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Parrà cosa strana, caro …..Attilio che questo Dio ignoto si esprime
in tal forma, in tal maniera, e se appunto avessimo capito nell’essenza
del tempo, che anche l’intero Universo si esprime in medesimo concetto,
avremmo certamente imparato molto di più di quanto pensiamo o
palesiamo capire dall’alto dei nostri pulpiti.
Se almeno quando plasmiamo la materia, la nostra morta materia,
provassimo, non dico a comprendere, ma almeno decifrare
il linguaggio della natura,sicuramente faremmo più attenzione per
tutto ciò che ci ha forgiato e creato.
Nel gioco degli equilibri fra il divenire e l’immutabile, potremmo
misurare le differenze fra il vostro ed il nostro ….Dio ignoto.
Ed il linguaggio di come dall’antimateria senza tempo dell’Universo,
del nostro piccolo mondo, parla ed esprime l’opera in siffatto teatro
che ora contempli, a volte ammirato, a volte avvilito e disorientato.
Prima ne cantiamo la bellezza, poi confusi contempliamo la grande
superiorità.
Che più di comprendere, abbiamo cercato solo di dominare.
( Giuliano Lazzari, Dialoghi con Pietro Autier, Andmybook )