Prosegue in:
-Hai mai sentito parlare di un libro codice?
– A essere sincero…no.
-Tra un momento le insegnerò il modo di adoperarlo.
Una copia la tengo io.
Per comunicare con me, lei non dovrà fare altro che indicare
le pagine e la riga alle quali incomincia la comunicazione
in codice.
Naturalmente non è poi così difficile decifrarlo, ma lo è
abbastanza per i semplici Hasselbacher.
– Vorrei che lei si togliesse dalla testa il dottor Hasselbacher.
– Quando avremo organizzato il suo ufficio qui con sufficienti
misure di sicurezza….una cassaforte a combinazione, un
apparecchio radio, personale capace, tutti i trucchi del mestiere,
allora naturalmente potremmo rinunciare a un codice primitivo
come questo; eppure eccezion fatta per un espero criptologo, è
maledettamente difficile decifrarlo senza conoscere il titolo e
l’edizione del libro.
-Perché ha scelto il Lamb?
– E’ stato il solo volume del quale abbia potuto trovare
due copie, eccetto ‘La capanna dello zio Tom’.
Avevo fretta e dovevo acquistare qualcosa nella libreria di
Kingston, prima di partire. Oh, c’era anche un altro libro
intitolato ‘La lampada accesa : manuale di preghiere serali’,
ma mi sono detto che sarebbe potuto essere un po’ vistoso
sui suoi scaffali, qualora lei non fosse stato religioso.
– Non lo sono.
– Le ho portato anche un po’ di inchiostro.
– Ce l’ha un bollitore elettrico?
– Si perché?
– Per aprire le lettere.
Desideriamo che i nostri agenti siano attrezzati in vista
di qualsiasi situazione di emergenza.
– L’inchiostro a che cosa serve?
A casa ne ho in abbondanza di inchiostro.
– E’ inchiostro invisibile, naturalmente.
Nell’eventualità che dovesse spedire qualcosa con
la posta ordinaria.
(G. Greene, Il nostro agente all’Avana)