Ero partito.
Un’idea mi perseguitava, un chiodo nella mente.
Non avete voi, Aristeo, dei profeti, che della vostra religione
interpretano le Scritture e dicono, del presente, quanto è
speculare a un disegno divino : persecuzioni, lotte, Ariani
contro Donatisti, Encratiti contro Montanisti, a tutto c’è una
spiegazione, anche alla porpora dell’Imperatore attuale, che
pare sia sempre sul punto di tingersi del vostro sangue e,
se non accade, anche questo è disegno divino ! ?
Ebbene, ero anch’io profeta .
Non c’era predizione nel mio sguardo mentale, c’era quel
gioco delle dita sugli occhi per fingere di non vedere, e vedere
invece meglio.
La mia conclusione era che stiamo in bilico.
Ma il mondo può essere ancora salvato dalla cultura dell’Ellade,
dalla religione antica.
Un palo infisso contro il caos, perché qel palo vuol dire storia
diversa.
Ero profeta del mio stesso sogno.
Delle mie allucinazioni, come le chiameresti tu.
Ma esse sono verità.
Contro tutte le loro menzogne.
( XXIII, L. Desiato, Giuliano l’Apostata )