Ormai solo 250 km. circa mi seperavano
ancora da Gellivar, la nebulosa meta cui
anelava da tanto tempo.
Dopo qualche ora di riposo mi rimettevo
in cammino da Lules con un’ansia
febbrile; abbandonai il Golfo di Botnia
per dirigermi a nord-ovest. La strada
assai stretta e poco buona è frequentata
solo nell’estate da qualche stolkjaerre e
da kariol, un piccolo sentiero discreto
però lo si trova sempre per la bicicletta;
si risale il corso della Lulea dapprima
sulla riva sinistra sino a Edefors, quindi
si passa sulla destra.
Dopo Storbacken al confluente della Stora Lule e della Lule Ille elf la strada si dirige
ad ovest, finché circa 10 km. dopo Kosekats varcai finalmente il Circolo Polare in
bicicletta! Lo scopo del viaggio era ormai raggiunto! In breve arrivai quindi a
Iokkomokk, ma una grave disilussione mi attendeva. In una carta comperata a
Stockolma, di recente pubblicazione, era segnata la continuazione di quella piccola
strada sino a Gellivar; la strada invece da parecchio tempo progettata non è ancora
stata compiuta ma prosegue solo per nove km. sino ad Ostanzid sul lago Vackyisure,
a 66,38° di latitudine.
Dopo aver percorso 4235 km. mi vedevo arrestato a soli 90 km. dalla meta.
Per quanto il passaggio del Circolo Polare in bicicletta fosse un fatto ormai compiuto,
pure non mi bastava; partendo da Milano il mio obiettivo era Gellivar ed a qualunque
costo ci dovevo arrivare. D’altra parte avevo cognizione certa di una strada possibile
in bicicletta, che da Gellivar per Hakkas e Nandsum scende a Neder Kelix ed
Haparanda. Con molta fatica per la difficoltà della lingua, trovai due finni che parlavano
anche il lappone, smontai la mia ‘Triumph’ e la chiusi in un sacco, in un altro ho
posto il mio bagaglio e ieri mattina stessa mi misi in cammino colle due guide per
compiere la traversata a piedi. Varcate alcune colline, dopo 4 ore di marcia, abbiamo
raggiunto i primi campi lapponi sulle rive del lago Anaisure, nel piano compreso fra
il torrente Anajokki e il monte Addojegge. Si contava di arrivare a Gelliver in due
giorni circa, ma alcuni lapponi incontrati ieri presso Ligga ci avvertirono che, a
settentrione, da una settimana il tempo è pessimo, la neve ha già fatto la sua
comparsa: a soli sei giorni di cammino da noi una mandria di renne è già stata
assalita da qualche lupo. Abbiamo quindi affrettato: arrivammo ieri sera alle
imponenti cascate di Niommelsaska, che la Stora Lule forma uscendo dal gran
lago di Lule; la foresta vergine che la circonda e la vista dell’Ananasvare formano
un quadro magnifico!
Più oltre i pini vanno facendosi sempre più rari, finché nella vasta landa sorgono
qua e là folti cespugli di betulla nana. Passammo la notte in una capanna lappone alle
falde del Vousmaape, fu per me un’emozione grandissima indimenticabile!
Il sole è tramontato alle 20,45, ma alle 22 ancora alcune nuvolette a ponente presentavano
una leggiera tinta porporina; è stato un crepuscolo continuo, finché stamane alle 3,
quando ci siamo messi n cammino, il cielo cominciava già ad indorarsi. In seguito però
ad un vento gelido di settentrione l’orizzonte è andato man mano offuscandosi, tanto
che quando raggiungemmo la vetta del Dundret, che sorge a sud-ovest di Gellivar,
cominciava già a cadere qualche fiocco di neve.
(R. Gatti, Al Circolo Polare Artico in bicicletta, in ‘La Bicicletta’ 29/30 agosto 1895)