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Ho sognato che è notte e sono nel mio letto (i piedi del letto erano dalla parte
della finestra; davanti alla finestra c’era un filare di vecchi noci. So di aver
fatto questo sogno una notte d’inverno.)
Improvvisamente la finestra si apre da sola e con grande spavento vedo che
sul grosso noce davanti alla finestra sono seduti alcuni lupi bianchi.
Erano sei o sette esemplari.
I lupi erano completamente bianchi e sembravano piuttosto volpi o cani da
pastore, perché avevano la coda grossa come le volpi e le orecchie ritte come
fanno i cani quando prestano attenzione a qualcosa.
Preso dall’angoscia, evidentemente, di esser divorato dai lupi, urlai e mi
svegliai.
La bambinaia si precipitò al mio letto per vedere cosa mi fosse successo.
Mi ci volle un bel po’ prima di convincermi che era stato solo un sogno,
da quanto vivida e reale mi era parsa l’immagine della finestra che si apre
e dei lupi seduti sull’albero.
Alla fine mi calmai, mi sentii come liberato da un pericolo e mi riaddormentai.
‘Nel sogno l’unica azione era l’aprirsi della finestra, perché i lupi
sedevano del tutto tranquilli, senza muoversi affatto, sui rami dell’
albero, a destra e a sinistra del tronco, e mi guardavano.
Sembrava che avessero diretto su di me tutta l’attenzione.
Credo che questo sia stato il mio primo sogno di angoscia.
A quel tempo avevo tre o quattro anni al massimo cinque.
Da allora, fino agli undici o ai dodici anni, mi è sempre rimasta la
paura di vedere qualcosa di orribile in sogno’.
A conferma della sua descrizione esegue anche un disegno dell’
albero coi lupi.
L’analisi del sogno porta alla luce il seguente materiale.
Ha sempre ricollegato questo sogno al ricordo della terribile paura
provata, in quegli anni dell’infanzia, per l’immagine di un lupo
in un libro di fiabe.
La sorella, più grande e superiore, aveva l’abitudine di punzecchiarlo
mettendogli davanti, con un pretesto qualsiasi, proprio quella
figura, alla cui vista lui si metteva a gridare spaventato. Nella
figura il lupo era eretto, sul punto di avanzare, con le zampe anteriori
protese e le orecchie ritte. Pensa che si trattasse di un’illustrazione della
favola di ‘Cappuccetto rosso’.
Perché i lupi sono bianchi?
La cosa gli fa pensare alle pecore, tenute in grossi greggi nei dintorni
della fattoria. Il padre qualche volta lo portava con sé a vederle e lui
ne era sempre molto fiero e felice.
In seguito – in base a indagini potrebbe essere stato poco tempo prima
di questo sogno – fra queste pecore scoppiò un’epidemia. Il padre
fece venire un allievo di Pasteur, che vaccinò le bestie, ma dopo
la vaccinazione morirono più numerose di prima.
Com’è che i lupi sono arrivati sull’albero?
A questo proposito gli viene in mente una storia che aveva sentito
raccontare dal nonno. Non riesce a ricordare se prima o dopo il
sogno, ma il contenuto fa decisamente propendere per la prima
ipotesi.
La storia è questa: un sarto siede al lavoro nella sua stanza quando
la finestra si apre e salta dentro un lupo. Il sarto fa per picchiarlo
con la stecca del metro – no, si corregge – lo acchiappa per la coda
e gliela strappa, così il lupo spaventato scappa via.
Qualche tempo dopo il sarto va nel bosco; improvvisamente vede
avvicinarsi un branco di lupi e si mette in salvo su un albero.
Sulle prime i lupi non sanno cosa fare, ma quello mutilato, che
si trova fra di loro e vuole vendicarsi del sarto, fa la proposta di
salire l’uno sull’altro finché l’ultimo non abbia raggiunto il sarto.
Lui stesso – è un vecchio vigoroso – farà da base alla piramide.
I lupi così fanno, ma il sarto, che ha riconosciuto il visitatore
punito, grida d’un tratto come allora: ‘Afferrate quello grigio per
la coda’.
Atterrito dal ricordo, il lupo senza coda scappa e gli altri ruzzolano
tutti.
In questa storia fa già la sua comparsa l’albero sul quale, nel sogno,
i lupi stanno seduti. Ma contiene anche un’inequivocabile allusione
al complesso di castrazione. Il vecchio lupo è stato privato della
coda dal sarto. Nel sogno, le code di volpe dei lupi sono
probabilmente compensazioni di questa mancanza.
Perché i lupi sono sei o sette?
La domanda sembrava senza risposta, finché non misi in dubbio
che la figura che lo impauriva potesse riferirsi alla storia di ‘Cappuccetto
rosso’.
La fiaba si presta soltanto a due illustrazioni: quella dell’incontro
di ‘Cappuccetto rosso’ con il lupo nel bosco e quella della scena in
cui il lupo è a letto con la cuffia della nonna. Perciò dietro al ricordo
della figura doveva nascondersi un’altra fiaba. Scoprì ben presto che
poteva trattarsi solo della storia de ‘Il lupo e i sette capretti’.
Dovrò ancora occuparmi di questo sogno in un’altra sede, per un
motivo particolare, e ne darò allora un interpretazione e una valutazione
più esaurienti.
(S. Freud, L’uomo dei lupi)