo, il caso di un’intera nazione

che si sottomette ad un manipolo di

disperati soldati spagnoli è un evento

drammatico che trova pochi RISCONTRI

NEI NOSTRI ANNALI.

Eppure, data la ferma tattica militare di                                                       98785645.jpg

Cortés, il collasso delle tribù azteche era

inevitabile. Le condizioni psicologiche

inerenti al loro tipo di cultura india non

potevano contrastare la tecnica di guerra

europea più di quanto fecero le varie

civiltà che, in ogni continente del globo,

divennero colonie dell’Europa.

Nella storia di tutti i popoli esistono età

in cui la volontà nazionale sembra disgregarsi                                                tgdfuhgjnbl.png

di fronte a fattori intangibili, per se stessi

insignificanti.

Gli studiosi di cose militari conoscono bene

queste sconfitte improvvise, che provano in

questo caso specifico, la codardia dei vincitori,

ma anche la feroce forza d’animo di coloro che

precedentemente sostennero senza cedere

successive disfatte.

La guerra degli Aztechi contro i Conquistatori

spagnoli è un esempio di tale paralisi del morale                                  98785674.jpg

nazionale seguita da una difesa condotta con il

coraggio tipico di chi si sente abbandonato dai

propri dèi.

La guerra azteca era altamente cerimoniale e

veniva combattuta con uno spirito assai diverso

dal calcolato realismo della lotta europea.

L’equipaggiamento ‘tecnico’ degli indi non

rispondeva alle esigenze d’una guerra condotta

secondo termini di ‘pratica’ militare europea.                                                  9867545.jpg 

La disparità fu la soluzione della disfatta. 

Seguì in rapida successione una serie di 

fenomeni, ciascuno con il suo presagio di

prossime calamità.

Per tutto l’anno si vide a MEZZANOTTE una 

colonna di fuoco; due templi andarono distrutti,

uno per un incendio improvviso, l’altro per un

fulmine non seguito dal tuono.

Apparve di giorno UNA COMETA ed improvvise                                       98786756.jpg

onde emersero nel lago di Texcoco.

Sesto segno fu una voce di donna che urlava:

” Figli miei, siamo perduti!”.

Comparvero mostri, che furono portati davanti

al capo e scomparvero appena egli li ebbe visti.

Questi episodi per quanto possano sembrarci

assurdi, debbono aver fatto un’impressione 

catastrofica sulla popolazione della Valle di

Messico.                                                                                                             klohglpo.JPG

Di conseguenza, la sensibilità popolare fu 

particolarmente ricettiva alle voci del SUD-

EST, che parlavano di MOSTRI A QUATTRO

ZAMPE CON CORPI UMANI USCENTI 

DAL DORSO. 

Gli stranieri per quanto possa SEMBRARE

PARADOSSALE erano esseri umani: infatti,

potevano essere feriti e uccisi.

Avevano armi nuove e strane, rumorose e

letali: infatti, i cannoni, i moschetti, le balestre

e le spade di acciaio erano sconosciuti agli 

Aztechi. 

La forza bellica faceva sentire il principio 

della sua politica.

(Natural Hstory 1937)

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IL CONTE DI MEZZANOTTE 2 (sul far del mattino…interni)

Da http://storiadiuneretico.myblog.it

      www.giulianolazzari.com

Chi più lietamente di noi,                                             8976565t.jpg

in tutte le Quattro Nazioni,

accolse la ‘spada insanguinata’,

e chi più veloce di noi volò al

richiamo DEL RE (nostro signore

e benefattore), quando venne

vendicata la grande onta della

mia nazione, la vergogna di

Cassovia, allorché gli stendardi                                                             iujhgnbv.jpg

dei Valacchi e dei Magiari si

umiliarono alla Mezzaluna?

E chi è stato, se non un voivoda

della mia razza che varcò il 

Danubio e sconfisse i Turchi

sul loro stesso suolo?

Era Dracula!

E fu gran vergogna che il suo 

indegno fratello , egli caduto,

vendesse il suo popolo al Turco,                                                                     iujhnblkj.jpg

riducendolo all’onta della schiavitù! 

E non è stato forse quel primo Dracula

a ispirare quell’altro della sua razza che,

in età successiva, più e più volte guidò

le sue forze al di là del Grande Fiume,

in terra turchesca; e che, respinto, tornò

ancora, e ancora, sebbene gli toccasse

riparare quasi dal campo insanguinato

dove le sue truppe erano state massacrate,                                             iujhnblko.jpg

poiché sapeva che lui, e soltanto lui,

alla fine avrebbe trionfato?

Dicevano che pensasse unicamente a

se stesso.

Bah, che valgono dei contadini senza

un capo?

E che scopo avrebbe la guerra senza

un cervello e un cuore che la guidino?

(Bram Stoker, Dracula)

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CIO’ CHE VIDERO GLI SPAGNOLI…

VISIONI DI TENOCHTITLAN….                                     uyterdfgfh.jpg

C’era poco rumore, poca confusione,

tuttavia si notava una intensa vitalità,

quella d’una moltitudine di individui

partecipanti ad una complessa azione,

conoscendo ciascuno la sua parte, ma

senza che nessuno ne comprendesse

il significato complessivo.

Gettare uno sguardo entro la porta                                                               uiyhghfr.jpg

di una casa era piacevole diversivo

come spiarne gli abitanti da dietro

una finestra, rispetto al fomicolio

del mondo esterno. 

Un patio ombroso era circondato

da edifici con stanze fresche e

spaziose.

Stuoie e cuscini di paglia sparsi

sul rosso lucido del pavimento                                                                    jhgdfrdfgs.jpg

invitavano il visitatore al riposo,

mentre dalla cucina, all’interno,

provenivano ritmici colpi di

mano ed il rischiarare della

pietra sulla pietra, indicando

che vi si preparavano le

tortillas e la farina di mais.

Seduto in un angolo, un                                                                                  iujhdgfcvb.jpg

vecchio parlava a due ragazzi.

Essi ascoltavano con attenzione

i precetti dello zio sui doveri

sociali dei giovani e degli 

adulti  e dalle loro facce

attente si capiva ch’erano

consci di partecipare alla vita

della collettività.

Una grassa bimbetta accoccolata                                                       8767yu.jpg

sulla soglia cercava di imitare

con le sue piccole dita ed i suoi

giocatolli gli armoniosi movimenti

della madre, che con abili mosse

ricavava sottili fili di fuso.

Un giovane fumava oziosamente

una sigaretta in un bocchino

di canna, sdraiato su un cuscino,

e si accarezzava pensosamente                                                                               87uyuhgjhnb.jpg

il lobo dell’orecchio appena

rimarginato, butterato dalle

ferite penitenziali per mezzo

di spine di cactus e lame di

ossidiana.

In un altra casa si faceva festa.

Si udivano da lontano le profonde

vibrazioni dei tamburi di legno e

le note acute dei flauti di canna.

(Natural History 1933)

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