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Dialoghi con Pietro Autier 2 &
Se fu il primo sparo
quello che mancò il
bersaglio, può darsi
che questo sia avvenuto
per la fretta che l’assassino
poteva avere di colpire
Kennedy prima che
passasse sotto la quercia
oppure perché l’assassino sparò
al presidente mentre questi transitava sotto di essa, e proprio
questa gli tolse la visuale.
La pallottola potrebbe aver colpito la pianta ed esser stata de-
viata lontano. D’altra parte però, si può fare una grossa obie-
zione a questa ipotesi: come mai un tiratore che avrebbe cen-
trato poi un bersaglio mobile per ben due volte, era stato così
impreciso al primo colpo, quando il bersaglio era più vicino,
da sbagliare non dico gli uomini ma persino l’automobile?
(questo è un enigma di non poco conto. Come mai sbaglia vo-
lutamente persona e macchina?)
Abbastanza a favore di questa tesi sembra il rapporto dell’a-
gente del SERVIZIO SEGRETO Glen A. Bennet, seduto al mo-
mento del fatto, sul sedile posteriore destro della macchina
che seguiva immediatamente quella presidenziale.
Egli udì come un colpo di arma da fuoco mentre la sfilata
delle macchine percorreva Elm Street.
Così racconta:
” Guardai alla schiena del presidente. Udii un altro colpo d’ar-
ma da fuoco e m’accorsi che il presidente era stato colpito a
dieci centimetri dall’omero destro. Un secondo sparo seguì im-
mediatamente e colpì la parte posteriore destra, in alto della
testa del presidente”.
SECONDO SPARO
mancato sia stato il secondo
è corroborata dal lasso di tempo
intercorso tra i due colpi che hanno
raggiunto il loro obiettivo.
Dal conteggio dei tempi
desunto dai fotogrammi
di Zapruder, risulta che
passarono da 4,8 a 5,6
secondi tra il colpo che
raggiunse il collo del
presidente Kennedy e
quello che gli trapassò il
capo.
Poiché il minimo tempo di sparo è di 2,3 secondi, una pallottola
poteva benissimo essere stata sparata, e mancata, nell’intervallo.
Tale punto di vista fu sostenuto da testimoni che affermano es-
serci stati degli intervalli regolari fra i tre spari; e un secondo spa-
ro sarebbe caduto proprio al centro dell’intervallo che separava
gli altri due.
La larga maggioranza dei testimoni sostiene tuttavia che i tre col-
pi non furono affatto regolarmente spaziati.
IL TERZO SPARO
L’ultima possibilità evidente, è che ad andare a vuoto sia stato il
terzo colpo. Era più facile che l’assassino sbagliasse il terzo colpo,
dal momento che l’auto presidenziale, dopo il colpo alla testa in-
ferto al presidente, aveva accellerato allontanandosi di più.
Inoltre essa aveva cambiato direzione seguendo la curva sulla de-
stra, mentre prima marciava quasi in linea retta col fucile che spor-
geva dalla finestra del sesto piano del Depository.
Bisogna tuttavia tener presenti le dichiarazioni dei testimoni secon-
do le quali il colpo alla testa mise fine alla sequenza dei colpi.
In base alle testimonianze
esaminate in questo capitolo,
la Commissione ha concluso che
i colpi che uccisero il presidente
Kennedy e ferirono il governatore
Connally furono sparati dalla
finestra del sesto piano del
Texas School Book Depository
Building.
Due furono le pallottole che, probabilmente colpirono e provocarono
le ferite nel corpo del presidente e del governatore. Dal momento che
la maggior parte delle testimonianze indicano che gli spari sarebbero
stati tre, la Commissione ha concluso che probabilmente una terza
pallottola finì fuori del raggio dell’automobile, e che i tre colpi furo-
no sparati in un periodo di tempo variante da circa 4,8 a 7 secondi.
(Rapporto della Commissione Presidenziale del 35° Presidente degli
Stati Uniti J.F. Kennedy)