Prosegue in:
Dialoghi con Pietro Autier 2 &
Ribeauville, in Alsazia
nel 1847.
Nel 1853 immigrò
insieme alla sua
famiglia a Warren
in Pennsylvania,
per trasferirsi in
seguito a Cincinnati.
Nel 1867 iniziò
la collaborazione
come illustratore
per la rivista ‘Harper’s’
che proseguì fino
quando Farny
decise di dedicarsi
completamente
alla pittura.
Nel 1867 andò in Europa.
Durante il suo soggiorno
a Dusseldorf, dove seguiva
alcuni corsi di pittura,
incontrò Albert Bierstad,
già noto al pubblico sia
europeo che americano, che
lo incoraggiò e gli propose di
intraprendere insieme un viaggio
verso le Montagne Rocciose.
Nel 1873 partecipò all’Esposizione
Internazionale di
nello stesso anno e nel
1875 soggiornò
nuovamente a Monaco
e nel 1881 si recò per
la prima volta nel West
dove ritrasse le tribù
dei Sioux.
Qualche anno più tardi
accompagnò il
finanziere Henry Villard
in una spedizione celebrativa per il completamento del-
la Northern Pacific Railway da Saint Paul a Puget Sound,
nello stesso Washington.
Tra il 1880 e il 1890 la fama di Farny come pittore e illu-
stratore dell’epopea del West si era ormai consolidata.
La sua pittura, in linea con i dettami della scuola mona-
cese, mantenne sempre un impianto realistico, percepi-
bile nella precisione dei dettagli, frutto, peraltro, della
grande quantità di schizzi e di fotografie realizzate dal-
lo stesso artista durante i suoi numerosi viaggi.
D’altra parte, l’indubbia perizia nel rendere le grada-
zioni luminose della luce nelle grandi pianure, le ampie
e chiare campiture cromatiche e il particolare taglio del-
le immagini sembrano derivare perlomeno in parte, dal-
la conoscenza delle stampe giapponesi – di grande attua-
lità nell’Europa contemporanea – nelle quali anche la pic-
cola dimensione assume un ampio respiro compositivo.
Evidentemente, però, l’entusiasmo che trasse dai viaggi
nel West e che gli fece affermare: “Le pianure, l’intero pa-
ese e la sua gente sono più ricchi di materiale per un arti-
sta che ogni paese europeo”, lo portò con altrettanto idea-
lismo a stravolgere la reale situazione in cui, all’epoca, si
trovavano le varie tribù indiane.
I paesaggi del West dipinti da Farny intorno al 1890 era-
no ormai opere di fantasia o ricostruzioni in studio; ciò
che era stato fonte dell’originaria ispirazione era comple-
tamente e definitivamente scomparso, così in New Terry-
tory del 1893, i precisi dettagli oscurano la fondamentale
realtà: all’epoca nessun territorio era passibile di occupa-
zione perché la gran parte degli indiani americani erano
ormai confinati nelle riserve.
(The American West, l’arte della frontiera americana 1830-1920)