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Per la sua posizione così vicina al polo l’Orsa Minore è tra le
costellazioni più conosciute fin dai tempi antichi, presso tutti
i popoli.
I pellirosse tramandono un mito secondo cui un gruppo di
guerrieri smarritisi nella foresta avrebbero visto apparire una
fanciulla che indicò loro la Polare per aiutarli a ritrovare
l’accampamento.
Meno allegra la mitologia araba, che vide nel Piccolo Carro una
piccola bara, nella Polare un assassino condannato per i suoi delitti
all’immobilità e nel Gran Carro una grande bara che ospita il cadavere
di un nobile guerriero trucidato dall’assassino.
I mongoli chiamarono l’Orsa Minore ‘costellazione della calamita’,
avendo già scoperto che in quella direzione si orienta l’ago della
bussola.
I cinesi vedevano nelle sue stelle la dea Tou Mu, protettrice
dei naviganti.
Nella mitologia greca le due Orse sono gruppi stellari nei
quali furono trasformati la ninfa Callisto e suo figlio Arcade.
Callisto era amata da Giove: la trasfigurazione di lei e di suo
figlio nei due goffi animali fu opera di Giunone, moglie gelosa del re degli dèi.
La polare, Alfa Ursae Minoris, chiamata Double dai fenici e Alruccabah
dagli arabi, è certamente la stella più famosa di tutti i cieli, incluso
l’australe, che non ha nessuna stella più luminosa della terza magni-
tudine a meno di 12 gradi dal polo sud.
Cantata per la sua ‘fissità’ da poeti grandi e meno grandi, la Polare ha
magnitudine 1,99 ed è lievemente variabile.
Dista da noi circa 350 anni-luce, ma questo dato ha un notevole mar-
gine di incertezza, in quanto la parallasse è molto piccola e per la
stima occorre far riferimento ad altre tecniche, meno precise.