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L’approvazione dei benefici palesa l’esistenza di una
nuova fonte di reddito, tanto che non pochi ecclesia-
stici prendono l’abitudine di indirizzare al papa richi-
este finalizzate all’ottenimento di benefici ancora occu-
pati da altri titolari.
Per essere più efficaci, tali suppliche sono accompa-
gnate da doni. Jean Favier cita la supplica indirizzata
al papa da un ecclesiastico aragonese nel 1309:
Nessuno crede che si possa compiere il bene, per dovere,
pietà o carità, se non si dispone di denaro.
Il fisco avignonese acquisì un tale potere che tanti
chierici che non riuscivano a pagare il dovuto otten-
nero una diminuzione delle somme da versare.
Un’altra conseguenza degli aumenti delle pretese fi-
scali fu che il pagamento delle imposte annuali sui
benefici principali e dei ‘comuni servizi’ fu sempre
più spesso regolato in forma scaglionata invece che
in un’unica soluzione, come prevedeva la regola.
I papi di Avignone rilanciarono in pratica, ma fino ad
allora limitata: mercanteggiare la concessione ai prin-
cipi laici dell’usufrutto di un contributo dovuto alla
Chiesa.
Questa prassi, pur nata in precedenza, si era generaliz-
zata all’epoca delle crociate, che in parte avrebbe dovu-
to contribuire a finanziare.
I principi cristiani ripresero questo costume nel XIV se-
colo, il che indusse la Chiesa a evocare la possibilità di
indire una nuova crociata.
Di nuovo si osserva il legame tra il denaro e la guerra,
reso ancora più notevole dal fatto che si tratta di una
guerra dalle motivazioni religiose – per quanto divenu-
ta ormai illusoria, come dimostrerà la storia.
Un altro metodo per incamerare contante escogitato dal
papato avignonese sono le cosiddette procure: gli eccle-
siastici di alto rango – vescovi, arcidiaconi, decani – ave-
vano l’obbligo di visitare a intervalli regolari le chiese
poste sotto la loro giurisdizione; per coprire le spese di
trasferta ricevevano rimborsi chiamate procure.
Innocenzo IV, nel XIII secolo, aveva abolito le procure
rendendo obbligatoria la concessione di ospitalità gra-
tuita ai prelati in visita.
(J. Le Goff, Lo sterco del diavolo)