I ROGHI DEI LIBRI (2)

In poche parole,                                                    8978321111.jpg

insieme con l’estinzione

della storia e l’offuscamento

del suo orizzonte procede

l’estinzione di ciò che è

malsano nel presente.

Il libro è stato distrutto

o messo nell’armadio

dei veleni.

Lo scrittore messo al bando

è già in campo di concentramento

o in esilio oppure è morto, il suo

nome è dimenticato, distrutto.

Ciò che ancora resta è la possibilità

dell’infezione.

A questo punto ha inizio una vera

e propria orgia anale.

L’idea della purezza della razza,

della purezza della religione, della purezza della cultura viene tradotta in pratica con

 il simbolismo del ‘repulisti’, per il quale il libro è al tempo stesso portatore e simbolo

dell’infezione.

Nel discorso in cui tratta dell’estinzione della storia, Goebbels parla anche dell’immondizia

e del sudiciume rappresentati dagli scadenti letterati ebrei che riempono le biblioteche.

L’immondizia e il sudiciume sono causa di malattie.

Nel Medioevo, durante l’Inquisizione e le guerre di religione, il paragone con la peste è

sempre a portata di mano.

Un esempio: agli umanisti di Firenze e Venezia, i quali tentavano di convincerlo a impedire

i roghi dei libri, il cardinale Ghislieri rispose che nella città colpita dalla peste, i prìncipi

ordinavano di bruciare le suppellettili dove vi era pericolo di contagio e la gente era disposta

a sopportare questa perdita per salvare la città.

Lo stesso doveva valere per LA PESTE DELL’ERESIA, propagata dai libri.

D’altra parte, anche quest’ansia di pulizia ha una lunga storia.

Sin dall’antichità è presente l’idea del fuoco come incendio che elimina la maledizione della

lordura rappresentata dai testi pericolosi.

Il fuoco purifica.

Come dice Speyer:” Libera la società dal miasma contagioso del libro latore di maledizione

e la purifica”.

Durante la sguaiata orgia della Wartburg e nel 1933 in tutta la Germania si sente continuamente

parlare di ‘repulisti’, di distruzione e eliminazione di masse infette.

Il 12 maggio 1933 il ‘Volkischer Beobachter’ scrive:” Colonne di fumo annunciano la fine della

peste disgregatrice tra le fiamme”.

E che cosa dice Goebbels nella sua ‘resa dei conti’ con gli intellettuali? FACCIAMOLA FINITA

CON ‘QUESTI PARASSITI CHE RIEMPONO LE ELEGANTI STRADE DELLA NOSTRA

METROPOLI’.

Sembra che lo scopo sia suscitare avversione, imporre il disgusto per gli ebrei (e non solo…

loro aggiungo), per i pagani, per i libri dei pagani e degli ebrei.

E la sinfonia di ciò che vi è di ripugnante nella storia – nel passato che ormai non esiste più –

e di ciò che di ripugnante sussiste ancora, questa sintesi del programma di distruzione

orizzontale e verticale, è l’arma con la quale, in conclusione, viene raggiunto un altro

scopo, la liquidazione del soggetto.

(Breve commento del curatore del blog…: questa mia è dedicata anche ai libri che per

errata interpretazione teologica consideriamo di fede ‘diversa’, come il Corano; la libertà

di scelta in ambito teologico non deve dare atto, a mio avviso, a pericolose discriminazioni,

nel quale ognuno è libero di poter giudicare e misurare la propria fede anche e soprattutto

per bocca di altri profeti. Negare questa libera lettura in seno alla teologia (implica oltretutto

una visione distorta della stessa materia religiosa…proiettata alla luce della storia) o qual

si voglia altra materia, comporta la logica sopra citata o appena accennata…, di un immane

rogo di libri che preclude ogni forma di pace e ci avvia di nuovo ai tempi bui delle crociate

 e con esse del razzismo da ambedue le culture dove tali opere vengono concepite.)

(Leo Lowenthal, I roghi dei libri)

                                                                  

897865745.jpg