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DOCUMENTO: 2/4/61. Trascrizione letterale di una conversazio-
ne telefonica: ‘SU RICHIESTA DEL DIRETTORE’/ ‘RISERVATA AL
DIRETTORE’.
In linea: direttore J. E. Hoover, ministro della Giustizia Robert F.
Kennedy.
RFK: Parla Bob Kennedy, …signor Hoover. Speravo di poterla
disturbare per qualche minuto.
JEH: Certamente.
RFK: Ci sono questioni di protocollo che vorrei discutere.
JEH: Sì.
RFK: Comunicazioni, tanto per iniziare. Le avevo fatto perve-
nire una direttiva in cui richiedevo copie carbone di tutti i
rapporti presentati dalle vostre squadre contro il crimine
organizzato. Era datata 17 febbraio. Siamo al 2 aprile, e non
ho ancora visto un singolo rapporto.
JEH: Sono direttive che richiedono tempo per essere svolte.
RFK: Sei settimane mi sembrano più che sufficienti.
JEH: Lei lo ritiene un ritardo ingiustificato, io no.
RFK: Le spiacerebbe accelerare l’adempimento della mia
direttiva?
JEH: Lo farò. E lei sarebbe così gentile di rinfrescarmi la
memoria sulle ragioni della sua iniziativa?
RFK: Voglio valutare ogni singola prova contro la mafia che
il Bureau riesce a raccogliere e trasmetterla, ove necessaria,
ai gran giurì locali, che spero di mettere al lavoro.
JEH: Potrebbe rivelarsi una mossa imprudente. Una fuga di
informazioni che soltanto le nostre squadre potrebbero esser-
si procurate potrebbe compromettere gli informatori e le posta-
zioni di sorveglianza elettronica.
RFK: Le informazioni saranno trattate con la massima riserva-
tezza.
JEH: E’ una funzione che non dovrebbe essere affidata a perso-
nale esterno all’Fbi.
RFK: Mi trovo in completo disaccordo. Signor Hoover, lei sarà
costretto a condividere le sue informazioni. La semplice attività
di sorveglianza non metterà mai in ginocchio il crimine organiz-
zato.
JEH: Il nostro mandato non prevede la distribuzione del mate-
riale per accelerare il lavoro del gran giurì.
RFK: Noi siamo al corrente degli enormi danni ….vuol dire che
dovremo rivederlo.
JEH: Lo considero un gesto precipitoso e avventato.
RFK: Lo consideri come vuole, e lo consideri fatto. Consideri che
il mandato del programma contro il crimine organizzato passerà
sotto la mia diretta giurisdizione.
JEH: Lasci che le rammenti un semplice fatto: la mafia non si può
sconfiggere.
RFK: E lei lasci che le rammenti che per anni ha negato che la
mafia esistesse. Di fatto la mafia ci sta danneggiando. E lasci
che le rammenti che l’Fbi non è che un singolo ingranaggio
della macchina globale del Dipartimento di Giustizia. Lasci
che le rammenti che ci sono in ballo i suoi interessi…quanto
i miei interessi di Ministro della Giustizia. Lasci che le ram-
menti che il presidente e io consideriamo il 99% delle orga-
nizzazioni di sinistra che l’Fbi tiene sotto costante sorveglian-
za innocue se non moribonde, e ridicolmente inoffensive se
paragonate al crimine organizzato. Lasci che le rammenti
che la mafia ci e vi sta danneggiando….
JEH: Posso dichiarare ufficialmente che considero queste
sue invettive sbagliate e sciocche dal punto di vista della
prospettiva storica?
RFK: Faccia pure.
JEH: C’è qualcos’altro di simile o di meno offensivo che ave-
va intenzione di dirmi?
RFK: Sì. Volevo informarla che intendo la centralizzazione
delle attività di sorveglianza elettronica. Voglio che il Dipar-
timento di Giustizia venga informato di ogni singola iniziati-
va di sorveglianza intrapresa dalle forze dell’ordine munici-
pali. E se queste sono legittime…lei capisce cosa intendo….
dire…
JEH: Molti considererebbero la sua iniziativa come un’assur-
da ingerenza e un flagrante abuso dei diritti dei Singoli Stati.
RFK: Ciò che lei esercita in taluni luoghi è….un abominio!!
Il concetto di diritto del singolo Stato e del singolo cittadino
si è trasformato in una cortina di fumo per nascondere di
tutto, dalle pratiche di segragazione alle obsolete leggi
contro l’aborto, …alla tortura. Non siamo al medioevo signor
Hoover lo rammenti. Io per questo intendo perseguirla!
Lei signor Hoover con il falso pretesto della sorveglianza
sta abusando delle più elementari leggi e torturando ignari
ed onosti cittadini…e facendo un grosso favore alla malavi-
ta organizzata. Sono stato chiaro signor Hoover…?
JEH: Non sono daccordo.
RFK: Ne prendo atto. E vorrei che lei prendesse atto del fatto
che da oggi avrà il dovere di informarmi di ogni singola ope-
razione di sorveglianza elettronica intrapresa dal Bureau.
JEH: Sì.
RFK: Ne ha preso atto?
JEH: Sì.
(J. Ellroy, American Tabloid)