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Come silenziose conchiglie nautili, le prue leggere filavano sul mare, ma
solo lentamente si avvicinavano al nemico. Mentre guadagnavano terreno,
l’oceano diventava sempre più liscio, pareva stendere un tappeto sopra le
onde, pareva un prato a mezzodì, tanto serenamente si estendeva.
Alla fine il cacciatore ansante venne così vicino alla preda, apparentemente
senza sospetto, che fu distintamente visibile la sua gobba, abbagliante che
scivolava sul mare come alcunché di isolato, continuamente circondata da
un anello ondeggiante della spuma più bella, lanosa e verdestra.
Egli vide le grandi rughe involute della testa leggermente sporgente in
avanti. Innanzi a essa, lontano, sulle morbide acque che parevano un tappeto
turco, procedeva la bianca ombra brillante dell’ampia fronte lattea, un musicale
sciacquio accompagnandone scherzosamente l’onda; dietro, le acque azzurre
rifluivano mescolandosi nella mossa vallata della sua scia, mentre di lato,
bolle splendenti si levavano e le danzavano intorno sui fianchi. Ma queste
bolle erano rotte dai piedi leggeri di centinaia di allegri uccelli, che ornavano
il mare di piume leggere, e si alternavano nel loro volo irregolare. E come
un’asta di bandiera che si levi dalla chiglia dipinta di una galea, l’asta lunga
da poco spezzata di una lancia sporgeva dalla schiena della Balena Bianca
e, a intervalli, uno del nugolo di uccelli dai piedi leggeri, che svolazzavano
lì intorno, e passava sul pesce sfiorandolo come un baldacchino, uno di
questi, si appolaiava in silenzio dondolandosi su questo palo, le lunghe
penne della coda sventolanti come pennoni.
Un’allegrezza gentile, una forte dolcezza di riposo nella rapidità rivestiva
la balena nella sua corsa. Non il bianco toro, Giove, fuggendo a nuoto con
la rapita Europa aggrappata alle belle corna, con gli occhi amorosi e
ammiccanti fissi da canto alla ragazza, con costante velocità affascinante
correva dritto al recesso nuziale, a Creta; nemmeno Giove, non la sua
grande suprema maestà!, superò la gloriosa Balena Bianca mentre così
divinamente nuotava.
Su ogni morbido fianco, in coincidenza con l’onda divisa che, lambendola
solo una volta, scorreva via via così lentamente su ogni fianco lucente, la
balena spandeva seduzioni.
Nessuna meraviglia allora che qualche cacciatore, indicibilmente trasportato
e attratto da tutta questa serenità, abbia osato assalirla, ma abbia fatalmente
scoperto che quella quiete non era che il rivestimento di uragani.
Eppure tranquilla, seducemente tranquilla, oh, Balena, tu continui a nuotare,
per tutti coloro che per la prima volta ti vedono, non importa quanti tu ne
abbia prima in quello stesso modo beffati e sterminati.
(Melville, Moby Dick)