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Prefazione di Martin Lutero
al ‘Liber Vagatorum’
Questo libretto sulla disonestà dei mendicanti fu pubblicato
la prima volta da uno che si definiva ‘expertus in truffis’, cioè
un individuo bene esperto in furfanteria; il che dimostra molto
bene questa operetta, anche se egli non si fosse dato un tale nome.
Ma ho pensato che sarebbe una buona cosa se un tal libro non
solo dovesse essere pubblicato, ma dovesse essere conosciuto
dappertutto, affinché gli uomini possano vedere e comprendere
quanto potentemente il demonio governa il mondo; e ho anche
pensato quanto un simile libro può aiutare il genere umano ad
essere prudente e a guardarsi da lui, cioè dal diavolo.
In verità, siffatto gergo dei mendicanti è venuto dagli Ebrei,
perché molte parole ebree ricorrono nel vocabolario, come può
accorgersi chiunque capisce quel linguaggio.
Ma la giusta comprensione e il vero significato del libro è, dopo
tutto, questo: cioè che principi, signori, consiglieri di stato e
chiunque dovrebbero essere prudenti e cauti nel trattare con i
mendicanti e imparare che laddove il popolo non darà e non
aiuterà i poveri onesti e i vicini bisognosi, come ordinato da
Dio, essa dà, per persuasione del diavolo e contro al giudizio
di Dio, dieci volte di più ai vagabondi e disperati furfanti, nello
stesso modo che noi abbiamo fatto sinora coi monasteri, chiostri,
chiese, cappelle, frati mendicanti, abbandonando sempre il vero
povero.
Per questa ragione ogni città e villaggio dovrebbe conoscere i
propri poveri, come sono iscritti nel registro, e assisterli. Ma
quanto ai mendicanti forestieri ed estranei, essi non dovrebbero
tollerarli, salvo che non abbiano valide patenti e certificati: perchè
tutte le gran furfanterie ricordate in questo libro sono messe in
opera da questi.
Se ogni città volesse solo tenere un occhio sui propri poveri, tali
imposture finirebbero subito. Nei passati anni io stesso sono stato
imbrogliato e messo in ridicolo da tali vagabondi e bugiardi più
di quello che desidero confessare.
Quindi chiunque ode queste parole, diffidi e faccia del bene al
suo prossimo in tutta carità cristiana, secondo gli insegnamenti
del comandamento.
Così Iddio ci aiuti! Amen.
(Martin Lutero, Wittemberg, 1528)